Mostrarsi disponibile al negoziato con la Russia per non alienarsi le simpatie degli alleati europei. È questa l’indicazione che la Casa Bianca starebbe dando da diversi giorni all’Ucraina, il cui rifiuto intransigente a sedersi al tavolo negoziale con Mosca, secondo Washington, potrebbe diminuire sensibilmente il supporto internazionale e, in particolare, di quei Paesi del Vecchio Continente che non vogliono una guerra infinita.
L’amministrazione Biden starebbe perciò incoraggiando privatamente i leaders ucraini, in testa il presidente Volodymyr Zelenskyy, a segnalare pubblicamente un’apertura a negoziare con la Russia e a rinnegare il netto rifiuto a partecipare ai colloqui di pace fin quando al Cremlino rimarrà Vladimir Putin.
La richiesta dei funzionari statunitensi, precisano le fonti anonime consultate dal Washington Post, non è tanto finalizzata a raggiungere l’obiettivo-pace, quanto a dimostrare che da parte ucraina ci sia una pur remota disponibilità a sedersi al tavolo negoziale.
Una mossa, insomma, più di facciata che di sostanza immediata. Anche perché la diplomazia e l’intelligence di Washington non la pensano tanto diversamente dai colleghi di Kyiv, continuando a ritenere Putin non sia seriamente interessato a far tacere le armi se non alle sue (esosissime) condizioni.

Rifiutarsi esplicitamente ad intavolare qualsiasi tipo di negoziato con il Cremlino rischia, secondo Washington, di essere una nefasta scelta di comunicazione, dal momento che in Europa (ma anche in Africa e America Latina) si fanno sempre più sentire i costi indiretti della guerra, in termini di carovita, costo dell’energia e penuria di materia prima alimentare.
“Le difficoltà causate dal conflitto in Ucraina sono una questione molto reale per alcuni dei nostri partners“, ha detto uno dei funzionari statunitensi. E quando ormai l’aggressione russa volge quasi al suo 9° mese, diventa determinante non solo la capacità di resistenza delle truppe ma anche quella delle alleanze.