Il presidente russo Vladimir Putin firmerà domani i trattati di annessione alla Federazione di quattro regioni conquistate militarmente dalle truppe di Mosca in Ucraina meridionale e orientale.
La cerimonia ufficiale avrà luogo intorno alle 15:00 (ora locale) nella Sala di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, come affermato dal portavoce presidenziale Dmitrij Peskov. In quell’occasione, ha aggiunto Peskov, il leader russo terrà inoltre un discorso di “benvenuto” nei confronti di Zaporizhzhia, Cherson, Luhansk e Donetsk.
La mossa di Putin segue il risultato quasi-plebiscitario a favore dell’annessione nei referendum indetti nelle regioni ucraine sotto il controllo militare di Mosca. Un risultato già ampiamente scontato alla vigilia e che è stato prontamente definito dall’Occidente come una “farsa”, di cui né USA, né l’UE né i loro alleati globali avrebbero accettato i risultati. La pensa in maniera chiaramente uguale il Governo ucraino di Volodymyr Zelenskyy, secondo cui Kyiv ha tutto il diritto di riconquistare militarmente le quattro regioni in quanto proprio territorio sovrano.
Secondo l’Occidente, i cinque giorni complessivi in cui le urne sono rimaste aperte hanno visto le truppe di Mosca accompagnare armate i funzionari elettorali per raccogliere i voti di casa in casa. I leaders (filo-russi) delle quattro regioni sostengono invece che il semi-plebiscito sia dovuto all’effettiva volontà della popolazione (spesso russofona) di ricongiungersi alla Russia.
L’annessione è stata sostenuta dal 93% degli elettori di Zaporizhzhia, dall’87% a Kherson, dal 98% a Luhansk e dal 99% a Donetsk.

Nel frattempo si infittisce il mistero sui danni gravi (forse irreparabili) al gasdotto Nord Stream, una delle più importanti infrastrutture energetiche tra Russia ed Europa. La Guardia costiera svedese ha scoperto almeno quattro perdite di gas nel Mar Baltico dopo le esplosioni delle linee del gasdotto Nord Stream 1 e 2.
Ancora ignota la natura dei guasti, ma ormai entrambe le fazioni credono all’ipotesi del sabotaggio. La NATO ha avvertito che è pronta “a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati”, alludendo indirettamente a presunti atti ostili da parte di Mosca.
Il Cremlino invece parla di “atto terroristico internazionale, probabilmente ad opera di un Paese straniero”, sottolineando come attaccare Nord Stream faccia il gioco di coloro che vogliono separare l’Europa dalla Russia e che hanno sempre avversato il progetto (ossia gli USA) e definendo “stupide” le illazioni secondo cui la Russia si sarebbe auto-sabotata colpendo i suoi stessi interessi commerciali. Mosca ha intanto chiesto e ottenuto per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sull’accaduto.
La tensione è insomma alle stelle, come dimostra l’avviso del dipartimento di Stato USA ai propri concittadini attualmente in Russia di “lasciare immediatamente il Paese” (come già fatto da Bulgaria e Polonia), e dalla decisione delle autorità finlandesi di chiudere i confini ai turisti russi a partire dalla notte tra giovedì e venerdì.