Il presidente statunitense Joe Biden ha negato che la strategia di Washington sia quella del regime change in Russia, dopo le clamorose affermazioni dell’inquilino della Casa Bianca contro Putin – definito un “macellaio (…) che non può rimanere al potere“.
Rispondendo alla specifica domanda di un giornalista, che gli aveva chiesto se la sua amministrazione stesse chiedendo un cambio di regime a Mosca, Biden ha replicato negativamente – contestualizzando le crude dichiarazioni rese sabato pomeriggio a Varsavia dopo i colloqui con il presidente polacco Duda, alcuni membri del Governo di Kyiv e una delegazione di rifugiati ucraini.
Già nelle ore immediatamente successive alla filippica di Biden, altri membri del suo Governo aveva cercato di smorzare la tensione: per il segretario di Stato Blinken (che ha affiancato il presidente nella sua spedizione europea), qualsiasi decisione sulla futura leadership russa rimane “di competenza del popolo russo”.
Intervistata dalla CNN, l’ambasciatrice Usa alla NATO Julianne Smith ha giustificato l’esagerazione del presidente come “una giusta reazione umana alle storie che aveva sentito quel giorno” da parte dei profughi ucraini. “Gli Stati Uniti non hanno una politica di cambio di regime in Russia. Punto e basta.”, ha aggiunto la diplomatica.
Distinguo sulle frasi di Biden sono arrivati anche dagli alleati NATO di Washington: il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato il commander-in-chief a un linguaggio più attento (“Non avrei usato la parola macellaio”). Dal forum di Doha, il portavoce del presidente turco Erdogan ha invita a riflettere sulle conseguenze (“Se bruciamo i ponti con chi parliamo alla fine dei conti?“). Infine, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che un “regime change a Mosca non è negli obiettivi della NATO”.
“Preoccupazione” è stata invece espressa da Dmitrij Peskov, portavoce del diretto interessato – ovverosia il leader russo Vladimir Putin. “In effetti, la dichiarazione di Biden ci impensierisce”, ha dichiarato il Cremlino, aggiungendo che la presidenza “continuerà a monitorare da vicino le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, (che) stiamo già registrando accuratamente”.