Il presidente Joe Biden è partito questa mattina per il viaggio presidenziale più importante degli ultimi 70 anni. La sua visita a Bruxelles per partecipare ai vertici della Nato, dell’Unione Europea e del G7 e poi a Varsavia per incontrare il presidente Andrzej Duda, se da un lato sottolinea i limiti dell’Occidente nel porre fine allo spargimento di sangue in Ucraina, dall’altro dimostra la forza trainante che gli Stati Uniti vogliono riprendere per riconquistare la leadership dell’Occidente e impedire che l’invasione della Russia in Ucraina diventi una catastrofe ancora più grande. Un modo anche per interrompere quella visione isolazionista del ruolo dell’America urlato per quattro anni dalla precedente amministrazione.
Mentre il capo della Casa Bianca era in volo, il Dipartimento di Stato ha formalmente dichiarato che membri delle forze armate russe hanno commesso crimini di guerra in Ucraina. Una dichiarazione ufficiale da parte del Segretario di Stato Blinken dopo che gli analisti hanno accertato come la popolazione civile e le strutture non militari siano state volutamente colpite da parte dei militari russi. Tesi sostenuta oltre che dal Segretario di Stato anche dal presidente e dal vicesegretario di Stato Wendy Sherman. “Oggi posso annunciare che, sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il governo degli Stati Uniti valuta che membri delle forze russe abbiano commesso crimini di guerra in Ucraina”, ha affermato Blinken. Una dichiarazione pesantissima che potrebbe mandare i generali russi a far compagnia a Radovan Karadzic, condannato dal TPI, il tribunale dell’Onu, che ha sede all’Aja, per crimini di guerra.

Finora le sanzioni non hanno fermato Putin. A bloccare l’invasione russa è stata solo la strenua resistenza degli ucraini che stanno costringendo l’esercito di Mosca ad una guerra di logoramento. I tempi si allungano e per Putin che dopo quasi un mese non è riuscito a conquistare Kiev è la dimostrazione della sua debolezza militare. “Per ora martella con cannonate e missili le città, una vendetta dettata dalla frustrazione nella speranza che gli ucraini si demoralizzino – ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby, – ma i bombardamenti stanno producendo l’effetto contrario ed è la dimostrazione che Putin si trova con le spalle al muro”. E il Pentagono lancia l’allarme: se i tempi della guerra si dovessero allungare Putin potrebbe ricorrere alle armi chimiche o nucleari. “Un fatto non escluso” ha detto Dmitry Peskov, il portavoce del leader russo, in risposta ad una domanda della giornalista della Cnn Christiane Amanpour. Una minaccia sottolineata da Biden mentre lasciava la Casa Bianca per salire sull’elicottero presidenziale che lo ha portato all’aeroporto. “Tutto quello che ho da dire, lo dirò quando sarò lì” ha detto Biden.
Mentre il presidente era in volo sull’Air Force One, il Segretario generale della NATO ha affermato che quattro nuovi gruppi di battaglia sono stati schierati in risposta all’invasione dell’Ucraina. Le truppe sono state inviate in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia.
Suggerimenti a Biden anche da Donald Trump. L’ex presidente ha detto ai compiacenti microfoni del canale televisivo di Rupert Murdock che lui avrebbe minacciato Vladimir Putin con i sottomarini nucleari se fosse stato ancora alla Casa Bianca. “L’ho sentito usare costantemente la parola nucleare”, ha detto Trump parlando di Putin durante una conversazione con Fox Business. “Sì, la Russia è una potenza nucleare, ma noi siamo una potenza nucleare più grande, i nostri sottomarini nucleari sono i più grandi del mondo, le macchine più potenti mai costruite”, ha aggiunto l’ex presidente. A Putin si dovrebbe dire “se menzioni quella parola un’altra volta, manderemo i sottomarini a costeggiare avanti e indietro, su e giù lungo la vostra costa. Non si può lasciare che questa tragedia continui, che migliaia di persone muoiano”.

Nei giorni scorsi Trump aveva dato un altro suggerimento “strategico”: che gli Usa avrebbero dovuto mettere la bandiera cinese sugli F-22 e bombardare la Russia per far credere a Mosca di essere stata colpita da Pechino scatenando una guerra tra i due Paesi mentre gli Stati Uniti se ne sarebbero stati seduti a guardate. Inizialmente l’ex presidente aveva sottolineato la “genialità” di Putin per confutare l’inettitudine di Biden, per poi correggere il tiro e, dopo che anche i suoi più stretti sostenitori hanno preso le distanze da lui, ha cambiato idea e ha condannato l’invasione dell’Ucraina. Però i difensori dell’ex presidente hanno continuato la loro campagna di disinformazione. Lo sottolinea il New York Times. Dopo che Putin ha affermato che l’azione contro l’Ucraina è stata intrapresa per legittima difesa, il conduttore di Fox News Tucker Carlson e l’opinionista Candace Owens hanno ripetuto l’affermazione. Quando Putin ha insistito sul fatto che stava cercando di “denazificare” l’Ucraina, Joe Oltmann, un podcaster di estrema destra, e Lara Logan, un’altra opinionista di destra, lo hanno ripetuto più volte.
Alcuni siti di notizie di estrema destra, come Infowars, hanno alimentato le affermazioni fatte da Mosca secondo cui gli Stati Uniti hanno finanziato laboratori di armi biologiche in Ucraina che giustificavano “operazioni militari speciali” in Ucraina.
Guerra sul fronte con cannoni e carrarmati, guerra diplomatica a Bruxelles, e guerra a distanza con la disinformazione. E a questo bisogna aggiungere anche il pericolo degli attacchi informatici. La Casa Bianca ieri ha rinnovato l’allarme sul rischio di “possibili cyber-attacks della Russia contro gli Stati Uniti”. In una dichiarazione Biden afferma che “la mia amministrazione rinnova l’allarme sulla base dell’evolversi dell’intelligence riguardo al fatto che il governo russo stia esplorando una possibile offensiva cibernetica”. Biden sottolinea come questi attacchi possano essere considerati da Mosca “una risposta ai costi economici che stiamo imponendo alla Russia insieme ad alleati e partner. Questo fa parte del modo di operare di Putin”. Per questo motivo, sottolinea il presidente, “bisogna accelerare il nostro lavoro per migliorare la nostra cybersecurity e rafforzare la nostra resilienza nazionale”, esortando il settore privato anche a rafforzare le proprie difese. E la Casa Bianca ha raccomandato alle maggiori aziende americane e ha ordinato a tutte le strutture federali, di prendere le precauzioni necessarie per vigilare sulla cybersecurity.