Cinque proiettili trovati nel suo corpo. Uno mortale alla base della nuca sparato da distanza ravvicinata “come se fosse un’esecuzione”, dice l’avvocato difensore della famiglia di Andre Brown.
Anche l’FBI indaga adesso sull’uccisione dell’uomo di colore di 42 anni freddato a Elizabeth City in North Carolina la settimana scorsa quasi davanti alla porta di casa.
A sparare è stato più di un agente. Le telecamere attaccate alle uniformi dei poliziotti hanno ripreso tutto ma il magistrato ha autorizzato solo la visione di un video di 20 secondi dove si nota che Brown ha addirittura le mani sul volante e quindi non può impugnare alcuna arma. La gente chiede trasparenza. I difensori di Brown vogliono che tutti i video disponibili vengano mostrati in pubblico come accadde per George Floyd. Anche i giornali e i mezzi di comunicazione vanno in corte a Elisabeth per ottenere la pubblicazione dei documenti e dei filmati che rimangono secretati.
Tanti gridano all’occultamento delle prove. La tensione è enorme.
La famiglia di Brown si è già costituita parte civile e la città della Carolina del Nord che non raggiunge le 18.000 sta per esplodere nonostante sia stato imposto il coprifuoco.
Lo sceriffo Tommy Wooten II ha visto la popolazione chiedere le sue dimissioni anche se lui è favorevole al rilascio dei filmati.
I risultati dell’autopsia ufficiale non sono stati resi noti, ma quelli effettuati da anatomopatologi pagati dalla famiglia di Brown mostrano che l’uomo è stato colpito mentre tentava di ripararsi da una pioggia di proiettili sparati dai poliziotti che lo avevano circondato dopo essere arrivati su un furgone speciale per gli agenti militarizzati e in tenuta anti sommossa.
Il governatore della Carolina del Nord oltre a dichiarare lo stato di emergenza dalle 8 di sera alle 6 del mattino, ha nominato un procuratore speciale per condurre un’inchiesta indipendente.
Ma il magistrato alla prima udienza mercoledì ha negato una seconda volta la pubblicizzazione di cinque video dei quali l’ufficio dello sceriffo è in possesso.
“La trasparenza è assolutamente critica per scoprire cosa è veramente successo….” dice il procuratore generale Josh Stein perché Brown era addirittura in contatto con gli agenti col suo telefonino quando uno dei vice sceriffi ha iniziato a sparargli gridandogli di tenere alzate le mani che erano ferme e ben visibili sul volante.
E la situazione si è fatta ancora più tesa in serata quando è stato confermato che un altro uomo questa volta ispanico sarebbe morto in California dopo che gli agenti lo avevano immobilizzato a terra in stato di ebrezza e hanno continuato a tenergli per 5 minuti il ginocchio sulla schiena e sul collo. L’episodio risale ad un anno fa ma solo ieri è stato dimostrato attraverso i video che si è trattato di un altro caso Floyd