Oggi finalmente si arriva al culmine del processo elettorale della più formidabile democrazia del mondo. Le democrazie hanno bisogno dei voti come i polmoni dell’ossigeno: se non arrivano, con loro muore tutta la società che reggevano. Questo vorrebbe Donald Trump, il 45esimo Presidente degli Stati Uniti, che da mesi fa di tutto per fermare i voti degli americani dall’essere espressi o contati, soprattutto in Stati chiave per queste elezioni, come la Pennsylvania.
In quasi 250 anni di storia, mai un presidente degli Stati Uniti ha avuto la sfrontatezza anti democratica di Trump, di pretendere che sia il presidente a scegliersi i voti e non viceversa.
Il peggior Commander in Chief della storia USA ci tenta comunque, minacciando su twitter che se non si farà come vuole lui nelle regole del conteggio dei voti (ricordate da bambini quando all’oratorio c’era sempre quello che non badando alle regole durante la partita, diceva: o si gioca così o non gioca nessuno?) “ci sarà violenza sulle strade”.

Ma vi rendete conto? Negli Stati Uniti un presidente che sa benissimo che se sarà permesso di contare tutti i voti degli americani lui perderà e di brutto, sta cercando di congelare la democrazia. Come ha risposto Joe Biden a chi gli chiedeva cosa ne pensasse dei tentativi di Trump di fermare il conteggio dei voti, “non permetteremo al presidente di rubare queste elezioni”. Già, spero proprio che l’America non si suiciderà il 3 novembre 2020 assassinando la sua democrazia per salvare la poltrona di Donald Trump!
Ma dato che Trump ha ormai mostrato senza alcun freno di cosa sia capace di fare senza alcun scrupolo per la salvaguardia della democrazia, oggi gli americani non dovranno solo far vincere Joe Biden e Kamal Harris, bisognerà che li facciano stravincere.

Ecco, anche i supporter di Trump, quelli che lui ha schiettamente ben descritto 4 anni fa, quando disse “potrei anche sparare a qualcuno sulla Quinta Avenue e mi voterebbero lo stesso”, hanno bisogno di assistere alla più grande valanga di voti contrari che abbia mai sommerso un presidente in carica negli USA. Devono svegliarsi il 4 novembre con questa “landslide”, non solo in Pennsylvania, Florida, o Michigan, ma persino in Texas e Arizona, una scossa che possa farli uscire dal diabolico incantesimo in cui Trump li ha congelati con quei messaggi impregnati di odio, razzismo e violenza. Trump fa sognare il ritorno all’America “Great Again” che è solo un “code” che tradotto significa ritorno al tragico passato del suprematismo dove il maschio bianco ridiventa il padrone di tutto e dispone come vuole.
Per capire stanotte se questa valanga di voti per sotterrare una volta per tutte Trump e il trumpismo si realizzerà, basterà guardare ad un dato preciso: il voto dei ventenni, soprattutto dei ragazzi che lo esprimono per la prima volta, coloro che appartengono alla magnifica “GEN Z”, la generazione di nati tra il 1997-2005. Se la percentuale di partecipanti al voto dei ventenni dai 18 ai 29 anni (ma soprattuto 18-22) batterà tutti i record precedenti, compreso quello superato per le elezioni di Barack Obama nel 2008 (e che infatti Hillary Clinton non riuscì ad eguagliare), l’entrata alla Casa Bianca di Joe Biden e Kamala Harris sarà assicurata.

Il voto dei giovanissimi, che i dati dicono che sta battendo tutti i record precedenti già nel voto anticipato, unito con quello delle donne, di alcune minoranze e di non pochi anziani persino repubblicani che disgustati da Trump, dopo averlo votato nel 2016, hanno deciso di diventare “swinger”, travolgeranno una volta per tutte il voto dello zoccolo duro del trumpismo, quel maschio bianco che ancora in maggioranza vota per il “maschilista planetario”, come ha ben qualificato Trump l’autorevole giornalista e saggista Tiziana Ferrario.
Vi ricordate quando Zorro lasciava la firma della zeta fatta con la spada sul sedere del cattivo? Bene in queste elezioni USA spero che su Trump resti impressa la Z del voto dei #GENZ!
GEN Z e donne Americane alla riscossa quindi per salvarci tutti contro Trump e il trumpismo. Stanotte attendiamo quel dato sulla loro partecipazione e se sarà come previsto, allora dal Texas al Michigan, dall’Ohio alla Pennsylvania fin giù in Florida, questa massa di votanti resusciterà l’America più forte di prima, riunendo gli Stati Uniti nei suoi valori democratici messi in pericolo da Trump.