Il duo Derek Chauvin, l’imbecille poliziotto accusato di aver ucciso George Floyd a Minneapolis e il presidente Donald Trump, rappresentano il combinato disposto, che sta incendiando gli States. Il primo ha posto in essere un’azione crudele con un menefreghismo allucinante della vita di un uomo. Impassibile, freddo e determinato, addirittura senza un briciolo di umanità che tenendo le mani in tasca, comprimeva il collo di un uomo con le ginocchia.
Costui – il poliziotto – sordo ai richiami di sofferenza di Floyd, rimaneva impassibile. Parimenti, anche gli altri tre poliziotti, presenti all’omicidio, non hanno mosso un dito per impedirlo, e quindi sono da ritenersi responsabili in concorso dell’omicidio di Floyd. Questi individui non possono e non devono mai più indossare la divisa di poliziotti, oltre, ovviamente risponderne innanzi alla Legge.
Il secondo, presidente degli Stati Uniti d’America, che dovrebbe essere il “Presidente” di tutti gli americani, non ha mai fatto mistero di preferire i suprematisti bianchi, lasciando al loro destino gli afroamericani.
Sia Donald Trump che Derek Chauvin, hanno scoperchiato la pentola, facendo emergere quel razzismo non proprio latente che aleggia negli States. Eppoi, Trump che invece di parlare alla Nazione e rassicurare tutti sulla necessità di vivere pacificamente, bianchi e neri, cosa fa? Fa dichiarazioni di segno opposto, per poi fuggire nel bunker della Casa Bianca.
Il razzismo è un problema planetario ed appare ancor più odioso e intollerabile se esercitato lapalissianamente da poliziotti. Non dovrebbero essere ammessi né violenze fisiche, né verbali e ogni Stato di qualsiasi latitudine, dovrebbe impedire a quei “pochi” poliziotti che infangano il Corpo di appartenenza di usare violenza o compiere atti di razzismo. Tolleranza zero verso coloro che da una divisa traggono il convincimento di essere al di sopra della Legge.
Per quanto mi riguarda, come ex appartenente alla Polizia di Stato italiana, ho sempre dichiarato e scritto a caratteri cubitale, la mia contrariata a qualsiasi forma di razzismo e violenza. E quando qualche mio collega è stato autore di violenza, l’ho condannato pubblicamente senza se e senza ma.
Mi auguro, che cessino le manifestazioni violente e che ritorni nelle città americane, la pacifica convivenza tra bianchi e neri. Presidente Donald Trunp se c’è batta un colpo, parli al tutto il Popolo, americano e dimentichi, almeno per il bene degli States, che a novembre si vota.