«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»
Così esordì, su proposta dell’allora presidente del consiglio Alcide De Gasperi, il Re Umberto II allora principe e luogotenente del Regno d’Italia.
Era il 22 Aprile 1946.
Sono passati 74 anni dal giorno in cui si festeggiò per la prima volta questa ricorrenza che rappresenta la fine di vent’anni di dittatura fascista e cinque anni di guerra.
Come ogni anno da allora ogni Presidente della Repubblica si reca in peregrinaggio all’altare della patria per rendere omaggio alla tomba del Milite ignoto.
“La Liberazione è la nostra forza, tutti insieme oggi come allora possiamo farcela”.
Così ha esordito oggi 25 Aprile 2020 il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Di buona mattina in una Roma deserta, più estiva che primaverile, il Presidente Mattarella arriva in Piazza Venezia nel cuore di Roma rispettando l’ormai storico appuntamento. Appuntamento molto diverso dagli anni precedenti in cui facevano da sfondo alla cerimonia reparti schierati in alta uniforme e una folla di gente festosa ad assistere allo storico evento.

Oggi la Piazza si presenta deserta e silenziosa ma con con un sole caldo che lascia presagire tempi migliori. Il Presidente procede da solo a passo lento lungo la gradinata di marmo bianco, ad accoglierlo un carabiniere in alta uniforme e mascherina.
La corona di alloro fregiata del tricolore della bandiera italiana viene depositata al centro dell’altare in ricordo dei caduti e dei dispersi italiani nelle guerre.
Si ferma davanti, poggia entrambe le mani sul freddo marmo, arretra di qualche metro accompagnato dal rumore del silenzio e qui inizio a pensare che abbia appena instaurato un discorso silenzioso tra lui e questo ragazzo “il milite ignoto” che come tanti persero la vita durante la prima guerra mondiale.
Davanti al sacrario dove riposano i resti mortali di quel giovane che ha dato la vita per la patria, Mattarella depone una corona d’alloro, mentre le trombe suonano il “Silenzio” ed il tempo sembra fermarsi lì, mentre malinconia e speranza occupano lo stesso spazio nei nostri cuori.
Il presidente rimane lì per qualche minuto, terminata la visita si dirige a passo deciso verso la macchina presidenziale che lo aspetta a fine della scalinata del Vittoriano.

Questa giornata del 25 aprile oggi alla luce di quanto stiamo vivendo in Italia e nel mondo a causa del corona virus ci fa capire e riflettere ancora di più quanto sia sacra la libertà di ognuno di noi, quale diritto prezioso possediamo e che purtroppo ancora oggi nel 2020 non è concesso a tutti i popoli del mondo.
È stata una cerimonia intima e sobria, le frecce tricolore non hanno solcato i cieli di Roma come gli anni passati (correzione: le frecce tricolore, come tradizione, subito dopo la cerimonia col Presidente, hanno solcato i cieli di Roma per il 25 aprile, ndr). Non c’è stata folla alcuna viste le misure restrittive ancora in vigore.
Ma forse doveva andare così, forse c’era bisogno di questa connessione più intima e di questo silenzio per ricordarci ancora una volta di tutti quei morti fascisti e non fascisti, ebrei e non ebrei che hanno pagato con le loro vite la strada della libertà e che hanno aperto a noi la strada della democrazia
Viva l’Italia ora e per sempre!