
In occasione dell’anniversario della strage di Capaci, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha diffuso il seguente messaggio:
«A ventisette anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari.
Vanno ringraziati quanti da una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l’indifferenza che le sono complici.
I nomi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina sono indimenticabili. Nella loro disumanità gli assassini li hanno colpiti anche come simboli – a loro avversi – delle istituzioni democratiche e della legalità. Il loro sacrificio è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini e delle comunità di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie.
Questa riscossa ha già prodotto risultati importanti. Ma deve proseguire. Fino alla sconfitta definitiva della mafia, che Falcone e Borsellino hanno cominciato a battere con il loro lavoro coraggioso, con innovativi metodi di indagine, con l’azione nei processi, con il dialogo nella società, nelle scuole, soprattutto con una speciale attenzione all’educazione dei giovani.
Giovanni Falcone avrebbe da pochi giorni festeggiato i suoi 80 anni. La mafia sanguinaria ha spezzato la sua vita, ma non il suo esempio di magistrato, il suo insegnamento di uomo delle istituzioni, la sua testimonianza civile. Falcone, come Cesare Terranova, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, non era mai arretrato davanti alla minaccia criminale. Anzi, è stato determinante nel costruire strumenti più idonei di contrasto alla mafia, istruendo il primo maxi-processo, svelando aspetti non conosciuti dell’organizzazione criminale, contribuendo a far nascere la Procura nazionale e le Direzioni distrettuali antimafia. L’eredità costituita dalle sue conoscenze, dalla sua tenacia, dal suo rigore etico, è un patrimonio preziosissimo».
Il discorso del presidente della Repubblica Mattarella tenuto il 22 maggio, 2019, in occasione della partenza delle navi per la legalità:

Cari ragazzi, desidero aggiungere alle considerazioni importanti e significative, degli interventi che abbiamo appena ascoltato, il mio saluto e i miei auguri di buon vento, anzitutto – come ha detto il comandante della guardia costiera – per il vostro viaggio, ma soprattutto per la vostra missione, perché voi assumete un compito.
Imbarcandovi in questa nave della legalità, compiendo la traversata, sbarcando a Palermo, lanciate un messaggio: il messaggio che la mafia sarà sconfitta, che sarà debellata definitivamente.
Questo vostro messaggio, il vostro impegno, si collegano ad alcune parole di Giovanni Falcone che poc’anzi abbiamo ascoltato, pronunciate da uno di voi. Sono parole che si trovano in evidenza sul sito web della Fondazione Falcone, che ringrazio anch’io per la sua attività.
Vorrei ripetere quelle parole: “Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Le idee di Falcone e il suo impegno, le idee di Borsellino e il suo impegno, continuano a camminare – ragazzi – anche sulle vostre gambe. Questo è il significato del vostro viaggio; questo è il messaggio che lanciate.
Qualche giorno fa, Giovanni Falcone avrebbe compiuto ottant’anni. Il grande contributo che ha recato – e che continuava a recare – alla lotta contro la mafia è stato colpito ventisette anni fa da quella strage spaventosa in cui è stato assassinato, insieme alla moglie Francesca e a tre servitori dello Stato – di cui poc’anzi abbiamo ascoltato opportunamente i nomi – che lo accompagnavano e che con lui condividevano l’impegno per la giustizia.
Tre mesi dopo – come sapete – un’altra strage spaventosa e barbara ha assassinato Paolo Borsellino, legato a Falcone non soltanto come collega ma come amico, e con piena sintonia. E con lui altri cinque servitori dello Stato: quattro uomini e una donna che lo accompagnavano e, anch’essi, con lui condividevano l’impegno per la giustizia.
Alla loro memoria rendiamo omaggio – e questo è un altro significato del vostro viaggio – tenendo conto che l’impegno di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino non è scomparso, non si è interrotto, ma è stato assunto da tante altre persone con senso del dovere e senso di responsabilità, e che a queste adesso vi aggiungete voi, per il vostro futuro.
Questo vostro messaggio, ragazzi, sarà una risposta forte, significativa, vincente, che potrà sconfiggere la paura, l’omertà, le connivenze, la protervia della mafia.
Ragazzi, fate sempre vostro questo messaggio. Diffondetelo. Buon viaggio e buon impegno!