La tanto attesa intervista del giornalista Anderson Cooper a Stormy Daniels è stata finalmente pubblicata il 25 marzo, e potrebbe rappresentare per il Donald Trump un problema tutt’altro che facile da gestire. Infatti, la porno star che avrebbe avuto dei rapporti sessuali con il Presidente, sebbene sia successo molto prima che lui fosse eletto, potrebbe oggi condizionare le sorti del capo di Stato, visto che l’ipotetico tentativo di nascondere i fatti risale al periodo di campagna elettorale.
Attraverso il suo portavoce, Trump ha dichiarato di non aver mai avuto una relazione con Daniels, ma allo stesso tempo gli avvocati del Pesidente le avevano fatto firmare un contratto perché non rivelasse la vicenda. E ora rischia di dover pagare 1 milione di dollari per averlo violato. Sì, per averlo violato, non perché stia raccontando il falso.

Ma lei, a “60 Minuti”, la trasmissione della CBS, ha parlato lo stesso. “Per sederti qua, e parlare con me oggi, potresti dover pagare un milione di dollari”, le ha detto Cooper, “voglio dire, non ti stai assumendo un rischio davvero grande?”.
“Sì, lo sto facendo”, ha risposto Daniels, continuando che le persone “stanno dicendo qualsiasi cosa su di me. Sarebbe stato meglio non dire niente, ma ora non mi va bene essere etichettata come bugiarda, o che le persone pensino che l’ho fatto per denaro e dicano ‘sei un’opportunista’”.
Il vero nome di Stormy Daniels è Stephanie Clifford. Ha 39 anni, viene dalla Luisiana e per 20 anni ha lavorato nel mondo dei “film a luci rosse”. Famosa nel suo ambito, fu invitata nel luglio del 2006 in un hotel perché avesse una cena romantica con Donald Trump, dopodiché si sentì obbligata ad avere un rapporto sessuale con lui.
Ma lei non vuole essere vista né come opportunista, né come vittima. “Questa non è #MeToo. Non sono stata una vittima, non ho mai detto di essere una vittima. Penso che usare la mia figura per mandare avanti l’agenda di qualcun’altro faccia un danno orribile alle persone che sono davvero delle vittime”.
Hanno cenato in camera, e poi “gli ho chiesto se potessi usare il suo bagno”, ha detto Daniels. Così, dopo essersi spostata dalla camera, al suo ritorno ha trovato il Presidente “seduto sul bordo del letto, appollaiato”. Dopo aver visto quella scena, “ho realizzato dove mi ero cacciata […], che era stata una cattiva decisione quella di andare in camera di qualcuno da sola, ed ho sentito una voce nella mia testa, ‘bene, questo è quello che succede quando ti metti in una brutta situazione, le cose brutte capitano quindi te lo meriti’”.
La star, tuttavia, nonostante abbia ribadito più volte che il rapporto sessuale fu consenziente, ha dichiarato di non essersi sentita attratta da lui. Lei aveva 27 anni, lui 60, e dall’intervista sembra essersi convinta di doverlo fare, più che di volerlo fare.
“Ma non ho detto no. Non sono una vittima”. Dopo l’incontro sembra che Trump si fosse preso una bella cotta per Daniels. “Mi ha chiamato molte volte”, ha detto, e le prometteva di introdurla nel mondo dello spettacolo.
Ma è nel maggio del 2011 che arrivarono i problemi per la star, quando accettò di raccontare in pubblico la storia per $15.000 dollari. Michael Cohen, l’avvocato di Trump, minacciò una denuncia nei confronti del giornale pronto a pubblicare la storia, e, allo stesso tempo, Daniels fu minacciata da un uomo, in un parcheggio di Las Vegas. “Lascia in pace Trump e dimenticati la storia”, le avrebbe detto, avvicinando lei e la figlia. “Sarebbe un peccato se qualcosa succedesse alla sua mamma”, avrebbe terminato, riferendosi alla bambina, prima di allontanarsi.
E quando la storia stava di nuovo venendo fuori durante la campagna elettorale – undici giorni prima dell’elezione, un momento in cui proprio non sarebbe dovuta venir fuori – Michael Cohen, avvocato del Presidente, chiese a Daniels di firmare un contratto di discrezione. Le chiese di vendere il suo silenzio in cambio di $130.000 dollari. Inoltre, firmando l’accordo, non si sarebbe dovuta preoccupare dell’effetto delle notizie sui suoi cari. E lei lo firmò, “preoccupata per la mia famiglia e per la loro sicurezza”.
A parte il gossip, le implicazioni della storiella avuta da Trump potrebbero essere rovinose per il Presidente, dato che il suo silenzio fu comprato durante la campagna elettorale. L’avvocato di Trump, Cohen, ha detto che i soldi usati per il contratto non avevano a che fare con i fondi del partito, e che aveva pagato lui di sua tasca tutta la cifra.
Ma, ad ogni modo, se questo non fosse così, se Cohen non fosse quell’avvocato che tutti sognamo di avere, che paga con i suoi soldi le nostre bravate, il Presidente si troverebbe in guai grossi. E forse, anche non ci fossero ripercussioni istituzionali, ci sarebbero quelle aa livello elettorale, visto che la gran parte del sostegno Trump la riceve da donne. La CBS ha dichiarato che “60 minuti” è stato l’episodio più visto dopo l’intervista a Barack Obama e Michelle Obama dopo la prima elezione del 2008. Cosa avranno pensato le Women for Trump guardando quest’episodio?
C’è da dire che non resteremmo sorpresi, però, se nulla cambiasse. Proprio oggi, 26 marzo, si parla anche di Berlusconi. Dopo tutti questi anni, l’ex premier è stato rinviato a giudizio ancora una volta per il caso Ruby ter – riguardo alle accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Il processo inizierà il 9 maggio, e lo ha deciso la giudice di udienza preliminare, Maria Vicidomini, che ha inserito nel filone anche quattro ragazze – le ‘olgettine’ – con al centro i versamenti più recenti dell’ex premier alle giovani in cambio del loro silenzio durante i processi sul caso Ruby e i reati di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.
E proprio oggi una riflessione sale spontanea. A venti giorni dalle elezioni, elezioni in cui Berlusconi, ‘screditato’ e sbeffeggiato dagli scandali del bunga bunga, è resuscitato con circa il 14% dei voti, diventando secondo molti “l’ago della bilancia” per la costituzione del nuovo governo, possiamo veramente pensare che la vita personale del leader di Forza Italia e il suo sessismo possano danneggiarlo davanti agli elettori?
Più volte Berlusconi e Trump sono stati guardati con lungimiranza come personaggi caricaturali simmetrici. E oggi, con ragione, questa sembra essere la realtà dei fatti, tanto da farci chiedere se l’America a questo punto possa imparare una lezione dal nostro Paese. I due leader sono due imprenditori prima che politici. Vogliono meno tasse, meno burocrazia e controlli piú stringenti sull’immigrazione.
E a livello di vita privata le similitudini sono anche più marcate. Entrambi si sono spesso vantati delle loro ‘conquiste’ romantiche, ma allo stesso tempo hanno continuato a sminuire le donne – soprattutto in televisione – con battute offensive e sessiste.
Ma forse c’è una parte dell’elettorato femminile che non si è sentita sminuita abbastanza. Da una parte ci sono le “Women for Trump”, organizzazione che rappresenta le milioni di donne che sembrano non aver sentito le battute del presidente; o forse sì, ma “noi guardiamo alle sue azioni, non alle sue parole”, scrivono sul loro sito web.
Molte italiane, dall’altra parte, sembrano non essere state colpite dal Rubygate e da tutti gli scandali legati al bunga bunga; hanno venduto la loro fiducia a chi dice col sorriso sotto i baffi che “la sinistra sventola la difesa delle donne adesso a tre mesi dalle elezioni, per noi è invece prioritaria e lo è sempre stata”, e gli hanno affidato ancora una volta, dopo più di 20 anni, la possibilità di decidere le sorti del nostro Paese.
E forse, più che una riflessione, quella che sale oggi spontanea è un’osservazione della realtà. Forse, la visione del leader politico come casanova, rubacuori, vero maschio alfa e seduttore, non è ancora passata di moda. E, forse, il tanto criticato “per amore starò nell’ombra” di Elisa Isoardi appartiene a molte più italiane e, evidentemente, americane di quante possiamo pensare.
L’ultimo anno ha visto le donne di tutto il mondo parlare, smettere di cedere ai ricatti, raccontare le loro esperienze, cooperare e condividere. Allo stesso tempo perà, quando i potenti cercano di nascondere i propri vizi a spese delle categorie vulnerabili della società, sono le donne stesse a disconoscere la gravità dei fatti. Tra le due, qual è la controtendenza? Cosa avranno pensato le telespettatrici dell’intervista a Stormy Daniels che ha valutato il costo del suo silenzio maggiore di 1 milione di dollari? Ai posteri l’ardua sentenza.