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September 7, 2013
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Giovani talenti italiani in mostra a New York

Maurita CardonebyMaurita Cardone
Le opere esposte per Slow Design Exhibition

Le opere esposte per Slow Design Exhibition

Time: 3 mins read

 

Ha aperto ieri, venerdì 6 settembre all'Istituto Italiano di Cultura, la mostra Slow Design dedicata ai nuovi talenti del design italiano. In esposizione i lavori vincitori del premio Top Young Italian Industrial Designers, fondato da Riccardo Viale, presidente dell'Istituto Italiano di Cultura, e curato dall'architetto Massimo Vignelli. Obiettivo del concorso, riconfermare il ruolo dominante della creatività e dell'innovazione italiane nell'ambito del design industriale.

Young Italian Designers

I vincitori del concorso Top Young Italian Industrial Designers. Da sinistra: Simone Spalveri, Valentina del Ciotto, Davide Angeli e Paolo Cappello

Diverse prestigiose realtà accademiche italiane sono state invitate a presentare una preselezione dei migliori designer tra i loro studenti all'interno dei quali una commissione presieduta da Vignelli ha scelto i finalisti, le cui opere sono esposte all'Istituto di Cultura di New York durante la Fashion week. I vincitori sono la coppia Valentina del Ciotto e Simone Spalvieri, Davide Angeli e Paolo Cappello. A seguire altri sette finalisti: Tommaso Caldera, Paolo Iannetti, Eleonora Trevisanutto, Alessandro Stabile, lo studio 4P1B di Antonio de Marco e Simone Fanciullacci, Matteo Baraldi, Alberto Villa. Fino al 27 settembre, in mostra nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura, uno o due lavori di ognuno dei 10 designer selezionati.

“Vogliamo mostrare la faccia contemporanea della cultura italiana – ha spiegato Riccardo Viale – perché, mentre c'è un'Italia del passato che tutti conoscono, dei tanti talenti giovani all'estero non si sa niente. Questo è vero in molti campi, dal cinema alla letteratura, al design di cui abbiamo oggi qui degli eccellenti esempi”.

Vignelli

L’architetto, curatore del concorso e della mostra, Massimo Vignelli

Il titolo della mostra vuole essere un modo per ricordare che il design, quello vero, è lento, è destinato a durare nel tempo, a restare attuale a lungo. Il design non è, come invece la moda, pensato per durare una stagione e poi diventare obsoleto. E gli oggetti in mostra non sembrano destinati a invecchiare velocemente. Le linee pulite, l'onestà del linguaggio, l'essenzialità delle forme sganciano questi oggetti dalle tendenze del momento. La mostra offre un campionario rappresentativo della giovane creatività italiana e restituisce l'eleganza e la sobrietà di un design unico. “Il design ha sempre caratteristiche nazionali – ha detto a La VOCE Massimo Vignelli che da anni vive a New York dove, nel corso di una lunga carriera, ha legato come pochi altri il suo nome al design made in Italy e ha firmato importanti progetti (è suo il design della mappa della metropolitana newyorchese) – ma se il design italiano piace è perché ha un qualcosa in più. Ha innanzitutto un buon livello di ambiguità tra forma, funzione ed eleganza. Parlo di un'eleganza intellettuale, ma anche di un'eleganza storica che è forse la vera particolarità del nostro design. E poi ha una marcia in più in termini di piacevolezza e sensualità”.

All'inaugurazione della mostra hanno partecipato anche alcuni dei giovani designer i cui lavori sono esposti nelle sale dell'Istituto. Contenti di essere a New York e pieni di speranze sulle opportunità che questo riconoscimento potrà aprire loro, i giovani designer dovranno cercare di sfruttare al meglio l'occasione di essere negli USA per dare una spinta alla propria carriera.

“Quando ho cominciato io, questa era una professione nuova e di designer ce ne erano pochissimi – racconta ancora Massimo Vignelli – Oggi ce ne sono milioni, quindi ovviamente per i giovani è più difficile emergere. È importante che questi ragazzi abbiamo modo di fare diverse esperienze e che i loro lavori si vedano in giro. E prima o poi arriverà anche la richiesta. Però per vendere all'estero è necessario anche che i giovani designer sappiano fare degli oggetti con dei prezzi contenuti, accessibili, altrimenti si precludono già una fetta enorme del mercato”.

Il concorso e la mostra sono stati organizzati in collaborazione con Pirelli e con l'Istituto per il Commercio Estero che nei prossimi giorni si occuperà di organizzare degli incontri tra i giovani designer e l'industria americana per creare delle reali opportunità nel mercato USA. “E alla fine – ha detto Riccardo Viale – speriamo che il vero premio del concorso sarà di riuscire a entrare nel mercato americano”.

E allora non possiamo che condividere l'auspicio di Paolo Cappello, uno dei designer vincitori: “Speriamo che il futuro sarà più facile per noi”.

 

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Maurita Cardone

Maurita Cardone

Giornalista freelance, abruzzese di nascita e di carattere, eterna esploratrice, scrivo per passione e compulsione da quando ho memoria di me. Ho lavorato per Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia, QualEnergia, L'Indro, senza che mai mi sia capitato di incappare in un contratto stabile. Nel 2011 la vita da precaria mi ha aperto una porta, quella di New York: una città che nutre senza sosta la mia curiosità. Appassionata di temi ambientali e sociali, faccio questo mestiere perché penso che il mondo sia pieno di storie che meritano di essere raccontate e di lettori che meritano buone storie. Ma non ditelo ai venditori di notizie.

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