Ha aperto ieri, venerdì 6 settembre all'Istituto Italiano di Cultura, la mostra Slow Design dedicata ai nuovi talenti del design italiano. In esposizione i lavori vincitori del premio Top Young Italian Industrial Designers, fondato da Riccardo Viale, presidente dell'Istituto Italiano di Cultura, e curato dall'architetto Massimo Vignelli. Obiettivo del concorso, riconfermare il ruolo dominante della creatività e dell'innovazione italiane nell'ambito del design industriale.

I vincitori del concorso Top Young Italian Industrial Designers. Da sinistra: Simone Spalveri, Valentina del Ciotto, Davide Angeli e Paolo Cappello
Diverse prestigiose realtà accademiche italiane sono state invitate a presentare una preselezione dei migliori designer tra i loro studenti all'interno dei quali una commissione presieduta da Vignelli ha scelto i finalisti, le cui opere sono esposte all'Istituto di Cultura di New York durante la Fashion week. I vincitori sono la coppia Valentina del Ciotto e Simone Spalvieri, Davide Angeli e Paolo Cappello. A seguire altri sette finalisti: Tommaso Caldera, Paolo Iannetti, Eleonora Trevisanutto, Alessandro Stabile, lo studio 4P1B di Antonio de Marco e Simone Fanciullacci, Matteo Baraldi, Alberto Villa. Fino al 27 settembre, in mostra nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura, uno o due lavori di ognuno dei 10 designer selezionati.
“Vogliamo mostrare la faccia contemporanea della cultura italiana – ha spiegato Riccardo Viale – perché, mentre c'è un'Italia del passato che tutti conoscono, dei tanti talenti giovani all'estero non si sa niente. Questo è vero in molti campi, dal cinema alla letteratura, al design di cui abbiamo oggi qui degli eccellenti esempi”.

L’architetto, curatore del concorso e della mostra, Massimo Vignelli
Il titolo della mostra vuole essere un modo per ricordare che il design, quello vero, è lento, è destinato a durare nel tempo, a restare attuale a lungo. Il design non è, come invece la moda, pensato per durare una stagione e poi diventare obsoleto. E gli oggetti in mostra non sembrano destinati a invecchiare velocemente. Le linee pulite, l'onestà del linguaggio, l'essenzialità delle forme sganciano questi oggetti dalle tendenze del momento. La mostra offre un campionario rappresentativo della giovane creatività italiana e restituisce l'eleganza e la sobrietà di un design unico. “Il design ha sempre caratteristiche nazionali – ha detto a La VOCE Massimo Vignelli che da anni vive a New York dove, nel corso di una lunga carriera, ha legato come pochi altri il suo nome al design made in Italy e ha firmato importanti progetti (è suo il design della mappa della metropolitana newyorchese) – ma se il design italiano piace è perché ha un qualcosa in più. Ha innanzitutto un buon livello di ambiguità tra forma, funzione ed eleganza. Parlo di un'eleganza intellettuale, ma anche di un'eleganza storica che è forse la vera particolarità del nostro design. E poi ha una marcia in più in termini di piacevolezza e sensualità”.
All'inaugurazione della mostra hanno partecipato anche alcuni dei giovani designer i cui lavori sono esposti nelle sale dell'Istituto. Contenti di essere a New York e pieni di speranze sulle opportunità che questo riconoscimento potrà aprire loro, i giovani designer dovranno cercare di sfruttare al meglio l'occasione di essere negli USA per dare una spinta alla propria carriera.
“Quando ho cominciato io, questa era una professione nuova e di designer ce ne erano pochissimi – racconta ancora Massimo Vignelli – Oggi ce ne sono milioni, quindi ovviamente per i giovani è più difficile emergere. È importante che questi ragazzi abbiamo modo di fare diverse esperienze e che i loro lavori si vedano in giro. E prima o poi arriverà anche la richiesta. Però per vendere all'estero è necessario anche che i giovani designer sappiano fare degli oggetti con dei prezzi contenuti, accessibili, altrimenti si precludono già una fetta enorme del mercato”.
Il concorso e la mostra sono stati organizzati in collaborazione con Pirelli e con l'Istituto per il Commercio Estero che nei prossimi giorni si occuperà di organizzare degli incontri tra i giovani designer e l'industria americana per creare delle reali opportunità nel mercato USA. “E alla fine – ha detto Riccardo Viale – speriamo che il vero premio del concorso sarà di riuscire a entrare nel mercato americano”.
E allora non possiamo che condividere l'auspicio di Paolo Cappello, uno dei designer vincitori: “Speriamo che il futuro sarà più facile per noi”.