Due decenni di esperienza diplomatica, con incarichi alle Nazioni Unite, in Europa e Medio Oriente. Adesso è il console generale a New York.
Giovedì scorso Natalia Quintavalle è stata chiamata dal Peace Islands Institute di Manhattan, a spiegare la crisi dell’Europa e la situazione in Italia. La sala dell’Istituto era piena, con un pubblico di diversa estrazione, da semplici curiosi frequentatori dell’Istituto di affari internazionali, fino ad esperti di importanti “Think Tank” della città preoccupati delle conseguenze sugli Usa e sull’economia globale se l’Europa non ce la farà. Quintavalle, introdotta dal direttore dell’PII Center for Global Affais Mehmet Kilic, è stata “intervistata” da Abdullah Karatash (Head of US Fixed Income Credit Trading for Natixis) e anche il pubblico alla fine ha posto delle domande. Karatash, ha esordito con un “vorremmo la prospettiva di Quintavalle su tutto quello che sta succedendo in Europa”.
“Su tutto?” con bellissimo largo sorriso il console Quintavalle, ha avvertito subito: “Lo scopo di questo incontro è forse troppo ambizioso.
Ci sono importanti economisti che si sono già espressi sulle origini di questa crisi economica in Italia e in Europa. E hanno guardato alle differenti implicazioni sociali e politiche. Questo non significa che sono riusciti ad essere convincenti nelle loro soluzioni… Comunque loro sono gli esperti. Non aspettatevi da me qualcosa di nuovo o chissà quale soluzione. Io mi limiterò a fornirvi ciò che penso sia successo all’economia europea e la mia comprensione delle misure prese a livello Ue, per poi focalizzarmi alla situazione in Italia”.
E così, in circa mezz’ora, Quintavalle ha fatto una panoramica dei rapporti di forza in Europa rispetto a due crisi principali: quella del 2008 che colpì le banche, e poi quella del debito sovrano. “Avrebbero potuto entrambe avere degli effetti distruttivi più gravi, ma sono stati contenuti, grazie all’intervento pubblico dei governi che continua ancora adesso.”
Per Quintavalle gli effetti della crisi economica sono stati arginati, però ci sono delle enormi Giovedifferenze tra i Paesi. Ma il console d’Italia si mostra ottimista con un dato: “E’ previsto che il tasso di crescita del Gdp dell’euro zona tornì in positivo già dall’anno prossimo”.
“Il consolidamento fiscale non può essere un obiettivo in sé, è solo un prerequisito per una crescita sostenibile. Sono le riforme strutturali che restano la leva principale a nostra disposizione. E sappiamo che gli effetti non sono immediati, ma possono fare la dfferenza con il tempo creando posti di lavoro. Questo non è sempre facile da capire per chi sta soffrendo durante questa fase di riforme”.
A livello europeo le riforme, in tutti i settori, sono state definite da Quintavalle “coraggiose”. “Siamo tutti convinti che la coesione sociale può essere raggiunta quando i sacrifici economici saranno equamente suddivisi”. La diplomatica italiana ha ricordato i trattati in seno all’Ue modificati con successo, come “l’European stability mechanism” firmato il 2 febbraio “con una capacità di intervento di 800 miliardi di euro contro le speculazioni, il cosidetto ‘fire wall’”.
Quando Quintavalle è passata all’Italia, è sembrata ancora più ottimista. L’approccio riformista del governo Monti spiegato nei dettagli, con il console che in italiano ha elencato le tre fasi: “Salva Italia, Libera Italia, e Cresci Italia”. La prima si concentra sui tagli e la crescita delle entrate attraverso la lotta all’evasione fiscale; la seconda sull’equità sociale, la terza sulle riforme strutturali, liberalizzazioni e agevolazione della competizione. Inoltre un programma generale di riforme a partire dalle pensioni, dal lavoro e della giustizia. E poi tagli anche sul costo della politica…
Quintavalle ha ricordato la visita del ministro della Giustizia Paola Severino a New York, che si sta impegnando a fondo sulle riforme, così come ha elogiato la presenza nel governo Monti di altre donne a capo di ministeri di peso, con Fornero al Lavoro e Cancellieri agli Interni.
Sul problema Grecia, Quintavalle ha ricordato che “non è possibile per la Grecia l’abbandono dell’euro, perché non c’è un meccanismo che lo consenta. Si può uscire dall’Ue, ma non dalla moneta unica. E questa evenienza non sarebbe in problema solo per l’Italia o la Spagna, ma per tutta l’Ue, e quindi per il mondo”. E ancora: “Non credo che la vecchia idea di creare un’Europa a due velocità possa funzionare”.
Per Quintavalle, “ormai l’Europa è un’entità, fatta anche di una enorme burocrazia che potrà sembrare alle volte un peso, ma che rende anche il processo di integrazione ormai irreversibile”.
Cioè l’Ue non torna indietro. Per Quintavalle, “l’esperienza della moneta unica è positiva anche per i grandi Paesi come l’Italia e anche la Francia, perché non c’è possibilità che in questa nuova cornice geopolitica questi Paesi possano avvantaggiarsi fuori dal sistema Ue. Poprio non credo che si possa tornare ad un mercato comune senza una moneta comune. L’Ue è una realtà, non si tornerà indietro. Semmai da questa crisi si dovrà uscire con maggiore integrazione, anche politica. Questa è la mia opinione”.