Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Mi chiamo Tony D’aversa, ho 52 anni e sono un imprenditore italo-canadese nato a Toronto da genitori italiani. Ho vissuto in Italia per più di 10 anni e nel 2005 sono rientrato in Canada insieme a mia moglie e i miei figli. Sono presidente e fondatore di un’azienda leader e innovativa nel settore del packaging per prodotti alimentari che sono orgogliosamente “Made in Italy”. Ho cominciato la mia carriera di imprenditore da ragazzo seguendo I’esempio della famiglia, che è radicata nella comunità italiana in Canada da 50 anni e da sempre si è dedicata al servizio di tutti gli Italiani. Sono orgoglioso del mio impegno all’interno della comunità con progetti concreti a sostegno dello sviluppo economico, la cultura e la solidarietà. Sono fiero ed onorato di essere il candidato al Senato per Liberi e Uguali perché credo nel progetto politico di questo partito che nasce per restituire speranza nella democrazia a milioni di cittadine e cittadini italiani che oggi non si sentono più rappresentati da nessuno e che hanno bisogno di un cambiamento concreto. L’obiettivo è cambiare davvero l’Italia e restituire alla politica il suo ruolo di servizio a favore dei cittadini. Per riuscirci c’è bisogno del contributo di tutti. Per quanto riguarda le altre domande, ho sviluppato alcune delle mie risposte insieme al candidato alla Camera Giuseppe Continiello. Per questo saranno simili”.
Quale considerate il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“Istruzione e ricerca: al primo posto. Da troppo, ormai, l’Italia è agli ultimi posti per investimenti in cultura. Perché la scuola funzioni davvero gli insegnanti devono essere fieri del proprio lavoro, così da restituire il meglio di loro stessi ai loro studenti. Una scuola povera, senza mezzi, con insegnanti mortificati determina una società frantumata, rancorosa e ignorante di tutto. E allora: si parte dall’adeguare gli stipendi degli insegnanti agli standard europei. Poi, si investe nell’edilizia scolastica e si continua con programmi di alternanza scuola-lavoro per offrire agli studenti strumenti per comprendere il mondo del lavoro e portarvi elementi di innovazione e di spirito critico. Gli investimenti in ricerca e formazione sono la condizione per uscire dalla crisi. Pertanto, sul piano della formazione, occorre ripensare radicalmente i tirocini in azienda e i crediti per esperienze in impresa. Su quello della ricerca, è necessario creare un Fondo Nazionale per la Ricerca di Base e attivare, da subito, Corsi Superiori a valenza nazionale di Management della Ricerca e dell’Innovazione, volti sia a diffondere nuove competenze che a formare esperti capaci di valorizzare i risultati scientifici e tecnologici e di trasferire innovazione nel mercato”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero e in particolare in Nord-Centro America considerate la più urgente e cosa proporreste fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“Consideriamo più urgente il tema di come è cambiato il mondo dell’emigrazione italiana, che si è arricchito di nuove espressioni di mobilità, per nulla tutelate. Proporremmo, fin dal primo giorno, la parità di diritti con gli Italiani residenti in Italia, abolendo i diritti tassati (come quello sul riacquisto della cittadinanza e l’IMU sulla casa in Italia)”.
Sareste disposti e quanto ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero?
“Si, nel modo più convinto. L’interesse degli Italiani all’estero è la mia priorità e di tutti noi di Liberi e Uguali”.
C’e una forza politica o un leader politico al quale voi non votereste mai la fiducia in Parlamento anche se il vostro partito ve lo chiedesse?
“Matteo Salvini e la sua Lega, contraria agli stranieri e a tutto ciò che è straniero considerato il fatto che viviamo all’estero, in un Paese che riconosce ed apprezza il contributo dell’emigrazione”.
Il Nord e Centro America è una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensate realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vive? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“I Com.It.Es., emanazione diretta delle comunità territoriali, e i Patronati, ripensati anche per fornire assistenza per l’inserimento nel tessuto sociale delle società ospiti degli Italiani di nuova emigrazione sono, con il CGIE (organismo di raccordo e di sintesi delle proposte e delle richieste dei Com.It.Es. e delle associazioni italiane all’estero), fondamentali come organi di conoscenza e di consulenza specifica del parlamentare eletto all’estero. Se questo non perde il contatto con: Com.It.Es., Patronati e CGIE non corre nessun rischio di distacco dal proprio territorio.
Personalmente, penso inoltre che bisognerebbe rivedere i confini delle circoscrizioni al fine di curare più da vicino le problematiche delle entità locali”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…). Eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa fareste di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“Potenzierò e riformerò la scuola italiana all’estero: più scuole italiane all’estero, non solo per i figli e per i nipoti degli Italiani, ma anche per i tanti che sanno che la cultura italiana è preziosa; insegnanti di qualità (penso alle abilitazioni e alle certificazioni internazionali per l’insegnamento della lingua italiana all’estero). Materiale didattico aggiornato (l’importanza delle piattaforme informatiche per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana)”.
Cosa vorreste che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Santo Domingo…) e cosa invece vorreste che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“In veste di cittadino canadese vorrei che il Canada imitasse l’Italia nell’elezione dei senatori e che questi fossero eletti direttamente dai cittadini invece che essere nominati. Come cittadino italiano, vorrei che l’Italia imitasse il Canada con più trasparenza e efficienza”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come della letteratura, arti, scienza…) al quale vorreste ispirarvi nei valori e nelle idee per la vostra carriera in Parlamento?
“Mi piace spesso ricordare l’esperienza di vita di Fiorello La Guardia, amato sindaco di New York. La Guardia ha saputo usare la sua italianità, il suo duro lavoro e la determinazione e per costruirsi un futuro oltreoceano e conquistare la fiducia di milioni di americani. Per me La Guardia incarna perfettamente l’eccellenza italiana esportata all’estero e il riscatto sociale di tutti gli emigrati italiani”.
Cosa pensate delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un donna?
“L’uguaglianza non ammette distinzioni. Sono necessari progetti formativi, anche scolastici, efficaci sull’educazione affettiva, sessuale e alle differenze e devono essere introdotte misure efficaci, dal punto di vista normativo, per inasprire le pene e renderle certe per chi commette violenza nei confronti delle donne. Per rendere le donne libere di scegliere e maggiormente fiduciose nel proprio futuro, è davvero tempo che una donna sia eletta Presidente della Repubblica. L’Italia sarebbe, certamente, un Paese migliore!”