Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?
“Ho vissuto per tre anni in Nord America, per studio e per lavoro. Qualche giorno prima della tragedia delle Torri gemelle ho deciso di tornare in Italia nella mia città, Matera, oggi designata Capitale Europea della Cultura nel 2019. Quelli vissuti fra New York, Boston e anche San Francisco sono stati anni intensi e costruttivi che mi hanno consentito di accrescere le mie competenze professionali e di costruire relazioni proficue con tanti italiani che vivono lì e con cui continuo a tenere rapporti molto saldi sia dal punto di vista professionale che umano, anche grazie al Women’s Fiction Festival che organizzo dall’anno 2004. Ho accettato molto volentieri e con grande senso di responsabilità questa candidatura con +Europa con Emma Bonino per contrastare le nuove ondate nazionaliste che imperano e portare al centro del dibattito pubblico la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Solo con un’Europa più forte possiamo avere un’Italia più forte, libera, civile, ricca di opportunità, di diritti e doveri e di democrazia e di pace”.
Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?
“Sono tanti i problemi, ma credo che il primo sia quello del debito pubblico pari al 132% sul Pil del 2016. È una grandissima difficoltà per l’Italia che fa registrare anche 70 miliardi di spesa per gli interessi, soffoca la crescita economica e compromette il futuro di intere generazioni. Non è colpa dell’euro ma di riforme sbagliate che minacciano il nostro benessere. Mettere al sicuro i conti pubblici è indispensabile per raggiungere il pareggio di bilancio e poi operare interventi di tagli alle tasse”.
Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?
“I problemi dei cittadini italiani residenti all’estero sono diversi e guardandoli da questa parte dell’oceano posso dire che riacquistare la cittadinanza sia fondamentale per poter essere cittadini dei due mondi, cittadini europei. Non da meno sono i problemi di riconoscimento dei diritti sul fronte fiscale, sul pagamento delle tasse Imu, Tasi e Tari, sul potenziamento digitale dei servizi consolari che solo grazie alle risorse europee e nazionali investite nel programma Agenda Digitale possono essere risolti, così come la promozione del Sistema Italia da rafforzare nella sua globalità”.
Sarebbe disposta, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?
“La nostra lista si chiama non a caso +Europa e, nelle circoscrizioni estere, è sostenuta da una rete di giovani raggruppati nell’associazione “Movimenta”. L’impegno in politica nasce anche per difendere i diritti dei tanti giovani che come noi sono stati costretti a lasciare la propria casa, la propria terra per lavorare altrove. Ognuno di noi ha già un proprio lavoro di cui è orgoglioso. Pertanto ogni scelta che saremo chiamati a fare in Parlamento sarà dettata unicamente dall’interesse reale e oggettivo nei confronti degli italiani che vivono all’estero”.
Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?
“Oggi, con le nuove tecnologie, è cambiato il mondo. Si può essere un punto di riferimento serio e qualificato per le istanze di tutti i residenti italiani in America, anche di coloro che hanno scelto, per sfiducia, di non partecipare al voto. L’importante è avere una visione lunga, lavorare con determinazione e serietà per soddisfare le istanze degli italiani all’estero cogliendo anche le opportunità che l’Europa ci offre. E questo lo si può fare presidiando quotidianamente le stanze romane, controllando che le nostre proposte, quelle per gli italiani all’estero, non vengano scippate all’ultimo momento come purtroppo troppo spesso è accaduto in passato”.
La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?
“Dare continuità a quanto realizzato attraverso l’emendamento Omnibus dell’ultima legge di bilancio, con cui sono stati finanziati i capitoli di spesa per le comunità italiane all’estero, in particolare per le voci concernenti la cultura e l’informazione potrebbe essere già un buon inizio incrementando via via la dotazione finanziaria di queste misure. La promozione della lingua italiana riveste una grande importanza per la politica estera. Va consolidata e rafforzata, con ulteriori risorse finanziarie, l’azione di sistema messa in piedi dagli attori che lavorano insieme per la promozione della cultura italiana all’estero: Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, il mondo della scuola, quello degli Enti gestori, nonché la realtà universitaria e dell’alta formazione ma anche il Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e la società Dante Alighieri”.
Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?
“Non esiste una democrazia perfetta e, in entrambi i casi, ci troviamo alcune volte di fronte a situazioni di “demopazzia” da non imitare. L’Italia avrebbe bisogno di maggiore stabilità politica e dentro un Europa federale, simile agli Stati Uniti, ne uscirebbe rafforzata. L’America oggi sembra subire una recessione democratica ma il suo modello federale ispira la costituzione degli Stati Uniti d’Europa”.
C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?
“Potrà sembrare scontato, ma Emma Bonino, la nostra leader, rappresenta davvero una persona a cui ispirarsi per i valori che caratterizzano la sua storia e il suo impegno. E’ una donna che ha combattuto contro tutti, in particolare con i poteri forti, per difendere i diritti civili, a partire da quelli delle donne”.
Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?
“In Italia il più alto costo della sottoutilizzazione del capitale umano è quello femminile, pari a 88 miliardi di euro l’anno, il più alto in Europa secondo Eurofund. A questo si sommano gli abusi e le violenze che affliggono su scala universale le donne. Non è solo uno scandalo di Hollywood ma un fenomeno che va affrontato con strumenti legislativi per la prevenzione e le pene, la tutela e per l’educazione alla parità di genere e al rispetto. Il vero problema culturale riguarda gli uomini, sono loro che devono essere parte della soluzione. I tempi sono maturi per eleggere una presidente della Repubblica donna. E credo che Emma Bonino, come già ha dimostrato al parlamento europeo, possa essere la persona giusta”.