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February 12, 2018
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Alessandro Iossa: un rinnovamento culturale che metta la giustizia al centro

Per il candidato al Senato M5S del Colorado, certezze legislative "per stimolare il rispetto sociale, creare meritocrazia, rilanciando l’economia e il rispetto nella società civile”

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Alessandro Iossa: un rinnovamento culturale che metta la giustizia al centro

Alessandro Iossa, candidato al Senato per M5S

Time: 6 mins read

Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista?

“Nato e cresciuto a Genova, vivo negli USA dal 2002. Sono sposato con mia moglie Anne, cittadina statunitense, dal 2000. Dopo alcuni anni vissuti in Italia abbiamo deciso di trasferirci negli Stati Uniti, e viviamo a Denver, nel Colorado. Sono diventato cittadino americano nel 2008, e l’anno successivo mia moglie è stata naturalizzata cittadina italiana. Ho conseguito due graduate degrees in business presso CU Denver (un MBA ed un MS in International Business) e lavoro come Program Manager nel settore IT. Ho deciso di candidarmi per una combinazione di fattori. Innanzitutto il mio amore per l’Italia, forte in me da sempre, la stessa motivazione che mi spinse ad arruolarmi nell’Arma dei Carabinieri. Poi la frustrazione di vedere il potenziale del nostro Paese buttato al vento. Infine la voglia di mettere al servizio dei miei concittadini la somma delle mie esperienze. Con il Movimento 5 Stelle perché ritengo la questione morale e la giustizia punti essenziali per il rilancio del Paese, e mai potrei sostenere partiti che candidano indagati e pregiudicati, o che in anni di malgoverno hanno dimostrato la loro incompetenza o mancanza di volontà nel risolvere i problemi strutturali dell’Italia”.

 Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?

 “Una domanda breve ma con una risposta complessa. Non esiste un singolo problema, purtroppo, ma una concatenazione di problemi strutturali che rendono la sfida difficile. Senz’altro si deve partire da un rinnovamento culturale che metta la giustizia al centro della conversazione, per dare certezze legislative, stimolare il rispetto sociale, creare meritocrazia, rilanciando l’economia e il rispetto nella società civile”.

Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residenti all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento?

 “Come cittadino di questa vasta circoscrizione, e residente in una città senza uffici consolari, conosco bene le frustrazioni di noi emigrati. Credo che una semplificazione normativa, inclusa la possibilità di accedere a risorse per via digitale, semplificherebbe molto la nostra interazione con le istituzioni italiane. Rientra nella logica del riportare la pubblica amministrazione al servizio del cittadino. La semplificazione normativa e la digitalizzazione della pubblica amministrazione sono punti centrali del programma del M5S”.

 Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’e’ una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse?

 “Non sono a favore della difesa di interessi particolari che vanno contro quelli della collettività, e parimenti mi oppongo ad azioni che colpiscono ingiustamente una singola categoria. Credo nell’obbligo morale di un rappresentante di farsi portavoce dei problemi del suo diretto elettorato, pertanto non esiterei ad esprimere il mio dissenso qualora lo ritenessi necessario. Non potrei mai dare la fiducia a professionisti della politica che mettono i loro interessi personali sopra quelli del cittadino, o ad indagati, pregiudicati, razzisti, estremisti, misogini, fascisti, e ai loro complici simpatizzanti”.

 Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?

 “Indubbiamente, il rischio c’è. Per questo credo che il/la rappresentante di questa nostra ripartizione debba visitare frequentemente le varie comunità, per essere sempre in contatto con i problemi reali di noi italiani residenti all’estero, e proporre quindi soluzioni legislative concrete”.

 La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?

 “Il modo migliore per stimolare la conoscenza dell’italiano all’estero è lavorare per rilanciare l’economia italiana. Se sviluppassimo il potenziale economico del Paese, e investissimo quindi nel renderlo una meta sempre più appetibile per turisti quanto per business, attirando FDI (foreign direct investment) e talento dall’estero, rilanciando le nostre università e incrementando gli scambi con facoltà straniere, l’italiano diventerebbe automaticamente una lingua più desiderabile”.

 Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…) e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia?

“Del sistema politico statunitense apprezzo il forte legame tra l’elettorato e i rappresentanti, sia a livello locale che nazionale. L’elettore sa (o comunque può facilmente sapere se lo desidera) chi è il suo rappresentante, come vota, e questo ne accresce la “accountability”, realizzata anche attraverso primarie e “town halls”. Non è un sistema perfetto, ma lo trovo comunque ben più efficiente dell’attuale sistema elettorale italiano, che permette ai partiti di selezionare candidati completamente estranei al territorio che dovrebbero rappresentare. Dell’Italia gli US potrebbero copiare le modalità di voto, anche queste non perfette, ma decisamente migliori di quelle statunitensi, assolutamente inadeguate. Mi riferisco specificamente a pratiche come la registrazione automatica al voto per i cittadini maggiorenni, lo svolgimento delle elezioni nel weekend, l’accesso a seggi distribuiti convenientemente sul territorio, l’uso del supporto cartaceo per una tracciatura del voto, almeno fino alla disponibilità di sistemi informatici a prova di intrusioni”.

 C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento?

 “Una scelta difficile, visti gli innumerevoli italiani che hanno dato un contributo notevole al progresso dell’umanità. Senz’altro un modello esemplare è stata Rita Levi Montalcini, per la sua umiltà, il coraggio, la tenacia, l’ingegno”.

 Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna?

 “Sono problematiche reali, gravi, con forti ripercussioni su tutti i settori della società. Credo si debbano rivedere leggi e attività di polizia per garantire la tutela delle donne. Interventi sono anche necessari per rilanciare l’occupazione femminile, oggi ancora inferiore al 50%, tra i valori più bassi in Europa, per eliminare discriminazioni, gap salariali ed occupazionali, ed avere maggior presenza di donne in posizioni di leadership, politica inclusa. Sarei assolutamente lieto dare il mio appoggio a donne competenti ed oneste per ricoprire le più alte cariche istituzionali, mi auguro questo possa avvenire presto. Una società progredisce rapidamente quando si creano i presupposti per la massimizzazione del potenziale di ogni singolo cittadino, nessuno escluso. Trascurare il contributo femminile, oltre ad essere un volgare anacronismo, significa mettere un freno all’avanzamento del sistema Italia”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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