La mancata rielezione Di Luigi Di Maio ha spaccato in due la sua Pomigliano d’Arco, tra i fedelissimi che lo avrebbero voluto rivedere seduto in Parlamento,e quelli che invece lo accusano di aver “tradito” la loro fiducia lasciando il M5s.
“È un bravo ragazzo – spiegano alcuni anziani fermi nei pressi del Municipio – io l’ho votato, poteva continuare a far del bene alla nostra città. Non contano i partiti, ma chi li compone. E lui è una brava persona”.
Più critici altri, che invece lo avrebbero voluto “fedele” a Conte. “La sua ambizione ha pagato – sottolineano – doveva restare col presidente Conte, invece ha scelto il Pd, voleva tenersi la poltrona. La gente lo ha punito”.
Il Movimento 5stelle ha fatto il pieno di voti nella città di Luigi Di Maio, il cui partito si piazza per le uninominali solo al quinto posto, dietro anche al Pd, Fdi, e Calenda. Con 5994 voti, il partito di Conte supera l’enfant prodige pomiglianese che nella sua città deteneva, nel 2018, il 64,95% di preferenze (15117 voti) e oltre 800 voti in più rispetto al Movimento 5 stelle col quale era candidato.
A Pomigliano d’Arco i pentastellati nel collegio uninominale che vedeva come candidata la acerrana Carmela Autiemma, sono usciti come prima forza politica con 6231 preferenze (35,88%), davanti al centrosinistra (5027 voti e 28,95%) e al centrodestra, 3627 voti (20,89%), mentre il terzo polo ha racimolato 1719 preferenze (9,9%).
Ieri “Impegno civico”, invece, è riuscito ad ottenere a Pomigliano d’Arco solo 1157 voti (6,99%), rispetto al 35,91% del Movimento 5 stelle, e le 2888 preferenze del Pd. Meglio di Di Maio e’ riuscito a fare anche Fdi (1589 voti) e Calenda (1538). Quest’ultimo vantava la candidatura Di Vincenzo Romano, attuale consigliere comunale Di minoranza a Pomigliano d’Arco.