Chi sono?
Ho 52 anni e sono cresciuto a Grottaglie, in provincia di Taranto, Puglia, regione industriosa del Sud d’Italia, bagnata dal sole e dal mare. Vivo a New York dagli Anni Novanta.
Cosa faccio?
Sono un manager pubblico e privato ed “entrepreneur”, come si dice qui, specializzato in innovazione e sostenibilità urbana. Ho servito per lunghi anni l’amministrazione della città di New York, a livello dirigenziale. Sono stato Managing Director – Tech and Innovation Partnerships nello staff del CEO della New York City Housing Authority (NYCHA), il più grande sistema di “case popolari” in Occidente che gestisce 180 mila appartamenti con 450 mila inquilini. Mi sono dedicato a portare soluzioni avanzate per la decarbonizzazione del portfolio. Dal 2014 al 2016 sono stato a capo del commercio estero della città come direttore internazionale della New York City Economic Development Corporation (NYCEDC), con la missione di attrarre imprese innovative per far crescere l’ecosistema di innovazione della città (ormai solidamente il più importante tech hub del mondo dopo la Silicon Valley). Ho creato una rete globale di rapporti con sindaci, ministri e venture capitalist, coinvolgendo circa 500 aziende. Ha lavorato in precedenza nella finanza privata presso Muzinich & Co, una delle più prestigiose aziende di gestione di credito a imprese con un portafoglio di 35 miliardi di dollari.
Cosa ho studiato?
Mi sono laureato in Economia Politica alla Bocconi, e poi ho lavorato alla Commissione europea e nella consulenza. Negli USA sono arrivato con una borsa Fulbright, e ho conseguito un master a Yale in International Economics. Parlo quattro lingue: oltre ad essere (quasi) bilingue in italiano e inglese, anche lo spagnolo e francese.
Per cosa mi batto?
Da sempre per la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale. Sono un progressista, anche radicale in alcuni casi, come nei diritti civili e sociali, ma sono anche pragmatico e credo in un mercato che funzioni, nella libera impresa, e in uno Stato smart in grado di creare opportunità senza sostituirsi alle imprese e le non-profit. A New York ho coniugato innovazione e sostegno agli immigrati lanciando IN2.NYC, il primo programma cittadino negli Usa di visti H1B, esclusi dalla normale quota annuale, riservati a start up founder stranieri, in partnership con sette college pubblici della City University of New York (CUNY).
Cosa mi lega all’Italia?
L’amore per la mia terra, la voglia di migliorare il mio paese e le condizioni degli italiani in Nord/Centro America. Per anni sono stato (anche mio malgrado) punto di riferimento per molti esponenti del centrosinistra italiano per i rapporti con i massimi livelli dei Democratici Usa, grazie al mio impegno e lunga esperienza in campagne americane, fra cui Obama 2008 e 2012. In Italia (e nel mondo) partecipo al dibattito pubblico con frequenti conferenze e con interventi e articoli sui maggiori media come La Repubblica, Il Riformista, RaiNews24, Il Sole 24 Ore. Negli USA sono stato ospite di CNBC, Bloomberg Radio e scrivo su Crain’s New York.
Amo entrambe con la stessa intensità ma in modo diverso: l’Italia è mia madre, l’America è la mia sposa.