In un’elezione che ha messo in luce le tensioni generazionali all’interno del Partito Democratico, Adelita Grijalva ha conquistato a sorpresa la nomination per il seggio alla Camera degli Stati Uniti lasciato vacante dal padre, il veterano Raúl Grijalva, morto per un cancro ai polmoni. La sua vittoria, maturata martedì sotto i riflettori nazionali, ha scardinato le aspettative di chi puntava tutto sulla sfida lanciata dalla giovane attivista Deja Foxx, esponente della Generazione Z e volto nuovo della sinistra digitale.
Grijalva, ex supervisore della contea di Pima, è riuscita a imporsi su altri quattro candidati, inclusa Foxx, che a soli 25 anni era riuscita a costruirsi una campagna brillante e innovativa, appoggiata da figure di spicco. Eppure, nonostante un forte slancio online e un’intensa copertura mediatica, la sua proposta di “cambio generazionale” non è riuscita a scalzare il peso della tradizione e delle reti consolidate della 54enne.
Il risultato, secondo alcuni analisti politici, rivelerebbe quanto sia ancora potente il legame tra nome, territorio e macchina elettorale. Il cognome Grijalva, infatti, conserva un’aura quasi leggendaria nel distretto che comprende parti di Tucson e le aree di confine, dove Raúl aveva coltivato un seguito fedele per decenni. Anche se altri osservatori avevano ipotizzato che Adelita avrebbe faticato a svincolarsi dall’accusa di “politica dinastica”,
Non è stata una corsa tra moderati e progressisti: entrambe le principali contendenti si sono presentate con piattaforme fortemente emancipate. La vera spaccatura è stata anagrafica. Foxx si è rivolta esplicitamente alla nuova generazione di elettori e ha fatto della comunicazione digitale la colonna portante della sua corsa. Ha sorpreso molti strateghi democratici con la sua capacità di raccogliere fondi attraverso i social media, di creare contenuti virali e di catalizzare l’attenzione. La sua campagna è diventata un caso studio di come gli influencer potrebbero rivoluzionare il modo di fare politica.
Tuttavia, la strategia tradizionale ha prevalso. Grijalva ha ottenuto l’appoggio trasversale di figure istituzionali e gruppi influenti, tra cui entrambi i senatori dell’Arizona, Emily’s List, il Progressive Caucus e il Working Families Party. Il suo percorso è stato meno spettacolare, ma più radicato.
La sua vittoria riecheggia un modello già visto recentemente: anche in Virginia del Nord, James Walkinshaw successore del deputato “Gerry” Connolly, è stato scelto tra le fila dell’apparato Dem. Come nel caso di Grijalva, si è trattato di una figura con profonde connessioni personali e politiche con il predecessore scomparso.
Foxx, ha comunque accettato la sconfitta con compostezza, dichiarando che la sfida è stata solo l’inizio di un percorso più ampio. Il materiale prodotto durante la campagna, inclusa una docu-serie realizzata da una casa di produzione democratica, è pensato come risorsa per i candidati del futuro.
Ora, con il distretto saldamente in mano ai Democratici, la neo eletta si avvia verso le elezioni speciali di settembre da favorita assoluta. Seppure la sua vittoria rappresenti un paradosso: in un’epoca che sembra invocare il cambiamento radicale.