Con un discorso ambizioso e carico di retorica patriottica, il presidente Donald Trump ha aperto a Pittsburgh il Pennsylvania Energy and Innovation Summit, annunciando un piano da 92 miliardi di dollari per rafforzare la leadership americana nell’intelligenza artificiale. “Il futuro è qui, in America,” ha dichiarato Trump alla Carnegie Mellon University, davanti a una platea selezionata di CEO dell’hi-tech e dell’energia. “Siamo avanti alla Cina, e ci resteremo.”
Al centro dell’iniziativa: nuovi data center ad alta intensità energetica, potenziamento delle infrastrutture, produzione interna – soprattutto da gas naturale – e programmi di formazione tecnica. Il piano si inserisce nel più vasto progetto “Stargate”, con cui l’amministrazione mira ad attrarre fino a 500 miliardi di dollari di capitali privati.
Tra i protagonisti del summit, i vertici di Google, Amazon, Microsoft, Chevron, BlackRock, Exxon, Palantir, CoreWeave, Anthropic. Solo Google ha confermato 25 miliardi di investimenti, CoreWeave costruirà un data center da 6 miliardi con una capacità iniziale di 300 megawatt. Assente illustre Elon Musk, fondatore di OpenAI e CEO di xAI e Tesla, escluso da un evento che molti vedono come una vetrina per la nuova élite trumpiana dell’AI.
Trump ha approfittato della tappa in Pennsylvania per rivendicare le sue credenziali accademiche – “mio zio è stato professore al MIT per 51 anni” – e per ribadire il suo approccio industrialista: meno vincoli ambientali, più energia domestica. Poco prima dell’evento ha rilanciato su Truth Social un editoriale del CEO di Chevron, Mike Wirth, che avverte: affidarsi solo alle rinnovabili rischia di far rallentare gli Stati Uniti mentre la Cina accelera.
Accanto a Trump, il senatore Dave McCormick ha definito la Pennsylvania “crocevia della rivoluzione energetica e tecnologica”, e ha invocato un’alleanza bipartisan per attrarre investimenti: “Se sei un CEO e il governatore parla male del governo federale, ti passa la voglia di costruire qui.” Il riferimento è stato subito raccolto dal governatore democratico Josh Shapiro, presente al summit, considerato da molti un potenziale candidato presidenziale per il 2028. Shapiro ha difeso la linea comune: “Siamo il secondo produttore di energia del Paese, abbiamo la forza lavoro, la posizione strategica e le università per guidare questa transizione.”
Durante il panel moderato dalla presidente della Penn State University, Shapiro e McCormick hanno condiviso l’impegno per accelerare le autorizzazioni, attrarre capitali e formare competenze locali. “È un gioco a somma zero – ha detto McCormick – competiamo con altri Stati, con altri Paesi. Bisogna agire come squadra.”
Ma fuori dal campus la realtà è più tesa. Docenti, studenti e gruppi ambientalisti hanno protestato contro l’esclusione di esperti indipendenti e contro l’egemonia dei combustibili fossili nel piano federale. “Promettono innovazione ma ignorano l’impatto ambientale dell’AI,” ha detto Carrie McDonough, docente di chimica ambientale alla CMU. “I data center consumano enormi quantità di energia e acqua, ma questi temi qui non trovano spazio.”
Anche i College Democrats della CMU hanno espresso dissenso. “Speriamo che il governatore Shapiro dia priorità alla popolazione e non solo ai numeri,” ha affermato Brian Tosh. Il vertice, dicono, rischia di portare sì ricchezza, ma al costo di marginalizzare le comunità locali e peggiorare l’impronta ambientale della regione.
In una lettera aperta, il presidente della CMU Farnam Jahanian ha difeso la decisione di ospitare il summit: “Le università devono essere luoghi dove si ascoltano prospettive divergenti. Accogliere chi la pensa diversamente è parte della nostra responsabilità civica.”