Andrew Cuomo non si arrende. Dopo la clamorosa sconfitta alle primarie democratiche per mano del giovane Zohran Mamdani, l’ex governatore di New York ha annunciato lunedì che correrà come candidato indipendente alle elezioni generali di novembre per la carica di sindaco della Grande Mela.
“Solo il 13% dei newyorkesi ha votato alle primarie di giugno. Le elezioni vere, quelle generali, si terranno a novembre. E io sono qui per vincerle” ha dichiarato Cuomo in un video diffuso sui suoi canali social. Il tono è combattivo, la sfida lanciata con decisione: “Il mio avversario, Mamdani, lancia slogan divertenti ma nessuna soluzione concreta”.
Il ritorno in pista di Cuomo arriva in un momento delicato, dopo che la vittoria di Mamdani, trentatré anni, consigliere statale del Queens, nato in Uganda, ha scosso il Partito Democratico. La sua ascesa ha sorpreso molti, grazie a una campagna vibrante incentrata su affitti congelati, università pubblica gratuita, trasporto gratuito sugli autobus e supermercati municipali. Un programma portato avanti da un esercito di volontari e potenziato da una strategia efficace sui social media, TikTok in primis. Un messaggio diretto, che ha fatto breccia in una generazione stanca del vecchio establishment, che parla molto e conclude poco.
Cuomo, ex governatore per tre mandati dimessosi nel 2021 travolto da scandali, era dato per favorito, forte di un nome conosciuto e di solide risorse politiche. Ma non è bastato. “A meno che non abbiate vissuto sotto una roccia, sapete che le primarie democratiche non sono andate come speravo” ha ammesso con un sorriso amaro. Poi ha aggiunto: “Come diceva mio nonno, quando vieni abbattuto, impara la lezione, rialzati e rimettiti in gioco. È quello che farò. La lotta per salvare la nostra città non è finita”.
Dal canto suo, Mamdani ha accolto la notizia con apparente serenità. “Do il benvenuto a tutti in questa corsa. Sono fiducioso come tre settimane fa, quando ho vinto le primarie” ha detto, prima di lanciare una stoccata all’ex governatore. “Credo che stia faticando ad accettare il significato del voto. Per mesi ci dicevano che Cuomo era il favorito. Lui stesso ne era convinto”.
L’annuncio di Cuomo non è arrivato del tutto a sorpresa. Dopo la sconfitta, aveva lasciato la porta aperta a una candidatura indipendente e non ha mai formalizzato il ritiro nei tempi previsti dalle regole elettorali dello Stato di New York. Tuttavia, fino a pochi giorni fa, secondo fonti di Fox News, non era ancora chiaro se fosse davvero intenzionato a condurre una campagna elettorale attiva durante l’estate.
Ora lo scenario delle elezioni generali di novembre è affollato e potenzialmente esplosivo. Oltre a Mamdani e Cuomo, sulla scheda ci sarà anche l’attuale sindaco Eric Adams, uscito dalle primarie democratiche dopo un crollo nei sondaggi e numerose controversie giudiziarie, che ha scelto a sua volta di candidarsi come indipendente. A completare il quadro ci sono Jim Walden, ex procuratore federale, e Curtis Sliwa, storico fondatore dei Guardian Angels, di nuovo candidato per i repubblicani.
In una città dove vincere le primarie democratiche ha quasi sempre significato vincere anche le elezioni, la sfida di Cuomo e Adams apre a uno scenario nuovo e imprevedibile. Una battaglia a più voci, in cui il voto progressista rischia di dividersi, mettendo in discussione l’intero equilibrio politico della capitale finanziaria d’America.