Con l’arrivo del “grande e bellissimo disegno di legge” al Senato, la battaglia politica su tasse, sanità e incentivi alle imprese entra nella sua fase decisiva. Dopo l’approvazione alla Camera, il pacchetto di riforme voluto dalla Casa Bianca, che gonfia la spesa pubblica federale di altri 4.800 miliardi di dollari, dovrà ora affrontare il filtro della Commissione Finanze del Senato, dove il presidente Mike Crapo ha reso nota l’attesissima versione della sezione fiscale del disegno di legge.
Il testo, che rappresenta il cuore della piattaforma economica di Trump, renderebbe permanenti i tagli alle imposte sulle società del 2017, eliminerebbe gradualmente gli incentivi fiscali alle energie rinnovabili introdotti sotto l’amministrazione Biden e introdurrebbe agevolazioni populiste per i lavoratori dipendenti, come l’esenzione dalle imposte per straordinari e mance. Ma include anche misure destinate a inasprire i requisiti per Medicaid, a ridurre la quota di finanziamento federale agli Stati e ad aumentare il tetto del debito di ben 5.000 miliardi di dollari – 1.000 in più rispetto al provvedimento votato alla Camera.
La partita si gioca sotto il vincolo della reconciliation, la procedura che consente di glissare il filibuster con una semplice maggioranza. Tuttavia, ogni disposizione dovrà passare al vaglio della Parliamentarian del Senato, Elizabeth MacDonough, secondo i rigidi criteri della Byrd Rule, che vieta l’inclusione di misure non strettamente legate al bilancio. Alcune incoerenze sono già emerse, e diversi emendamenti sono sotto esame.
Il testo del Senato, secondo fonti repubblicane, va ben oltre quello approvato dalla Camera, soprattutto sulla sanità. Tra le modifiche più rilevanti: obbligo per gli Stati di verificare l’idoneità dei beneficiari di Medicaid ogni sei mesi, blocco dell’aumento delle tasse sui fornitori sanitari per ottenere più fondi federali, e riduzione delle imposte per i fornitori a partire dal 2027 negli Stati che hanno aderito all’espansione del Medicaid prevista dall’Affordable Care Act.
Diversi senatori repubblicani, tra cui Susan Collins (Maine), Josh Hawley (Missouri), Jerry Moran (Kansas) e Lisa Murkowski (Alaska), hanno espresso preoccupazione per l’impatto dei tagli su Medicaid. Il Congressional Budget Office stima che la versione approvata alla Camera ridurrebbe la spesa federale per Medicaid e CHIP di 863 miliardi di dollari in dieci anni, lasciando senza copertura sanitaria 10,9 milioni di persone.
Il senatore libertario Rand Paul, da tempo contrario all’espansione del debito, ha già dichiarato che non sosterrà il disegno di legge se manterrà l’aumento di 5.000 miliardi di dollari, mettendo a rischio l’intera strategia se il margine di voti dovesse restringersi.

Nel frattempo, Mark Meadows, ex capo dello staff di Trump, agisce da emissario informale tra Casa Bianca e Congresso per assicurare che le priorità del Freedom Caucus – come la riduzione del welfare e i tagli ai programmi ambientali – restino centrali.
Il testo del Senato ha inoltre riaperto lo scontro sulle deduzioni fiscali statali e locali (SALT). Mentre la Camera aveva votato per innalzare il tetto a 40mila dollari per famiglie con reddito inferiore al mezzo milione di dollari l’anno dollari, il Senato lo mantiene a 10mila dollari, rendendolo permanente. Una scelta che ha fatto infuriare i deputati del Caucus SALT, come Young Kim e Andrew Garbarino, che accusano il Senato di voler far saltare un compromesso faticosamente raggiunto.
Anche il credito d’imposta per i figli (CTC) è al centro di forti pressioni. I repubblicani del Senato propongono un credito massimo di 2.500 dollari per figlio, ma associazioni come la Christian Employers Alliance e politici conservatori come Newt Gingrich chiedono di abbassare la soglia di reddito per ampliare l’accesso. Secondo i critici, l’attuale proposta escluderebbe 17 milioni di bambini, colpendo non solo distretti democratici ma anche roccaforti repubblicane.
Il settore non profit, infine, è in allarme per la possibile introduzione di una tassa sui benefit concessi ai dipendenti da enti caritativi. Una misura già bocciata nel 2019 ma reintrodotta nel nuovo testo, che potrebbe penalizzare mense sociali, ospedali comunitari e programmi per i veterani.
Sul piano ambientale, il disegno di legge prevede l’eliminazione del credito d’imposta per la produzione di idrogeno pulito a partire dal 2026, a meno che gli impianti non siano già in costruzione. Una clausola che ha sollevato allarmi, in particolare per la senatrice Shelley Moore Capito.
In politica estera, la discussa revenge tax – pensata per punire Paesi che impongono tasse digitali alle big tech USA – potrebbe essere posticipata. Una mossa strategica che darebbe a Trump margini di pressione contro l’Unione Europea e i firmatari dell’accordo OCSE.
Il disegno di legge non include invece i risparmi da 275 miliardi di dollari sul programma Medicare Advantage, scartati dopo un intervento diretto di Trump, preoccupato per le reazioni dell’elettorato più anziano.
La settimana che si apre è breve – a causa della festività del Juneteenth – ma decisiva. Domani mattina, inoltre ci sarà un briefing sulla sicurezza al Senato dopo l’assassinio dell’ex presidente della Camera del Minnesota, Melissa Hortman, e di suo marito.
L’obiettivo dichiarato dal GOP è approvare il “Big Beautiful Bill” entro il 4 luglio, evitando una nuova trattativa con la Camera. Ma Thune ha già minacciato di cancellare la pausa estiva se l’iter non sarà completato in tempo.