La proposta di Elon Musk di creare un nuovo partito, chiamato America Party, sembra attirare non solo “l’80% della popolazione di centro”, come ha scritto il miliardario su X, ma anche i magnati del settore tech. Primo fra tutti Andrew Yang, imprenditore newyorkese, filantropo e fondatore della no-profit Venture for America, che, secondo Politico, avrebbe contattato il CEO di Tesla per coalizzarsi e rompere il duopolio USA.
“Elon ha costruito più volte aziende di livello mondiale partendo da un’idea – ha commentato Yang – e in questo caso c’è la stragrande maggioranza degli americani che ha voglia di un nuovo approccio – oltre 4,5 milioni di persone hanno votato a favore nel sondaggio di Musk su X –. Sono felice di spiegarlo a Elon o a chiunque altro voglia intraprendere questa strada. Un terzo partito può avere successo molto rapidamente”.
Yang ha un passato in politica. Si è candidato alle presidenziali del 2020 con i Democratici ritirandosi subito dopo i risultati fallimentari delle primarie iniziali. Ha provato a concorrere anche per le elezioni amministrative della città di New York nel 2021 senza successo. Ha poi cominciato a promuovere idee più centriste fondando insieme all’ex governatrice del New Jersey Christine Todd un altro partito, il Forward Party, promosso come indipendente. Tra i suoi obiettivi – in linea con quelli di Musk – c’è il superamento del bipartitismo e la riduzione della polarizzazione politica. Yang però ha chiarito che non condivide tutte le idee del CEO di Tesla.
Secondo l’intervista di Politico, Musk non avrebbe ancora risposto a Yang. Il magnate newyorkese sembra comunque positivo sia del consenso del CEO di Tesla – perché nel 2020 appoggiò la sua candidatura alle presidenziali – sia della possibilità di allargare il panorama bipartitico americano, considerando che avrebbe a suo favore l’uomo più ricco del mondo.
In generali i partiti minori non hanno mai raggiunto numeri tali da competere alle presidenziali con i due principali da quando quello Repubblicano è diventato il secondo maggiore nel 1856. Nella storia americana, ci sono stati dei candidati indipendenti che hanno vinto il voto di alcuni Stati, ma da almeno trent’anni non arrivano al 5% dei consensi a livello nazionale. Spesso, infatti, in procinto delle elezioni o contemporaneamente alle Convention estive, coloro che hanno corso fino a quel momento da indipendenti danno il loro appoggio a uno dei due concorrenti maggiori in modo da spostare l’elettorato da una o dall’altra parte, come è successo l’ultima volta con RFK Jr.