Un’altra grazia di Trump che si scontra con la giustizia.
Per più di dieci anni Todd e Julie, i protagonisti del reality show televisivo sulla famiglia americana bianca perfetta, Chrisley Knows Best, hanno raccontato nel loro programma i successi familiari e di lavoro raggiunti, prima in Georgia e poi in Tennessee. Nel reality, Todd Chrisley si presentava come l’emblema del self-made man americano: imprenditore immobiliare affermato, devoto alla famiglia e alla fede, convinto che questi fossero gli unici ingredienti del successo. Tutto ruotava intorno a lui: carismatico, sicuro, sempre in controllo.
Al suo fianco, la moglie Julie, biondissima, silenziosa, sempre comprensiva e anche complice, si muoveva tra ville da sogno, vestiti firmati, auto di lusso e vacanze esclusive. Un mondo glamour, costruito per trasmettere un messaggio chiaro: il sogno americano non è solo vivo, è anche molto fotogenico. Di tanto in tanto comparivano anche i figli Savannah, Chase, Grayson, con le loro sfide familiari, appuntamenti combinati e momenti di “dramma leggero”. Una vita perfetta, per l’American Dream, dove il successo arride a chi lavora duro, prega ed è un caposaldo della morale… altrui.
Perché dietro la fiction televisiva si nascondeva tutt’altro copione. Nel giugno 2022, Todd e Julie Chrisley sono stati condannati per una lunga lista di reati finanziari: frode bancaria, evasione fiscale, truffa, cospirazione ai danni del fisco. Le prove hanno mostrato un sistema ben orchestrato: oltre 30 milioni di dollari ottenuti con documenti falsificati presentati alle banche, prestiti mai restituiti, spesi in ville, auto di lusso e vacanze da copertina. E mentre i riflettori raccontavano una favola, loro cercavano di sfuggire al fisco, ignorando i profitti milionari del loro show.
Todd è stato condannato a 12 anni di carcere, mentre Julie a 7 anni. Entrambi hanno iniziato a scontare le loro pene nel gennaio 2023, pur continuando a sostenere la propria innocenza attraverso ricorsi legali.
Ieri sera il presidente Donald Trump ha informato Savannah Chrisley, la figlia di Todd e Julie, della decisione, sottolineando che i suoi genitori sarebbero stati presto “liberi e puliti”.
La grazia è stata concessa dopo una campagna pubblica condotta da Savannah Chrisley, che ha partecipato a programmi televisivi per sostenere la causa dei genitori. È anche intervenuta lo scorso luglio alla Convention Repubblicana accusando gli inquirenti dello Stato della Georgia – quelli che hanno rinviato a giudizio Trump e altre 18 persone per le pressioni fatte per cercare di ribaltare il risultato elettorale del 2020 – di persecuzione politica nei confronti di Trump e dei suoi simpatizzanti.
La decisione di Trump ha suscitato dibattiti, poiché è vista come parte di una serie di atti di clemenza verso figure pubbliche coinvolte in casi controversi. Trump ha dichiarato di non conoscere personalmente i Chrisley ma ha espresso il desiderio che possano “vivere una buona vita” dopo la grazia.
La decisione di Trump ha suscitato polemiche. Alcuni osservatori hanno interpretato la grazia come un gesto politico, soprattutto considerando l’attivismo di Savannah Chrisley e la sua partecipazione a eventi legati al mondo MAGA.
Dall’inizio del suo secondo mandato presidenziale Trump ha concesso la grazia presidenziale a oltre 1.500 persone. Solo ieri ha concesso la grazia a Scott Jenkins, uno sceriffo della Virginia condannato per aver “venduto” a una decina di persone, tra cui anche alcuni pregiudicati, la carica di vicesceriffo ausiliario.
Il primo giorno da presidente Trump ha emesso un provvedimento di clemenza per tutti i condannati legati all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, inclusi membri dei gruppi estremisti Proud Boys e Oath Keepers, come Enrique Tarrio e Stewart Rhodes.
Poi la grazia anche a Ross Ulbricht, fondatore del mercato nero online Silk Road, condannato a due ergastoli più 40 anni per traffico di droga, riciclaggio, vendita di armi e altri reati. La grazia è stata concessa il 21 gennaio 2025, in linea con una promessa fatta durante la campagna elettorale.
Graziati anche 23 attivisti anti-aborto, condannati per violazioni della legge FACE (Freedom of Access to Clinic Entrances Act) in seguito a proteste presso cliniche per l’aborto. Le grazie sono state concesse il 23 gennaio 2025.