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May 28, 2025
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L’addio di Musk: lascia la Casa Bianca e boccia il maxi-bilancio federale

Il CEO di Tesla critica il “Big Beautiful Bill”. Frizioni nel fronte MAGA, e i repubblicani al Senato si spaccano

Massimo JausbyMassimo Jaus
“Trump leccapiedi di Musk”: all’HUD spopola il video generato con l’AI

Elon Musk and Donald Trump Photomontage: Blazing PiXels 2025

Time: 4 mins read

Pare proprio finita la luna di miele fra Donald Trump e Elon Musk; il multimiliardario ha annunciato il suo addio ufficiale alla Casa Bianca per tornare a occuparsi delle sue numerose imprese tecnologiche da Tesla a X a SpaceX. Il suo mandato come consulente speciale era comunque in scadenza ma la sua uscita giunge dopo una serie di interviste e post in cui ha criticato il “Big Beautiful Bill”, il bilancio federale proposto dalla Casa Bianca.

Musk ha dichiarato di essere deluso dalla proposta di legge fiscale e di spesa del bilancio federale, affermando che il pacchetto spinto dai repubblicani al Congresso rischia di minare gli sforzi da lui fatti per tagliare la spesa pubblica. Affermazioni pesanti, da parte di uno dei più stretti alleati di Trump, espresse anche in un’intervista con CBS News per una puntata del programma Sunday Morning che andrà in onda domenica prossima.

Musk sostiene che la proposta di bilancio “aumenta il deficit invece di ridurlo” e vanifica il lavoro svolto dal team DOGE.

Gran parte del problema è che Musk è andato a Washington con promesse gigantesche di tagliare “almeno” 2.000 miliardi di dollari dal bilancio annuale del governo. Ma finora la sua caccia agli sprechi e agli abusi nel sistema federale ha prodotto pochi risultati, peraltro solo con l’eliminazione dei posti di lavoro, causando il caos tra i dipendenti federali. E Musk nelle ultime settimane si è lentamente defilato dalla corte di Trump. Nei giorni scorsi, in un’altra intervista rilasciata al Washington Post, Musk si era già lamentato per le critiche e l’opposizione suscitate dal suo sforzo di riduzione dei costi, affermando che “DOGE sta diventando il capro espiatorio di tutto”.

Donald Trump ha risposto alle lamentele di Musk, difendendo il piano di tagli ma ammettendo di non essere contento. “Stiamo negoziando quel disegno di legge – ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti – e non sono contento di certi aspetti, ma sono entusiasta di altri. È così che vanno le cose. Ma è un bellissimo disegno di legge per tutte le cose che contiene”. “La più grande delle quali – ha aggiunto – è il livello di riduzione fiscale che stiamo per realizzare: stiamo per permettere alle persone di avere una delle aliquote fiscali più basse della storia del nostro Paese, ed enormi benefici andranno alla classe media, alle persone a basso e medio reddito del nostro Paese”.

Subito dopo queste affermazioni, anche lo speaker della Camera, Mike Johnson, ha criticato Musk, scrivendo su X che “La Camera ha costruito il disegno di legge di bilancio in base alle informazioni dei successi di DOGE”, aggiungendo che, mentre il gruppo guidato da Musk ha fatto tagli nella spesa discrezionale, la legge approvata ha prodotto oltre 1.600 miliardi di dollari di risparmi nella spesa obbligatoria, come Medicaid. “Entrambi sono interventi storici e fondamentali per affrontare il debito e ridurre il deficit”, ha aggiunto. Lo speaker ha anche garantito che il Congresso è pronto ad agire per trasformare i tagli DOGE in norme effettive attraverso nuovi provvedimenti legislativi.

Il travagliato disegno di legge, passato con un solo voto in più alla Camera, raccoglie gran parte dell’agenda interna di Trump su fisco, immigrazione e spesa pubblica, ma soprattutto tagli fiscali per la classe più agiata del Paese. E le critiche di Musk rischiano di pesare sul suo destino al Senato, dove i repubblicani sono divisi.

Il CEO della Tesla non è l’unico nel mondo della tecnologia ad avere dubbi. L’opposizione è evidente tra almeno alcuni degli alleati di Trump nella Silicon Valley, in gran parte a causa dell’aumento del disavanzo di bilancio di oltre 3.000 miliardi di dollari.

“Il deficit è molto preoccupante”, ha detto Chamath Palihapitiya, un investitore di capitale di rischio, durante un dibattito organizzato dal podcast All In. Palihapitiya è stato molto attivo nella raccolta fondi per Trump durante la campagna elettorale. Al podcast ha preso parte anche Jason Calacanis, il finanziere arcinemico di Sam Altman, che ha definito la proposta di bilancio un tradimento delle promesse fatte durante la campagna elettorale, e un fallimento della leadership da parte di Trump.

Altri nella Silicon Valley hanno offerto il loro sostegno ad alcune disposizioni – in particolare il CEO di Uber, Dara Khosrowshahi, per l’inclusione dei lavoratori autonomi nel piano di Trump di esenzione dalle tasse sulle mance – ma altre voci autorevoli sono state caute o almeno silenziose, anche perché finora la proposta di bilancio approvata dalla Camera non è stata resa pubblica nella sua interezza.

Per far approvare il disegno di legge al Senato non sarà facile. Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, non può perdere più di tre voti repubblicani, perché non ci sarà nessun democratico che voterà in favore di questo bilancio federale. E più di tre senatori repubblicani hanno espresso serie preoccupazioni riguardo al disegno di legge.

Alcuni di loro si sono opposti ai tagli alla spesa inclusi nella versione della Camera. Altri stanno spingendo per tagli molto più aggressivi. Il senatore Rand Paul, infatti, è contrario alla proposta perché non elimina tutti i finanziamenti di sostegno per le spese sociali, e ha detto che voterà contro a meno che non venga respinto l’alzamento del limite del tetto di spesa.

La senatrice Susan Collins ha dichiarato di essere preoccupata per i tagli al Medicaid. Opinione condivisa anche dalla senatrice Lisa Murkowski e dal senatore Josh Hawley.

Il senatore repubblicano Mike Crapo, che sta svolgendo un ruolo fondamentale nella stesura del disegno di legge in qualità di presidente della Commissione Finanze, ha affermato che la sua priorità è rendere permanenti diverse agevolazioni fiscali per le imprese, che il disegno di legge della Camera consentirebbe solo dopo alcuni anni e che invece lui e il senatore Thune vorrebbero subito.

Alcuni deputati repubblicani, provenienti da stati ad alta tassazione, hanno imposto deduzioni maggiori per le dichiarazioni dei redditi federali. Ma i repubblicani del Senato non sono interessati a rafforzare la detrazione fiscale statale e locale – nota come SALT – e alcuni di loro vogliono eliminarla dal disegno di legge.

Il disegno della Camera, inoltre, eliminerebbe i crediti d’imposta per l’energia eolica, solare e geotermica approvati dai democratici nel 2022, a meno che le aziende non inizino i lavori entro 60 giorni dall’entrata in vigore del disegno di legge. Contrari a questo sono Lisa Murkowski e i senatori John Curtis, Thom Tillis e Jerry Moran. I senatori Ron Johnson, Roger Marshall e Ted Cruz stanno spingendo per ulteriori tagli. Johnson si è impegnato a non votare a favore del disegno di legge a meno che non riduca la spesa federale ai livelli del 2019.

Per Trump, l’opposizione dei senatori repubblicani è un problema molto più pesante che non quella dei deputati. Molti senatori, infatti, sono alla scadenza del mandato e non si ricandideranno, facendo venire meno l’importanza del sostegno politico del presidente alle loro elezioni.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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