“Forse un giorno”. Alla domanda dei giornalisti di candidarsi come presidente degli Stati Uniti alle prossime elezioni del 2028, il figlio dell’attuale capo della Casa Bianca, Donald Trump Jr., non ha negato né confermato, lasciando aperta la possibilità di farlo.
“È un onore che mi venga chiesto – ha dichiarato al Qatar Economic Forum organizzato da Bloomberg a Doha – e un onore vedere che alcune persone sono d’accordo. Mai dire mai. Forse un giorno. La vocazione c’è”.
Lo scorso marzo, dopo che il sito Mediate aveva rivelato che Don Jr. stava “seriamente” considerando di candidarsi per la presidenza, il primogenito aveva smentito.
Di fronte a una possibile candidatura di Don Jr. alle elezioni del 2028, ci sono una serie di fattori da considerare.
Innanzitutto, la posizione attuale del primogenito. Dal 2016, insieme al fratello minore Eric, è ai vertici della Trump Organization, l’azienda immobiliare di lusso di proprietà della famiglia da generazioni. Nei mesi scorsi, i due fratelli hanno girato il mondo per stringere accordi commerciali con ricchi investitori e incontrare alte cariche dello Stato. Questa dinamica fa alzare qualche sopracciglio per il conflitto di interesse che si è creato, non solo perché Don Jr. ed Eric sono figli del presidente, ma anche perché Trump è ancora legato all’attività attraverso un fondo in comune.
Solo di recente, Don Jr. ha cominciato a partecipare più attivamente alla vita politica. È apparso in TV per sostenere il padre, è intervenuto alla Convention Repubblicana lo scorso luglio e ha più volte elogiato la riforma strutturale all’interno del GOP, cominciata da Trump durante la campagna elettorale e proseguita con la nomina dei fedelissimi MAGA a ricoprire le cariche più alte del governo. “Credo che mio padre ha davvero cambiato il partito – ha commentato Don Jr. al Qatar Economic Forum –. Credo che sia il partito dell’America First, dei MAGA, in qualsiasi modo lo vogliate vedere”. Nel giro di un anno, il presidente si è circondato della sua famiglia e dei suoi collaboratori più stretti, quelli che non lo tradirebbero. Forse l’auspicio è che non lo facciano nel caso in cui a candidarsi per la presidenza è il figlio.
Due sono i rivali che potrebbero rompere questo equilibrio: il vicepresidente JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio. Nessuno dei due si è ufficialmente candidato alla corsa presidenziale del 2028. Anzi, in un’intervista a NBC News, Vance ha dichiarato di “non avere diritto” di vincere le elezioni, difendendo il rapporto con Rubio da qualsiasi insinuazione di attrito in merito.