In un’aula del tribunale federale di Central Islip, nello Stato di New York, si è concluso uno dei capitoli più grotteschi e controversi della recente storia politica americana. George Santos, ex deputato repubblicano eletto nel 2022, è stato condannato a oltre sette anni di carcere per una lunga serie di reati che spaziano dalla frode finanziaria al furto d’identità, al finanziamento illecito. La sentenza è stata emessa dalla giudice distrettuale Joanna Seybert, che ha accolto in buona parte le richieste dell’accusa.
I pubblici ministeri avevano chiesto una condanna esemplare, sottolineando la gravità “senza precedenti” dei crimini commessi. In un memorandum avevano descritto l’ex deputato come un uomo che aveva creato “una biografia interamente fittizia” e derubato “anziani e disabili”, spinto da una “avidità sfrenata e un insaziabile desiderio di notorietà”. Per loro, l’obiettivo era chiaro: una pena lunga e severa per inviare un messaggio forte.
Nonostante Santos si fosse dichiarato colpevole di alcuni addebiti nell’agosto scorso e avesse mostrato pubblicamente un’apparente espressione di rimorso, è stato dipinto come “un bugiardo patologico” privo di reale pentimento. La recente creazione di un podcast settimanale dal titolo Pants on Fire with George Santos è stata citata come prova della sua volontà di monetizzare il proprio scandalo, confermando, secondo l’accusa, l’intenzione di voler continuare a “trasformare le menzogne in denaro”.
L’ufficio del procuratore aveva avvertito; senza una condanna esemplare, l’ex politico avrebbe probabilmente proseguito con gli inganni e le truffe, facendo leva sulle sue stesse violazioni della legge per costruirsi una carriera mediatica, senza mai risarcire le vittime delle sue malefatte.
La difesa aveva invece chiesto clemenza, proponendo una condanna minima di due anni. I legali sostenevano che i reati commessi dal loro cliente non erano mossi da malizia, ma piuttosto dalla “disperazione mal direzionata” legata alla campagna elettorale. Avevano sottolineato anche l’assenza di precedenti penali e il fatto che la sua caduta da una posizione pubblica di fiducia rappresentasse già di per sé un monito per chiunque pensasse di assumere comportamenti simili.
Santos, da parte sua, non aveva smesso di far parlare di sé. In un’intervista rilasciata al canale NY1, aveva sottolineato di non aver contattato il presidente Donald Trump per chiedere la grazia, ma aveva lasciato intendere di sperare in un suo intervento.
La carriera politica dell’ex deputato era iniziata con un’apparente svolta storica: la conquista di un seggio in un distretto di Long Island precedentemente in mano ai democratici, ciò aveva alleggerito la risicata maggioranza repubblicana alla Camera. Tuttavia il suo successo elettorale si era scontrato fin da subito con una raffica di inchieste giornalistiche che avevano svelato menzogne su ogni aspetto della sua vita: dall’istruzione, alla carriera lavorativa, passando per la religione.
Nel 2023, il politico era stato formalmente incriminato con un vasto repertorio di accuse fra cui l’utilizzo di carte di credito di anziani, alcuni dei quali affetti da deficit cognitivo, per effettuare donazioni non autorizzate. I fondi della sua campagna elettorale sarebbero poi stati utilizzati per spese personali: affitti, abiti di lusso, viaggi a Las Vegas e perfino un abbonamento alla piattaforma di contenuti per adulti OnlyFans.
Dopo la pubblicazione di un durissimo rapporto del Comitato Etico della Camera, Santos è stato espulso dal Congresso nel dicembre 2023. Da allora ha cercato di reinventarsi: video personalizzati venduti su Cameo, scambi provocatori, e dichiarazioni di guadagni che, apparivano visibilmente gonfiati.
Nel frattempo, non avrebbe versato nemmeno un dollaro dei 373.000 previsti come risarcimento alle vittime, oltre ai 200.000 da pagare a titolo di confisca. In una recente dichiarazione, aveva ammesso di non essere in grado di sostenere i pagamenti ma di essere alla ricerca di una soluzione, nonostante il tempo a sua disposizione sia ormai scaduto.