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November 4, 2024
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Oltre al presidente, sono in ballo le maggioranze di Camera e Senato

I margini sono molto stretti in entrambi. Alla Camera i repubblicani hanno 8 voti di vantaggio, al Senato i democratici solo uno

Massimo JausbyMassimo Jaus

epa08923320 A view of the New York Stock Exchange in New York, New York, USA, on 06 January 2021. The NYSE announced on Tuesday that it was going to remove three of China’s major state-run telecommunications companies - China Unicom, China Telecom and China Mobile - from the stock exchange, a reversal of a plan announced last week, after pressure from the Treasury Department and members of Congress. EPA/JUSTIN LANE

Time: 6 mins read

Domani non si vota solo per eleggere il presidente degli Stati Uniti. Gli elettori sono chiamati a votare per rinnovare tutti i 435 seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato.

Al momento, i repubblicani hanno la maggioranza alla Camera per 8 voti e i democratici quella del Senato per uno solo. Con margini così stretti e con le elezioni che quest’anno stanno portando un numero record di voti le attuali risicate maggioranze sono entrambe a rischio. I seggi contesi sono molti e, a causa dell’altissimo numero delle schede votate in anticipo, per posta o di persona, che vengono contate dopo quelle espresse il 5 novembre, sarà impossibile fare le proiezioni sui vincitori e quindi i risultati inevitabilmente andranno a rilento.

I repubblicani per ottenere la maggioranza al Senato hanno bisogno di aggiudicarsi almeno due seggi. Alla Camera, invece, i democratici hanno bisogno di mantenere tutti quelli che hanno già e strapparne altri quattro alla concorrenza per conquistarla.

Jon Tester in Montana – Credit: Wikipedia

SENATO

Dei 34 seggi in ballottaggio sono solo 11 i seggi quelli che potrebbero cambiare al Senato. Da aggiungere che quello della West Virginia detenuto dal senatore democratico John Manchin, che non si è ricandidato, viene universalmente riconosciuto che sarà conquistato dal popolarissimo ex governatore repubblicano Jim Justice.

MONTANA: Il partito repubblicano è molto ottimista sul fatto che Tim Sheehy sia in grado di battere il senatore democratico in carica Jon Tester. Una forte indicazione per capire come la competizione elettorale venga interpretata dagli strateghi del GOP è stata evidenziata dallo spostamento dei fondi elettorali destinati in questo Stato che, sicuri della vittoria di Sheehy, hanno travasato i finanziamenti per i candidati del Nevada, dove i repubblicani sono in difficoltà, dimostrando la sicurezza sul successo del candidato repubblicano.

I democratici, tuttavia, non pensano che Jon Tester sia completamente fuori gioco e ritengono il Montana uno Stato dove i sondaggi sono spesso sbagliati, come nel caso delle elezioni di Tester nel 2012, in cui tutti lo davano per spacciato.

NEVADA: La senatrice democratica Jacky Rosen sta cercando di mantenere il suo seggio sfidata da Sam Brown, un uomo d’affari quarantenne ed ex capitano dell’esercito, grande invalido con il volto sfigurato dalle ferite riportate in Afghanistan. Brown all’inizio della competizione aveva un leggero vantaggio su Rosen. Ora è indietro di 14 punti, ma nonostante questo divario questo Stato viene ancora visto come competitivo per i repubblicani.

OHIO: La sfida tra il senatore democratico Sherrod Brown e il repubblicano Bernie Moreno, sostenuto da Trump, è diventata la competizione più costosa per un seggio al Senato. Brown era in vantaggio fino al Labor Day, ma ora i sondaggi mostrano che Moreno lo supera di almeno un punto.

WISCONSIN: La senatrice democratica Tammy Baldwin è sfidata dal repubblicano Eric Hovde. Un testa a testa imprevedibile che da settimane è bloccato con i sondaggi che danno i candidati in perfetta parità. Baldwin, in carica già da due mandati, all’inizio della competizione elettorale era in vantaggio, ma con il passare dei mesi Eric Hovde è riuscito a raggiungere la democratica. Tutti concordano che sarà il voto di Milwaukee a rompere l’equilibrio.

Bob Casey in Pennsylvania – Credit: Wikipedia

PENNSYLVANIA: Sconfiggere il senatore democratico Bob Casey è la priorità dei repubblicani da quasi 20 anni, quando il democratico ha battuto il senatore Rick Santorum. Nei sondaggi Casey ha mantenuto un margine fisso sul repubblicano David McCormick fino a settembre. Da allora i due sono dati in parità. Casey è una istituzione nello Stato: democratico centrista, figlio dell’ex governatore dello Stato Bob Casey Senior, è favorevole alla scelta per la maternità e al fracking. McCormick, 59 anni, è un veterano di guerra ed ex amministratore delegato di un importante hedge fund che aveva anche cercato alle primarie repubblicane la nomination per essere candidato al Senato nel 2022, ma perse contro Mehmet Oz.

MICHIGAN: Per un periodo, questo autunno, i repubblicani avevano creduto che il Michigan rappresentasse la migliore possibilità del partito di vincere il seggio al Senato dopo che la senatrice democratica Debbie Stabenow aveva deciso in primavera che non si sarebbe ricandidata. Per i repubblicani si è fatto avanti l’ex deputato Mike Rogers, mentre le primarie democratiche sono state vinte da Elissa Slotkin, deputata alla Camera che ha optato per il seggio al Senato. E lei ha un vantaggio di quasi 4 punti su Rogers, ma i repubblicani continuano a sperare.

NEBRASKA: La rielezione della senatrice Deb Fischer sembrava certa fino a poche settimane fa, quando una serie di sondaggi ha rivelato che il candidato indipendente Dan Osborn, 49 anni, ex militare della Navy, meccanico e leader sindacale, è tutt’altro che spacciato. Appoggiata da Trump, Fisher accusa Osborn di essere “un democratico travestito”. Osborn nei suoi comizi ha detto che non si alleerà con i democratici né con i repubblicani, ma voterà di volta in volta le proposte che a lui sembrano migliori.

ARIZONA: Il deputato democratico Ruben Gallego e la repubblicana Kari Lake si stanno sfidando per il seggio lasciato da Kyrsten Sinema. Gallego, 44 ​​anni, è un ex marine eletto per la prima volta alla Camera nel 2014 e rappresenta un distretto che comprende parti di Phoenix e Glendale. Kari Lake, 55 anni, è un’ex anchorwoman televisiva e stretta alleata dell’ex presidente Donald Trump. I sondaggi danno i candidati in parità.

MARYLAND: Dopo che il senatore democratico Ben Cardin aveva annunciato il suo ritiro dalla vita politica il primo a candidarsi per il partito repubblicano è stato l’ex governatore Larry Hogan, da tutti considerato il grande favorito di questa competizione dopo che aveva lasciato la carica con il 77% dei consensi. Ma la sua avversaria, la democratica Angela Alsobrooks, è fortemente appoggiata dal partito che da più di 40 anni ha mandato al Senato solo candidati democratici. Incredibilmente Hogan, che in passato era stato un critico dell’ex presidente, dopo che Trump gli ha dato il suo appoggio politico, ha perso consensi e ora Alsobrooks è in vantaggio di 2 punti: 51% contro il 49%.

Ma anche i democratici stanno cercando di strappare alcuni seggi ai repubblicani, uno in Texas attualmente detenuto dal senatore Ted Cruz e un altro in Florida con Rick Scott.

Il senatore Cruz (ANSA)

TEXAS: Il senatore Ted Cruz ha l’elezione più difficile. È sfidato dal parlamentare democratico Colin Alred, il popolare ex giocatore dei Tennessee Titans che dopo un grave infortunio in campo lasciò il football per laurearsi in legge diventando un notissimo attivista dei diritti civili che in Texas ha difeso le vittime del razzismo e degli abusi da parte della polizia.

FLORIDA: Il senatore Rick Scott, invece, è sfidato da una candidata molto più giovane e combattiva, Debbie Mucarsel Powell, ex parlamentare democratica attivista in difesa dell’ambiente e dei diritti degli immigrati.

Per ora sia Cruz che Scott hanno un vantaggio di 2 punti sui loro avversari, ma nelle ulime settimane di campagna elettorale il loro vantaggio è stato in costante diminuzione.

CAMERA

Quest’anno, alla Camera, circa il 90% dei seggi sono considerati non competitivi. Sono 7 quelli considerati incerti. I repubblicani attualmente ne detengono quattro: John Duarte e Mike Garcia della California, Mike Lawler di New York e Lori Chavez-DeRemer dell’Oregon. I democratici, invece, ne occupano tre: uno nel Michigan, lasciato vacante da Elissa Slotkin, che si candida ora al Senato; uno nello Stato di Washington con Marie Gluesenkamp Perez; e uno nella Carolina del Nord con Don Davis.

Altri 34 seggi sono vulnerabili e di questi sono solo quattro i parlamentari che non si sono ricandidati per la rielezione, tutti democratici. Il rappresentante Daniel Kildee dell’8° distretto del Michigan ha scelto di lasciare la politica dopo essersi sottoposto a cure per il cancro. Gli altri cercano ruoli diversi: la congresswoman Elissa Slotkin (7° distretto del Michigan) si è candidata per il Senato. Anche Katie Porter (47° distretto della California) ha tentato di candidarsi per il Senato, ma ha perso alle primarie. Abigail Spanberger (7° distretto della Virginia) ha in programma di candidarsi a governatore nel 2025.

Anthony d’Esposito nel 4° distretto di New York – Credit: House of Representative website

Per l’elettorato, specie nei confronti dei parlamentari alla Camera, la prima priorità nell’agenda è garantire il diritto di scelta alla procreazione. Una posizione ampiamente sentita negli stati Blu e che potrebbe far perdere la maggioranza ai repubblicani. I dirigenti del partito Democratico di New York e della California, che alle ultime elezioni, sia per le nuove circoscrizioni elettorali imposte che per la crisi del partito di maggioranza al Mid Term, hanno perso alcuni seggi, sono ottimisti di poter riprendersi la Camera.

A New York, Long Island ospita alcune delle elezioni più competitive soprattutto per il 4° distretto congressuale. Il repubblicano in carica, Anthony D’Esposito, è alle prese con la democratica Laura Gillen, con cui ha una “ruggine” politica di antica data quando lui era supervisore della città di Hempstead e lei nel consiglio comunale. Nel 1° distretto il repubblicano Nick LaLota è sfidato dal giornalista televisivo di CNN John Avlon che si è candidato per il partito democratico. Nel 3° distretto, quello sorprendentemente vinto nel 2020 da George Santos, poi incriminato e cacciato dal partito per le truffe elettorali commesse, nelle successive elezioni speciali ha visto la vittoria del democratico Tom Suozzi che si è ricandidato ed è stato di nuovo sfidato da Mazi Philip che ha già battuto.

Mike Lawler nel 17° distretto di New York – Credit: House of Representative website

Un altro distretto elettorale di New York, il 22°, rappresentato dal deputato repubblicano Brandon Williams, potrebbe passare di mano. Il distretto, che include Syracuse e Utica, ha cambiato i confini dopo che lo stato ha ridisegnato i distretti elettorali. Williams è uno strenuo antiabortista e per questo viene visto come uno dei parlamentari più vulnerabili dello Stato di New York.

La corsa nel 17° distretto congressuale di New York è una rivincita tra il repubblicano Michael Lawler, che ha vinto nel 2022, e il democratico Mondaire Jones, che in precedenza era il deputato eletto nel distretto ma è stato battuto alle ultime elezioni.

Anche in California c’è incertezza nei due distretti conquistati dai repubblicani alle elezioni di Mid Term. David Valdao, il parlamentare repubblicano eletto nel 22° distretto nei sondaggi è sotto di 2 punti al democratico Rudy Salas, mentre il repubblicano Ken Calvert ha solo un punto di vantaggio sul suo sfidante democratico Will Rollins.

Si prevede inoltre che i democratici vincano nuovi seggi in Alabama e Louisiana dopo le battaglie per la riorganizzazione dei distretti. È probabile che i repubblicani ottengano tre seggi nella Carolina del Nord dopo la riorganizzazione dei distretti e nel Maine, stato in cui il parlamentare democratico in carica, Jared Golden, un democratico, viene dato per perdente battuto dal repubblicano Austin Theriault.

Nello stato di Washington, proprio al confine con l’Oregon, si trova il 3° distretto congressuale, un altro testa a testa nella battaglia per la Camera. La corsa riunisce due rivali dell’ultimo ciclo elettorale: Marie Gluesenkamp Perez e Joe Kent. Nel 2022, Gluesenkamp Perez, una democratica, ha battuto il repubblicano Kent in una corsa serrata, 50,1 percento contro 49,3 percento.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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