Ultimi affondi prima del voto di martedì 5 novembre e ultimi insulti elettorali tra i due candidati.
La vicepresidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump si sono diretti ieri negli Stati dell’Ovest per incontrare i loro elettori in Arizona e in Nevada. Oggi sono in Wisconsin e Michigan, due dei sette Stati “incerti” considerati decisivi per la vittoria finale.
La candidata democratica va a Janesville, a Little Chute e a West Allis, in Wisconsin, dove sarà con lei la rapper Cardi B. Il governatore del Minnesota Tim Walz, suo compagno di ticket, va in Michigan, a Detroit, a Flint e a Traverse City.
In Michigan, Trump terrà un comizio a Warren per poi proseguire in serata a Milwaukee, in Wisconsin. Il suo compagno di ticket, il senatore dell’Ohio J. D. Vance, sarà a Portage per poi andare in North Carolina.
Un gran finale elettorale, anche se già 65 milioni di americani hanno votato, per cercare di conquistare gli ultimi “indecisi” e il voto dei latinos che Trump si è alienato con il suo show al Madison Square Garden di New York lo scorso 27 ottobre.
Ieri sera, mentre era in Arizona, Harris ha criticato le dichiarazioni del tycoon durante un comizio di mercoledì, dove aveva affermato che avrebbe protetto le donne “che a loro piaccia o no”.
A Glendale, in Arizona, l’ex presidente ha insultato Liz Cheney, figlia dell’ex vicepresidente del GOP con George W. Bush e acerrima nemica repubblicana di Trump che si è alleata con Harris per queste elezioni, usando l’immagine violenta di un plotone d’esecuzione. “Lei – ha detto il tycoon dal palco dell’evento elettorale, rispondendo alle domande del compiacente Tucker Carlson – è un falco radicale della guerra. Mettiamola davanti a nove fucili, puntandoglieli contro, okay? Vediamo come si sente quando le armi sono puntate sulla sua faccia”. Di rimando Cheney ha risposto agli insulti con un post su X: “Così fanno i dittatori che distruggono le nazioni libere”.
This is how dictators destroy free nations. They threaten those who speak against them with death. We cannot entrust our country and our freedom to a petty, vindictive, cruel, unstable man who wants to be a tyrant. #Womenwillnotbesilenced #VoteKamala https://t.co/URH5s929Sa
— Liz Cheney (@Liz_Cheney) November 1, 2024
Poche settimane fa, in un’intervista a Fox News, Trump aveva definito i Democratici come i “nemici interni” al Paese, “più pericolosi” di Cina e Russia. Accuse che fanno salire la tensione. Harris ha risposto che bisogna fermare un candidato “fascista” e con “tendenze autoritarie”.
Nelle ultime settimane è aumentata la violenza verbale nei comizi dell’ex presidente. Il suo linguaggio è più cupo, più incoerente, ottenebrato dal suo divismo, incapace di accettare la sconfitta elettorale del 2020 e ancora continua a parlare di brogli che solo lui e i suoi alleati vedono, ma che nemmeno gli inquirenti repubblicani riescono a trovare. Nel comizio di ieri, il tycoon si è vantato di avere più seguito di Ronald Reagan, l’ex attore e governatore che stravinse le elezioni nel 1980 e nel 1988. “Se Reagan tornasse in vita e se andasse in California a fare un comizio, avrebbe al massimo 300 persone raccolte in un salone. Noi ne abbiamo cinquanta, sessanta, novanta, centomila”.
E l’America tra pochi giorni deve scegliere. Deve decidere se voltare pagina o continuare con questo spartito.
An @NBCNews Decision Desk analysis of state voter data shows signs of an influx of new female Democratic voters in Pennsylvania and new male Republican voters in Arizona, two of the most important swing states. https://t.co/deHWE96L5S
— NBC News (@NBCNews) November 1, 2024
Con più di 65 milioni di persone che hanno già votato, le due campagne elettorali stanno cercando di interpretare a che punto sia la corsa perché, nonostante la grande partecipazione, resta difficile capire come l’elettorato si sia espresso. I sondaggi parlano di vantaggi e svantaggi minimi, meno dell’1 per cento in molti casi, e tutti hanno un margine di errore del 3 per cento. L’incertezza c’è anche su quante persone andranno ai seggi: non si sa esattamente quanti saranno o come voteranno.
Una analisi dei dati degli elettori in alcuni Stati, condotta da NBC News Decision Desk, mostra che al 30 ottobre c’è stato un aumento delle donne elettrici democratiche in Pennsylvania e di nuovi uomini elettori repubblicani in Arizona, due fra gli “swing States” più importanti. Ma in tutti gli algoritmi, le equazioni, i modelli elettorali e le estrapolazioni usati dai dagli esperti, sono gli “indipendenti” a dare incertezza alle previsioni.
I voti anticipati dei nuovi elettori sono di particolare interesse perché nei calcoli degli esperti potrebbero indicare ciò che accadrà martedì prossimo. È significativo il numero dei nuovi in molti dei sette Stati “indecisi” rispetto a quello del 2020. In Pennsylvania, ad esempio, Biden ha battuto Trump nel 2020 con 80.555 voti. Quest’anno, più di 100 mila nuovi elettori hanno già espresso il loro voto in questo Stato. Non si sa ovviamente come hanno votato, ma osservando la loro registrazione al partito, anche se non necessariamente l’elettore vota il candidato del partito in cui è registrato, dà una indicazione “qualificata” su chi voteranno.
In Pennsylvania, i dati mostrano grandi differenze nel numero di voti espressi dai nuovi elettori, sia per iscrizione al partito che per genere. Tra i nuovi registrati ci sono più democratici che repubblicani e le nuove elettrici stanno alimentando questo divario partitico. I nuovi elettori maschi sono divisi più equamente tra i due partiti, mentre le donne democratiche sono il doppio di quelle repubblicane. Ovviamente il numero di nuovi elettori che sono registrati e sono “indipendenti” complica il quadro, ma seguendo l’algoritmo delle precedenti elezioni sul loro voto in questo Stato, Harris avrebbe maggiori consensi.
In Arizona, emerge il modello opposto. Sebbene ci siano meno nuovi elettori rispetto alla Pennsylvania, in parte perché il voto anticipato dello Stato del Grand Canyon è iniziato più tardi, il numero dei nuovi elettori registrati per il partito repubblicano supera quello dei democratici. E in questo caso il numero degli uomini supera quello delle donne, ma è altissimo il numero degli indipendenti tra i latinos.
Nel Michigan, c’è un’enorme differenza tra gli elettori e le elettrici ed è ancora più complicato fare previsioni perché, al momento della registrazione elettorale, in questo Stato non viene richiesta l’affiliazione al partito.
Secondo i sondaggisti la modellazione suggerisce che le donne democratiche superino il numero di quelle repubblicane tra i nuovi elettori. Le stesse stime suggeriscono che i nuovi elettori uomini repubblicani siano quasi il doppio di quelli democratici.
Anche il Wisconsin, come il Michigan, sembra suggerire una forte connessione tra genere e appartenenza politica tra i nuovi elettori, con le nuove elettrici che tendono maggiormente a votare per i democratici e i nuovi elettori che invece sono per i repubblicani.
Negli altri Stati con dati effettivi sulla registrazione dei partiti, North Carolina e Nevada, c’è un nuovo schema: gli elettori non affiliati a nessun partito sono il gruppo più numeroso di nuovi elettori finora, sia tra gli uomini che tra le donne. Il modo in cui votano questi indipendenti è ovviamente sconosciuto. La risposta l’avremo martedì.