Il prossimo 5 novembre non ci saranno solo le elezioni per decidere chi sarà il nuovo presidente, ma verranno rinnovati tutti i 435 seggi della Camera e un terzo del Senato. Si voterà anche per eleggere 13 governatori.
Al Congresso, secondo il Washington Post, potrebbero esserci sorprese, con i repubblicani che potrebbero conquistare il Senato, ora a guida democratica, mentre i democratici potrebbero prendere il controllo della Camera, ora a guida repubblicana. Se queste previsioni si dovessero avverare si creerebbe di nuovo la paralisi legislativa degli ultimi 4 anni. Molto dipenderà anche da chi sarà il nuovo presidente, perché se Donald Trump non dovesse tornare alla Casa Bianca il GOP dovrà fare un profondo esame di coscienza. Soprattutto dovrà decidere se continuare ad accettare i deliri post-elettorali dell’ex presidente, come quelli che fece dopo le elezioni del 2020 con le accuse mai provate dei brogli, dell’uso della giustizia come arma politica, degli elettori illegali, delle interferenze straniere e delle macchine per il voto truccate, con conseguenti azioni legali fino alla Corte Suprema, o voltare pagina, che porterebbe alla resa dei conti all’interno dello stesso Partito Repubblicano.
Alla Camera, i repubblicani, che reggono la maggioranza solo su 4 voti, devono fare i conti con l’offensiva dei democratici. I sondaggi vedono in vantaggio gli sfidanti in 15 distretti elettorali. Tuttavia per vincere la maggioranza dovranno mantenere tutti i 214 seggi che detengono attualmente e conquistare almeno 5 dei distretti rossi. Gli stessi dem hanno elezioni molto competitive in 11 distretti, che si trovano negli Stati in bilico (Pennsylvania, Arizona, Wisconsin e Michigan) e, a sorpresa, anche in quelli da sempre liberali come California e New York, dove risiedono la maggior parte dei 16 repubblicani vinti da Biden nel 2020.
Si prevede che i rossi guadagneranno tre seggi in North Carolina a seguito del “gerrymandering”, i cambiamenti geografici delle circoscrizioni. Invece, i democratici ne vinceranno due in Louisiana e Alabama dopo che la Corte Suprema ha stabilito che entrambi gli Stati hanno tracciato linee distrettuali per diluire i voti nelle zone dove la maggioranza degli elettori sono neri.
Diversi segnali indicano che i democratici stanno riconquistando la maggioranza alla Camera, mentre per il Senato l’impresa è molto più difficile. La scorsa settimana, Amy Walter, analista del Cook Political Report, ha cambiato cinque previsioni delle corse della Camera a favore dei democratici, inclusi quattro seggi del Midwest che fino a pochi mesi fa sembravano indirizzati per essere conquistati dai repubblicani. Molti legislatori dell’uno e dell’altro partito ritengono che la decisione di Biden di ritirarsi e il successivo ingresso della vicepresidente Kamala Harris nella corsa per le presidenziali sia stato un fattore chiave che ha aumentato l’entusiasmo tra gli elettori democratici, anche negli Stati profondamente rossi in cui i repubblicani hanno solide maggioranze nelle macchine elettorali locali, come Texas e Arizona, ispirando migliaia di persone a fare donazioni e fare volontariato per le corse democratiche della Camera.
Secondo Newsweek, il deputato Richard Hudson, che presiede la campagna elettorale repubblicana alla Camera, il National Republican Congressional Committee, ha detto di aver visto i sondaggi in cui i parlamentari democratici sono in vantaggio, ma ha dichiarato che si tratta di percentuali minime e che le elezioni in tutte le circoscrizioni sono competitive. “Ognuna di queste gare è serrata, è un campo di battaglia. Tutti sono vicini, ma sono ottimista. Sappiamo cosa fare e puntiamo non solo a mantenere la maggioranza alla Camera, ma a conquistare quella al Senato e la Casa Bianca”.
Per i 34 seggi in palio al Senato i repubblicani partono favoriti a riconquistare la maggioranza perché sono solo 23 gli Stati in cui si vota che sono controllati dalle maggioranze statali del GOP, un fatto questo che rende più difficile la rielezione dei democratici. Attualmente i democratici hanno una ristretta maggioranza alla Camera Alta, composta da 48 democratici e 3 indipendenti che votano sempre con i democratici, mentre i repubblicani sono 49. Il GOP dà per scontata la vittoria del seggio lasciato da Joe Manchin in West Virginia, da parte dell’ex popolarissimo ex governatore Jim Justice. Ma i repubblicani puntano anche a strappare il seggio a Jon Tester, democratico al quarto mandato in uno stato repubblicano come il Montana, contro il quale è stato schierato l’uomo d’affari, ed ex Navy Seal, Tim Sheehy, che ora i sondaggi vedono in vantaggio. I democratici devono poi difendere seggi in stati considerati “oscillanti” come Ohio, Michigan, Arizona, Pennsylvania e Wisconsin. A loro volta i democratici hanno lanciato la loro offensiva in roccaforti repubblicane come il Texas e Florida, contro i senatori in carica,Ted Cruz e Rick Scott, mentre in Arizona il seggio lasciato da Kyrsten Sinema, democratica poi diventata indipendente, è conteso tra il deputato democratico Ruben Gallego e Kari Lake, la candidata negazionista della vittoria di Biden nel 2020, scelta da Donald Trump.