L’economia al centro dello scontro politico a distanza tra la vicepresidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump.
Da Pittsburgh, nel contesissimo Stato della Pennsylvania, parlando all’Economic Club, sull’onda dei sempre più rincuoranti sondaggi, la candidata democratica ha annunciato il suo piano economico che implementerà se sarà eletta alla Casa Bianca. Ha promesso “una nuova via da seguire” per la classe media e ha attaccato l’ex presidente definendolo un amico dei miliardari, non dei lavoratori americani.
“Per Donald Trump, la nostra economia funziona meglio se funziona per coloro che possiedono i grandi grattacieli, non per coloro che li costruiscono”, ha affermato mentre la sua campagna distribuiva un documento politico di circa 80 pagine che includeva capitoli sulla riduzione delle tasse per i lavoratori e sugli investimenti nelle piccole imprese. Ma anche 25 mila dollari di assistenza sull’acconto di chi vuole acquistare la prima casa e un beneficio fiscale di 6.000 dollari per i genitori con neonati. Harris ha anche delineato una spinta politica che non aveva precedentemente sostenuto: la politica industriale del governo per promuovere specifici settori economici. In particolare, ha fatto riferimento, tra gli altri settori, all’intelligenza artificiale, al calcolo quantistico, alla produzione di energia pulita e all’aerospaziale.
“Non dovremmo essere limitati dall’ideologia, ma dovremmo cercare soluzioni pratiche ai problemi”, ha dichiarato Harris, evidenziando la sua proposta di abbassare le tasse per 100 milioni di americani. Un discorso per catturare gli ultimi elettori moderati indecisi, invocando una citazione del miliardario Warren Buffett e promettendo un accesso più facile al capitale per le startup, con una stoccata alla ricchezza ereditata da Trump e ai suoi molteplici fallimenti.
We will work with builders and developers to construct three million new homes and rentals.
And we will help first-time buyers get their foot in the door with $25,000 down payment assistance. pic.twitter.com/hRi9c5byfu
— Kamala Harris (@KamalaHarris) September 25, 2024
Il discorso di Harris ha fatto seguito a quello di Trump a Mint Hills, in North Carolina, durante il quale l’ex presidente, nel cuore dell’industria manifatturiera della mobilia, dopo un breve accenno ai mobili costruiti in Cina che ha accusato di aver messo in ginocchio l’industria americana, si è lamentato del ritmo delle indagini dell’FBI sui due tentativi di assassinio contro di lui. Ha detto che potrebbero essere stati collegati a Teheran, anche se gli inquirenti hanno affermato che non ci sono prove che lo suggeriscano. Dopo le notifiche da parte della sua campagna elettorale su “minacce specifiche dall’Iran”, Trump ha annunciato che il 5 ottobre tornerà a Butler, il luogo in cui è stato ferito a un orecchio da un proiettile sparato da Thomas Crooks.
Alla fine, l’ex presidente ha rivisitato alcune delle priorità economiche che aveva esposto già in Georgia, proponendo un piano per corteggiare le aziende straniere affinché aprano stabilimenti negli Stati Uniti offrendo loro vantaggi, tra cui aliquote fiscali aziendali più basse e terreni federali dove costruire le fabbriche.
A poco più di un mese dalle elezioni, Trump e Harris stanno offrendo agli elettori visioni fondamentalmente diverse del ruolo del governo, di chi dovrebbe pagarlo e di come risolvere l’elevato costo della vita negli Stati Uniti.
La ricetta di Trump per frenare l’inflazione prevede l’aumento della produzione energetica, già a un livello record, per abbassare i costi della benzina, anche se la media nazionale è recentemente scesa sotto i 3,30 dollari al gallone. Trump inoltre estenderebbe i tagli fiscali approvati nel 2017 che scadono l’anno prossimo e poi ne taglierebbe altri.
I piani di entrambi i candidati aumenterebbero il deficit, secondo il Penn Wharton Budget Model presso l’Università della Pennsylvania. Ma il piano di Trump aggiungerebbe 5,8 trilioni di dollari in un decennio rispetto agli 1,2 trilioni di dollari di Harris.
In definitiva, le prospettive per il deficit e l’economia dipenderanno dal fatto che il partito di uno dei due candidati ottenga il controllo del Congresso, che ha l’ultima parola sulla maggior parte dei grandi cambiamenti economici e fiscali come le tasse.
Harris è andata in Pennsylvania dopo che i sondaggi la mostravano in vantaggio su Trump: un 47% della democratica contro il 40% del repubblicano, rilevato da Reuters-Ipsos, condotto da sabato a lunedì scorso. Segna un aumento delle preferenze per la vicepresidente rispetto a quello di dieci giorni fa, che la dava solo cinque punti avanti a Trump.
Nei giorni scorsi la candidata democratica ha ricevuto il sostegno di oltre 400 economisti ed esperti di politica economica, che hanno scritto in una lettera aperta che la vicepresidente “lavorerà incessantemente per costruire un’economia forte e favorevole alla crescita per tutti gli americani”. Nel gruppo ci sono, tra gli altri, ex segretari del Tesoro, del Commercio e del Lavoro; un ex vicepresidente della Federal Reserve; e un premio Nobel. Secondo gli economisti, “le politiche proposte da Donald Trump rischiano di riaccendere l’inflazione e minacciano la posizione globale degli Stati Uniti e la stabilità economica interna”.