Hacker all’assalto. Il dossier riservato di JD Vance, di 271 pagine, che gli investigatori e gli avvocati della campagna elettorale di Donald Trump avevano messo insieme quando esaminavano la vita privata dei possibili candidati che avrebbero fatto parte del ticket repubblicano per le presidenziali, è stato mandato a POLITICO, il quotidiano on line.
La notizia l’ha data lo stesso POLITICO ed è stata successivamente confermata da Steven Chung, il portavoce di Trump.
Il quotidiano ha affermato di aver ricevuto il mese scorso delle e-mail inviate da un account su AOL da un certo “Robert” contenenti comunicazioni interne dalla campagna elettorale di Trump. Chung ha affermato che “fonti straniere ostili agli Stati Uniti” le avrebbero fatte trapelare. “Questi documenti sono stati ottenuti illegalmente con l’intento di interferire con le elezioni del 2024 e seminare il caos nel nostro processo democratico”, ha detto il portavoce di Trump.
La dichiarazione del portavoce di Trump sono in contrasto con quanto Trump affermava durante la sua campagna del 2016, quando aveva ripetutamente pubblicizzato le email interne dei democratici e altri documenti rilasciati da WikiLeaks che i funzionari statunitensi sospettavano fossero stati presi dagli hackers russi
“Amo WikiLeaks”, affermò Trump durante la campagna contro Hillary Clinton nell’ottobre 2016, dopo che l’organizzazione aveva pubblicato online decine di migliaia di email hackerate dall’account di John Podesta, allora responsabile della campagna di Clinton.
Cheung faceva riferimento a un rapporto pubblicato venerdì da Microsoft in cui l’azienda ha affermato di aver scoperto prove che hacker iraniani, a giugno, avevano tentato di entrare nell’account di posta elettronica di un “funzionario di alto rango” in una campagna presidenziale. L’azienda non ha identificato pubblicamente l’obiettivo che gli hacker volevano colpire né ha confermato se riteneva che l’hacking avesse avuto successo. Secondo il Washington Post una persona a conoscenza delle indagini di Microsoft ha confermato che il rapporto faceva riferimento alla campagna di Trump.
Politico scrive che il 22 luglio ha ricevuto la prima e-mail da un account AOL identificato solo con il nome “Robert” che conteneva queste comunicazioni interne della campagna di Trump.
Nella e-mail Robert ha scritto che aveva di una “varietà di documenti, da quelli legali, legati alle differenti situazioni giudiziarie dell’ex presidente, alle discussioni interne dei dirigenti della campagna elettorale di Trump”, e quando gli è stato chiesto come fosse riuscito ad ottenerli, Robert ha risposto: “Ti suggerisco di non essere curioso per sapere da dove li ho presi. Qualsiasi risposta mi comprometterebbe e impedirebbe legalmente la loro pubblicazione”.

Il copioso allegato, secondo quanto scrive il Washington Post, aveva la data del 23 febbraio e contrassegnavano il documento come “privilegiato e riservato”. All’interno le indagini che il team di Trump aveva svolto su JD Vance evidenziando le potenziali vulnerabilità politiche del senatore.
Il giornale della capitale federale afferma che due persone a conoscenza del documento hanno confermato che era autentico e che era stato commissionato dalla campagna a Brand-Woodward, uno studio legale che rappresenta numerosi importanti consiglieri di Trump nelle indagini delle autorità statali e federali.
Tutto da capire se a inviare anonimamente questo dossier a Politico, e poi successivamente anche al Washington Post, siano stati gli iraniani o se ci sia un funzionario della campagna elettorale di Trump scontento.
Il mese scorso, l’Iran ha respinto le accuse di essere coinvolto in complotti per assassinare l’ex presidente. Nelle ultime settimane ci sono state segnalazioni di possibili attentati alla vita dell’ex presidente da parte dell’Iran e la campagna elettorale di Trump aveva richiesto ulteriore sicurezza nei dopo l’attentato di Butler, in Pennsylvania. Giorni fa un pakistano apparentemente legato a Teheran è stato incriminato per aver cercato di compiere omicidi politici negli Stati Uniti. Uno egli obiettivi sarebbe stato Donald Trump. Gli inquirenti federali hanno affermato che Asif Merchant si è recato a New York a giugno allo scopo di incontrare persone con cui aveva preso contatto per compiere gli omicidi. Asif Merchant è stato arrestato mentre cercava di lasciare gli Stati Uniti, dopo aver detto agli uomini che avrebbe fornito ulteriori istruzioni, inclusi i nomi degli obiettivi da colpire.
Funzionari del Dipartimento di Stato ritengono che l’Iran abbia scelto Trump per vendicarsi perché ha autorizzato l’attacco missilistico che ha ucciso nel 2020 a Baghdad il comandante della Forza Quds dell’IRGC Qasem Soleimani.
Un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha affermato che l’amministrazione Biden “condanna fermamente qualsiasi governo o entità straniera che tenti di interferire nel nostro processo elettorale o cerchi di minare la fiducia nelle nostre istituzioni democratiche”.