Il coro si allarga, i toni si fanno più accesi. Biden è alle corde. Il Covid che ha colpito il presidente è stato l’ultima scintilla che ha appiccato il fuoco della protesta per spingere il presidente ad abbandonare la corsa per le elezioni presidenziali.
Secondo Politico, l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer, quello della minoranza democratica alla Camera Hakeem Jeffries, senatori e deputati “amici” hanno martellato di telefonate il presidente e, con i sondaggi alla mano, gli hanno detto che non può vincere, ma soprattutto che la sua presenza è considerata demotivante per l’elettorato per andare ai seggi. Si rischia non solo di perdere la Casa Bianca, ma anche la risicata maggioranza al Senato e si rafforzerebbero i repubblicani alla Camera. Trump avrebbe così la totale padronanza del Paese.
Secondo l’AP, al coro si sarebbe aggiunto anche l’ex presidente Barack Obama, che avrebbe confidato ad alcuni suoi collaboratori “che il sentiero per la vittoria per Joe Biden si è ristretto” e ritiene che il presidente debba considerare seriamente se la sua candidatura abbia ancora una possibilità di vittoria.
Anche il Washington Post conferma i dubbi di Obama, citando le indiscrezioni riferite da molteplici persone vicine a lui. L’ex presidente ha parlato con Biden solo una volta dalla sera del disastroso dibattito con Donald Trump e ha sempre dichiarato che ogni decisione sulla candidatura tocca solo a lui. Ma Obama ha anche sottolineato la sua preoccupazione per la possibilità che il tycoon, una volta conquistata la Casa Bianca e la maggioranza sia al Senato che alla Camera, possa avviare la sua minacciata svolta autoritaria.
Non è poi solo una questione politica. Le donazioni alla campagna elettorale sono drasticamente diminuite. I mega contribuenti democratici hanno stretto i cordoni della borsa e non entrano più soldi per finanziare la sua campagna elettorale.
Un accerchiamento che, secondo l’informato Axios, potrebbe convincere Joe Biden a ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca già questo fine settimana.

Un nuovo sondaggio dell’Economist/YouGov, pubblicato oggi, evidenzia che il 79% dei democratici sosterrebbe Kamala Harris se Joe Biden si dovesse ritirare. Tuttavia, solo il 28% dei dem ritiene che la vicepresidente abbia maggiori probabilità di Biden di vincere contro Trump, il 32% pensa che abbia le stesse probabilità e il 24% è convinto ne avrà meno. Il 51% ha dichiarato che il presidente debba farsi da parte. Il 68% crede che la sua età sia la ragione principale per abbandonare la corsa. Il sondaggio è stato condotto tra 1.582 intervistati dal 13 al 16 luglio.
Il popolarissimo deputato democratico della California Adam Schiff, che ha chiesto a Biden di abbandonare la corsa presidenziale, ieri ha annunciato di abbandonare la Camera per tentare di conquistare il seggio al Senato lasciato scoperto da Diane Feinstein e temporaneamente occupato da Laphonza Butler. Questa decisione ha infiammato i delegati della Convention Democratica che si terrà il 19 agosto a Chicago.
Secondo Politico, i delegati sono divisi. Il Biden che hanno deciso di rappresentare alla Convention non è lo stesso candidato del dibattito di Atlanta. Poi se il presidente dovesse decidere di abbandonare la corsa, non sanno se dovranno sostenere l’erede naturale, la vicepresidente Kamala Harris, anche ex senatrice del Golden State, o l’attuale governatore della California, Gavin Newson.
Politico, che ha avuto accesso alle chat e ai gruppi dei delegati, mette in evidenza come, in uno Stato solidamente democratico come la California, gli elettori abbiano chiamato i delegati che avevano votato alle primarie in rappresentanza di Biden chiedendo il ritiro del loro voto, dopo il disastroso dibattito di Biden ad Atlanta. Nei giorni immediatamente successivi al 27 giugno, la delegata Susan Bolle scrive di aver ricevuto più di 150 telefonate dagli elettori che rappresenta per dirle che non vogliono più il presidente. Anche i delegati temono che, se Biden dovesse rimanere ancora come candidato, molti elettori democratici non andranno a votare. “Ovviamente, il primo passo dovrebbe essere che il presidente decida di rinunciare alla candidatura e liberi i delegati di fare altre scelte alla Convention”, scrive Susan Bolle in un messaggio postato sul gruppo di Facebook.
Molti dei partecipanti alla chat esprimono il loro sostegno al passaggio della candidatura a Kamala Harris. “Kamala non è la candidata più forte, ma è la successione più logica”, afferma in un post Nico Brancolini, vicepresidente del Stonewall Democratic Club, il quale provocatoriamente afferma di “immaginare la rabbia che provocherebbe se una vicepresidente, afroamericana e naturale erede di Biden, dovesse essere messa da parte in favore di altri nomi”.
Molti dei delegati inoltre sono risentiti con Biden e con i suoi stretti collaboratori che continuano a negare le evidenti carenze dell’ottantunenne presidente pretendendo che l’età e le sue condizioni cognitive, i suoi lapsus, la sua camminata incerta, non siano un ostacolo alla rielezione. “Noi ci siamo impegnati a votare per lui alla Convention democratica – afferma a Raw Story Tom McInerney – ma il Biden che abbiamo visto al dibattito con Trump non è lo stesso candidato che sei mesi ci siamo impegnati a rappresentare”.