Fallito di pochi centimetri il colpo mortale a Trump, il mirino ora si è spostato sul Secret Service. Perché gli uomini e le donne della scorta, addestrati specificamente su come intervenire in caso di sparatoria (a richiederlo sono i tanti precedenti della storia USA) non sono riusciti a stanare l’attentatore, il 20enne Thomas Matthew Crooks, appostatosi su un tetto che gli garantiva una visuale ottimale sul palco dove stava parlando il tycoon? Sono in tanti a porsi il quesito. Anche FBI, Dipartimento della Sicurezza interna e lo stesso Secret Service, che hanno avviato un’indagine interna.
L’attacco è avvenuto in pieno giorno, mentre Trump teneva il suo comizio a Butler, in Pennsylvania. Crooks è riuscito a posizionarsi su un tetto laterale imbracciando un fucile semi-automatico AR-15, da dove ha sparato quattro colpi verso il palco.
Uno spettatore, poi identificato come il vigile del fuoco Corey Comperatore, è stato ucciso e altri due sono rimasti gravemente feriti prima che il tiratore fosse “neutralizzato” dai sicari delle squadre di sicurezza. L’obiettivo dell’agguato, Trump, è stato invece solo ferito di striscio all’orecchio, riuscendo ad evitare conseguenze più gravi piegandosi al primo suono degli spari (malgrado abbia continuato a salutare la folla prima di essere portato via).
Le indagini dell’FBI indicano che Crooks, 20 anni avrebbe agito da solo, anche se i federali non hanno abbandonato del tutto le indagini su eventuali cospiratori in quello che è stato ufficialmente catalogato come un caso di “terrorismo interno”.
Ex compagni di classe del sospettato hanno raccontato ai media locali che al liceo Crooks veniva considerato come un “emarginato”, e perciò talvolta bullizzato dai coetanei. Altri hanno detto alla ABC News che era stato respinto dalla squadra di tiro a segno del liceo, descrivendolo come un “pessimo tiratore”.
Ma come ha fatto Crooks ad appostarsi indisturbato in una zona che teoricamente avrebbe dovuto essere off-limits? Alcuni testimoni oculari hanno riferito di aver visto il 20enne aggirarsi sul tetto per diversi minuti prima di aprire il fuoco. Uno di loro, che si è identificato come Greg, ha affermato che le loro segnalazioni alla polizia non sono state prese sul serio, aggiungendo che gli agenti avevano una scarsa visibilità del luogo da cui sarebbero partiti i proiettili.
Incompetenza o fatalità? Charles Marino, un ex agente del Secret Service, ha sottolineato che la prassi in questi casi prevede sempre la sorveglianza dei dintorni e l’identificazione delle aree sospette. Evy Poumpouras, altra ex agente, ha ammesso che è spesso difficile garantire la sicurezza assoluta in eventi così affollati, dove il perimetro da bonificare è fin troppo vasto.
A fornire qualche chiarimento in più potrebbe essere la direttrice del Service, Kimberly Cheatle, convocata a testimoniare davanti a una commissione della Camera dei Rappresentanti il prossimo 22 luglio. Cheatle ha elogiato la prontezza del personale nel neutralizzare il killer e proteggere il presidente, senza tuttavia entrare nel merito delle possibili falle che hanno consentito a Crooks di premere il grilletto.
In un discorso alla nazione pronunciato domenica, il presidente Joe Biden ha dichiarato di aver incaricato Cheatle di rivedere tutte le misure di sicurezza per la Convention nazionale repubblicana, iniziata lunedì a Milwaukee – a cui il magnate newyorkese ha confermato la presenza “per non darla vinta a un killer”.
“Il Secret Service sta lavorando con tutte le agenzie federali, statali e locali coinvolte per capire cosa è successo, come è successo e come possiamo evitare che un incidente del genere si ripeta”, ha dichiarato lunedì Cheatle in un comunicato. “Lavoreremo anche con le commissioni del Congresso competenti per qualsiasi azione di supervisione”, ha aggiunto.
L’incidente ha comprensibilmente scatenato un’ondata di reazioni forti tra i sostenitori dell’ex presidente. Visibile sconcerto per le falle di sicurezza è stato manifestato tanto dal presidente del Comitato di Supervisione della Camera, James Comer, quanto dal presidente del Comitato per la Sicurezza Interna della Camera, Mark Green. Il presidente della Camera Mike Johnson ha dichiarato in un post su X che la Camera “condurrà un’indagine completa” sulla sparatoria.
Sabato il deputato repubblicano Mike Waltz aveva accusato il segretario alla Sicurezza interna di Biden, Alejandro Mayorkas, di aver bocciato diverse ripetute di aumentare la protezione agli eventi Trump. Un’accusa fermamente negata dal Secret Service. “Ciò è assolutamente falso. Anzi, abbiamo aggiunto risorse, tecnologie e capacità di protezione come parte dell’aumento del ritmo dei viaggi della campagna elettorale”, ha scritto domenica su X il portavoce dei servizi segreti Anthony Guglielmi.
Per far luce su presunte falle e omissioni ci potrebbero volere mesi, se non anni. Nell’immediato c’è però necessità di assicurare la sicurezza non solo di Trump ma anche degli altri due candidati in corsa per la Casa Bianca, ossia Biden e l’indipendente Robert F. Kennedy Jr. Un disegno di legge bipartisan presentato nelle ore immediatamente successive all’attentato dai deputati Mike Lawler (repubblicano) e Ritchie Torres (democratico) prevede perciò di irrigidire i protocolli di sicurezza per i tre contendenti presidenziali.