Il candidato repubblicano Donald Trump è stato ripetutamente fischiato durante il suo comizio alla Convention nazionale del Partito Libertario sabato sera a Washington, DC. Molti dei presenti hanno lanciato insulti e lo hanno criticato per le sue politiche contro il Covid-19, per l’aumento del deficit federale e le bugie sul suo curriculum politico.
“Penso che dovreste nominarmi o almeno votare per me, e dovremmo vincere insieme”, aveva esordito Trump, secondo cui “è molto importante perché dobbiamo liberarci del peggior presidente della storia”.
In caso di ritorno alla Casa Bianca, Trump ha promesso alcune concessioni al “terzo partito” in caso di voto, impegnandosi ad esempio ad inserire un libertario nel suo gabinetto, a tutelare le criptovalute e commutare la pena del fondatore del bazar del dark web “Silk Road” Ross Ulbicht in una “riduzione della pena”.
Mentre i fischi si facevano più insistenti, l’ex presidente è tuttavia divenuto via via sempre più bellicoso, invitando la platea a votare per lui “solo se volete vincere”. “Se volete perdere”, ha aggiunto, “non fatelo, continuate a prendere il vostro 3% ogni quattro anni” (riferimento alla percentuale conquistata nel 2016 dal candidato libertario alla Casa Bianca, Gary Johnson).
Un discorso, quello di Trump, durato eccezionalmente solo 34 minuti. Dodici in meno del candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr., che venerdì aveva al contrario ricevuto molti applausi.
Il Partito Libertario esprime un pot-pourri di posizioni di estrema destra ed estrema sinistra, strizzando l’occhio all’anarchismo. Per esempio: è contrario a ogni forma di controllo governativo e alle tasse, è favorevole alla massima libertà per gli individui, intesa sia come libertà di aborto sia come libertà di girare armati che di rifiutare i vaccini.
Il movimento dovrebbe scegliere il proprio candidato alla presidenza domenica.