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May 6, 2024
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L’America a sei mesi dalle elezioni di novembre: cosa c’è da sapere

Intanto c'è la data del primo dibattito tra Biden e Trump: il 16 settembre

Massimo JausbyMassimo Jaus
I principali network USA richiamano Biden e Trump: “Vogliamo i dibattiti!”

(Ph: ANSA)

Time: 4 mins read

Tra sei mesi gli Stati Uniti andranno al voto. Tutto lascia credere che il prossimo 5 novembre sarà una rivincita dell’elezione del 2020, con il presidente in carica Biden e l’ex presidente Trump che ancora oggi, a distanza di quasi quattro anni continua a raccontare che ha perso perché ci sono stati brogli elettorali. Un continuo ritornello di bugie dopo che più di cinquanta magistrati, l’ex ministro della Giustizia da lui stesso nominato, così come il direttore della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, hanno stabilito che i brogli non ci sono stati.

A sei mesi esatti dal voto i sondaggi li danno in parità. Trump ha un vantaggio di 0,4 punti percentuali su Biden, secondo il sondaggio del Decision Desk HQ. L’ex presidente ha il 45,6 e Biden il 45,2%, sulla base di 683 sondaggi.

Quando nel sondaggio viene incluso l’indipendente Robert F. Kennedy Jr., il vantaggio di Trump aumenta a 1,3 punti percentuali con Trump al 42,3%, Biden al 41% e Kennedy all’8,1%, secondo un sondaggio aggregato sempre di Decision Desk HQ.

A sei mesi dalla fine, Biden è pronto a fare campagna in Wisconsin e Illinois questa settimana, dopo che Trump ha fatto campagna in Michigan e Wisconsin la scorsa settimana.

Questa estate, repubblicani e democratici terranno le loro convention nazionali rispettivamente a Milwaukee e Chicago, per selezionare ufficialmente i loro candidati presidenziali. La maggior parte dei sondaggi mostra una corsa serrata tra Biden e Trump con l’avvicinarsi delle elezioni e le indagini demoscopiche rilevano anche una diffusa frustrazione tra gli elettori per il fatto che siano loro due a concorrere per la Casa Bianca.

Un recente sondaggio del Pew Research Center ha rilevato che quasi la metà di tutti gli elettori registrati ha affermato che, se fosse possibile, sostituirebbero sia Biden che Trump al ballottaggio. Circa due terzi degli intervistati hanno affermato di avere poca o nessuna fiducia che Biden sia fisicamente in forma per rimanere alla Casa Bianca. Stessa percentuale di diffidenza nei confronti di Trump sia sulla sua età che sul comportamento etico. Ma la percentuale degli elettori indipendenti evidenzia come per ora Biden sia preferito (56%) piuttosto che Trump (44%) anche se non viene garantito che tra sei mesi faranno queste scelte.

Un sondaggio ABC News/Ipsos è stato condotto online tramite l’Ipsos KnowledgePanel dal 25 al 30 aprile 2024, in inglese e spagnolo, su un campione nazionale casuale di 2.260 adulti. Nel sondaggio viene evidenziato come i diritti riproduttivi delle donne e l’immigrazione siano tra i problemi più sentiti dall’elettorato. Il sostegno al diritto riproduttivo delle donne ha una grossa maggioranza: il 66-32% degli americani si oppone alla decisione della Corte Suprema che ha eliminato il diritto costituzionale. L’80% ritiene che l’immigrazione priva di documenti sia un problema a livello nazionale, compreso il 54% che la ritiene un problema grave che il Congresso deve risolvere.

“Sono le elezioni difficili da prevedere”, ha affermato Jan Leighley, professore di scienze politiche presso l’American University di Washington. “Penso che la maggior parte degli elettori sia stufo di tutti e due creando un disincentivazione al voto, che inevitabilmente diventa un handicap per convincere le persone ad andare ai seggi per votare”.

“La maggior parte delle persone non sta prestando attenzione alle elezioni presidenziali. Gli americani non si sono ancora sintonizzati – ha affermato Erik Nisbet, professore di analisi politica e comunicazione alla Northwestern University – la gente non presta attenzione alle elezioni fino a settembre”.

Per Biden il messaggio finora è stato che un voto per lui è un voto per gli ideali democratici. “La democrazia è al ballottaggio. E’ a rischio la tua libertà”, ha detto il presidente a gennaio. Ma questo messaggio non riesce a fare presa tra i segmenti chiave della base democratica, irritati dal totale sostegno della Casa Bianca a Israele nella sua guerra a Gaza.

La recente ondata di proteste filo-palestinesi nei campus universitari ha evidenziato un divario generazionale sul rapporto degli Stati Uniti con Israele e questo, a sua volta, potrebbe rappresentare un serio problema per Biden che cerca il voto dei giovani. Nel 2020, Biden ha ottenuto circa il 60% di sostegno tra gli elettori di età compresa tra 18 e 29 anni. Un recente sondaggio della CNN ha mostrato che Biden è in svantaggio rispetto a Trump – dal 51% al 40% – tra gli elettori sotto i 35 anni, e gli esperti sostengono che una mancanza di entusiasmo tra i giovani elettori potrebbe causare problemi a Biden.

“Sappiamo come si sentono gli studenti universitari”, ha detto Hasan Pyarali, presidente del Muslim Caucus per College Democrats of America, il braccio universitario del Partito Democratico. “E posso dirvi con certezza che ci sono molti studenti che non andranno a votare” se Biden non cambierà la sua politica in Medio Oriente, ha aggiunto Pyarali. “Dubito che i nostri sostenitori diano il voto a Trump. Molto probabilmente preferiranno rimanere a casa”.

“Se Biden ha un problema con Israele, Trump lo ha con la giustizia. L’ex presidente deve affrontare quattro distinti casi penali.  Anche se finora le accuse non hanno intaccato il sostegno degli elettori repubblicani, alcuni sondaggi suggeriscono che una parte dell’elettorato non voterebbe per lui se dovesse essere condannato in uno qualsiasi dei suoi casi giudiziari.

Sia Leighley che Nisbet hanno affermato che l’economia è sempre una questione elettorale importante e continuerà ad esserlo per tutta la campagna elettorale. Nonostante gli indicatori economici siano positivi, molti americani sono convinti di stare peggio ora rispetto a quando Trump era alla Casa Bianca.

C’è poi la decisione della Corte Suprema sull’aborto che potrebbe dare una spinta sostanziale alla campagna elettorale di Biden che della difesa all’assistenza sanitaria riproduttiva ne ha fatto un punto centrale della sua rielezione, condannando ripetutamente Trump e i parlamentari repubblicani per aver sostenuto le restrizioni all’aborto.  “Probabilmente sarà l’elettorato femminile che farà la differenza” hanno sostenuto Leighley e Nisbet. Molti punti verranno chiariti quando i due si affronteranno in un dibattito.

Forse è per questo che la Commissione per i dibattiti presidenziali ha fatto sapere che il primo confronto televisivo tra Biden e Trump avrà luogo il 16 settembre.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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