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May 3, 2024
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Trump prepara la vendetta: ecco il piano per deportare 11 milioni di clandestini

Il "Progetto 2025" redatto dalla Heritage Foundation illustra in 920 pagine la visione della futura Casa Bianca

Massimo JausbyMassimo Jaus
Trump multato a New York per i commenti sul processo

epa11303197 Former US President Donald Trump (L) sits in the courtroom during his hush money trial at Manhattan criminal court in New York, USA, 26 April 2024 - ANSA/EPA/JEENAH MOON / POOL

Time: 3 mins read

Donald Trump prepara la sua vendetta. Mercoledì scorso, approfittando della pausa settimanale del processo che sta affrontando, ha detto ai suoi sostenitori in Michigan che porterà il conto a Biden, agli immigrati illegali, all’America che lo deride. Concetti ripetuti nelle interviste al Time e a Rolling Stones.

Se sarà eletto a novembre lancerà la più grande deportazione di massa di migranti privi di documenti nella storia degli Stati Uniti impiegando unità militari e polizia e creerà vasti campi di detenzione lungo il confine meridionale. Si parla di almeno 11 milioni di persone senza status legale.

L’ex presidente ha affermato che l’operazione scatterà il giorno dell’Inauguration, quando lui sarà nominato 47esimo presidente degli Stati Uniti. Il piano comincerà con l’arresto degli irregolari, conducendo raid all’interno delle metropoli “che danno il benvenuto alla loro illegalità”. Aggiungendo poi che gli immigrati “stanno arrivando a milioni dalle prigioni e dai manicomi di Paesi che ci odiano che portano al saccheggio, stupro, massacro e distruzione dei sobborghi, delle città e dei paesi americani”.

“Li cacceremo dal Paese non appena tornerò”, ha detto, aggiungendo che “la velocità nell’eseguire questa operazione è un fattore essenziale”.

Per aggirare le leggi sul giusto processo che proteggono i richiedenti asilo, Trump ha dichiarato che invocherà l’Alien Enemies Act del 1798 che consente la deportazione sommaria e immediata di qualsiasi non cittadino da un Paese “nemico” straniero. Applicherà la disposizione in prima istanza contro “membri noti o presunti di bande, spacciatori o membri di cartelli della droga”.

L’ex presidente farà affidamento sulla valanga di magistrati federali conservatori che lui ha nominato nei suoi quattro anni alla Casa Bianca spostando a destra il sistema giudiziario federale. Durante il suo mandato presidenziale, ha nominato più di 200 giudici ed è riuscito a trasformare la Corte Suprema federale in un intransigente bastione della destra.

“A dirigere l’operazione anti immigrati sarà Stephen Miller – ha detto Trump all’attivista di destra Charlie Kirk che lo ha intervistato per il podcast “Turning Point”. – Sarà lui a portare avanti i piani. Voglio che tutti capiscano che ciò accadrà quando tornerò nello Studio Ovale a gennaio”.

Gli esperti di immigrazione affermano che i piani di deportazione che Trump ha in mente di fare non si basano sulla realtà dei fatti. Per loro è solo demagogia elettorale perché non ci sono i mezzi né le strutture per compiere un’operazione simile, sempre che i tribunali gliela lascino fare.

“Trump chiederà ai suoi agenti di rimuovere le persone, per poi porre il problema legale in seguito -ha avvertito David Leopold, ex presidente della American Immigration Lawyers Association. – Se qualcuno sembra privo di documenti, se ha la pelle marrone o nera o parla con un accento, potrebbe essere incluso nella lista dei detenuti per essere deportate, indipendentemente dalla loro cittadinanza”.

Il piano punta a deportare più di un milione di persone ogni anno. L’operazione richiederebbe inevitabilmente grandi infrastrutture, compresi nuovi campi di detenzione. Miller ha detto che “aree di sosta su larga scala” verrebbero costruite vicino al confine, probabilmente in Texas.

La deportazione di massa costituirebbe il fulcro di un secondo mandato di Trump, in linea con altri aspetti della sua visione per la 47esima presidenza, che promette di essere più radicale e vendicativa di qualsiasi altra amministrazione dei tempi moderni, sottolineando che ha un conto aperto con Joe Biden.

La copertina del “Progetto 2025”

Il piano è stato preparato dalla Heritage Foundation che ha compilato una revisione politica di 920 pagine, chiamata “Progetto 2025”, con l’obiettivo di “istituzionalizzare il trumpismo”. Secondo questi calcoli, il numero giornaliero di posti letto nei centri di detenzione per l’immigrazione e le forze dell’ordine ICE, Immigration and Custom Enforcement, dovrebbe essere triplicato: dagli attuali 32 mila a 100 mila.

Gli agenti dell’ICE dovrebbe avere libero mandato per effettuare “arresti civili, detenzione e allontanamento dei trasgressori dell’immigrazione ovunque negli Stati Uniti, senza ordine del magistrato”, si legge nel Progetto 2025. La campagna di Trump ha sottolineato che gruppi esterni come Heritage non parlano a nome dell’ex presidente, ma che le politiche contenute rispecchiano la visione della futura Casa Bianca per la politica amministrativa.

Quando il Time ha fatto notare a Trump che ai sensi del Posse Comitatus Act del 1878 ai militari è vietato agire a livello nazionale contro i civili, il tycoon ha risposto: “Beh, questi non sono civili. Queste sono persone che non si trovano legalmente nel nostro Paese”.

Nei suoi comizi Trump parla ripetutamente di “criminalità migratoria” dicendo che le carceri e gli istituti psichiatrici di tutto il mondo vengono “svuotati negli Stati Uniti come se fossimo una discarica”. Affermazioni che si scontrano con quanto affermano i criminologi che riferiscono che gli immigrati sono più rispettosi della legge rispetto ai cittadini nati dentro ai confini USA.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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