Mentre sabato migliaia di funzionari politici e giornalisti prendevano parte alla tradizionale cena dei corrispondenti della Casa Bianca, fuori dall’hotel Washington Hilton Hotel della capitale USA centinaia di manifestanti si sono radunati per gridare “vergogna” ed esporre una grande bandiera palestinese – condannando sia la gestione del conflitto da parte di Biden sia la copertura mediatica dei media occidentali.
“Ogni volta che i media mentono, i giornalisti di Gaza muoiono”, le parole al vetriolo del leader della protesta, che poco dopo ha scandito il coro “Mattone dopo mattone, muro dopo muro, i media occidentali cadranno”.
Qualche settimana fa, peraltro, diversi giornalisti palestinesi avevano scritto una lettera aperta ai colleghi occidentali invitandoli la cena dei corrispondenti “quale atto di solidarietà con noi – i vostri colleghi giornalisti – e con i milioni di palestinesi attualmente affamati a Gaza”, sottolineando il sostegno dell’amministrazione Biden a Israele.
All’interno, tuttavia, complice un dispositivo di sicurezza imponente, di Palestina si è parlato pochissimo. L’occasione è servita piuttosto al presidente dem per bersagliare il suo avversario repubblicano Donald Trump, nella maniera sarcastica tipica della centenaria tradizione della correspondents’ dinner.
Scherzando sui suoi 81 anni, secondo alcuni un’età fin troppo avanzata per ricandidarsi, Biden si è definito “un uomo adulto che corre contro un bambino di sei anni”. Un altro affondo è arrivato poco dopo, quando Biden ha affermato che l’età è l’unica cosa che lui e Trump (che di anni ne ha 77) hanno in comune: “Il mio vicepresidente in realtà mi appoggia” – chiaro riferimento al rifiuto dell’ex vicepresidente Mike Pence di sostenere il suo ex compagno di corsa del 2020.
Passando poco dopo dal faceto al serio, Biden ha peraltro esortato la stampa ad “essere all’altezza della gravità del momento” e dell'”attacco alla democrazia” portato avanti dall’ex presidente GOP. “Credo che in cuor vostro sappiate qual è la posta in gioco”, ha detto il candidato dem. Che poco dopo ha rilanciato l’appello per la scarcerazione di Evan Gershkovich, il corrispondente da Mosca del Wall Street Journal imprigionato in Russia da più di un anno per presunto spionaggio – stesso destino condiviso anche dal giornalista freelance Austin Tice e dall’ex Marine Paul Whelan.
“Vi do la mia parola di Biden: non ci arrenderemo finché non li riporteremo a casa”, ha detto Biden ai familiari dei prigionieri presenti all’evento. “Tutti loro”. “Il giornalismo non è un crimine”, ma piuttosto un “pilastro” di una “società libera”.
Il comico scelto per moderare l’evento quest’anno è stato Colin Jost, volto noto di Saturday Night Live, che non ha lesinato battute sullo stato di salute del presidente. “Sono le dieci passate e Sleepy Joe è ancora sveglio”, ha esordito fra gli applausi, prima di dare il proprio endorsement proprio a Biden. “Ho perso mio nonno quest’anno. Presidente lei è stata l’ultima persona per cui ha votato” a Staten Island, un’area di New York in gran parte repubblicana.
Non poteva però mancare l’ennesima frecciatina a Trump, attualmente sotto processo a New York. “È così piacevole vedere un presidente degli Stati Uniti a un evento che non inizia con un ufficiale giudiziario che dice: ‘Tutti in piedi’”.