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April 17, 2024
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Processo contro Trump, selezionati i primi sette giurati: chi sono

L'ex presidente se la prende con una candidata che festeggiò sui social l'elezione di Biden

Massimo JausbyMassimo Jaus
La svolta teologica di Trump: $60 per una Bibbia “autorizzata” dall’ex presidente

President Donald J. Trump joins members of his Cabinet in a prayer led by Secretary of Energy Rick Perry during a Cabinet Meeting Tuesday, Nov. 19, 2019, in the Cabinet Room of the White House. (Official White House Photo by Joyce N. Boghosian)

Time: 3 mins read

Dopo due giorni di esami sono stati trovati sette giurati per il processo in cui è imputato Donald Trump. E non è stato facile perché avvocati difensori dell’ex presidente e pubblici ministeri si sono scontrati su tutto. Continui battibecchi ai quali ad un certo punto si è anche associato l’ex presidente che è stato ammonito dal giudice.

La fase per la selezione dei giuranti procede più velocemente di quanto era stato preventivato. Il giudice Juan Merchan, che presiede il giudizio, lo aveva annunciato dopo che gli avvocati di Trump avevano insistito che trovare giurati imparziali a Manhattan era un’impresa impossibile. In due giorni sono state esaminate 96 persone. Sette sono state selezionate, ne mancano altri 11, cinque che saranno i giurati “veri” e sei che saranno i “giurati di scorta”.

In due giorni sono state esonerate 96 persone la maggior parte delle quali ha affermato di non poter essere imparziale nel decidere un caso che coinvolge Donald Trump. Altri sono stati respinti per altri motivi. Una donna è stata dimessa con sintomi influenzali. Un altro giurato è stato esonerato dopo che aveva detto che non poteva lasciare sola la moglie, che è malata, per molte ore del giorno. Un altro aveva un intervento chirurgico messo in agenda per il 24 aprile. Un altro era un chirurgo con una lunga lista di pazienti da operare. Molti altri hanno affermato di non poter essere giusti o imparziali, incluso un uomo che si è trasferito a Manhattan dal Texas il quale ha raccontato di seguire solo Fox News e Barstool Sports. Ha detto che “sarebbe stato difficile per lui essere imparziale”, dal momento che molti dei suoi familiari e amici sono repubblicani. Merchan lo ha ringraziato per la sua franchezza e lo ha escluso.

L’ex presidente che per quasi tutti il giorno aveva sonnecchiato durante la scelta dei giurati, non è riuscito a controllarsi quando una donna che veniva interrogata ha detto che aveva postato su Facebook fotografie dei festeggiamenti dopo che l’ex presidente aveva perso le elezioni del 2020. Troppo per l’ex presidente che, anche se aveva gli occhi socchiusi, non si è trattenuto e ha fatto commenti a voce alta. E questo gli è valso un ammonimento da parte del giudice Juan Merchan, che ha detto all’avvocato di Trump, Todd Blanche, di parlare con il suo cliente.

“Avvocato Blanche, il suo cliente stava pronunciando qualcosa in modo udibile. Era udibile, gesticolava e parlava in direzione della giurata. Un atteggiamento che non tollero”, ha detto Merchan. “Non permetterò che alcun giurato venga intimidito in quest’aula. Voglio che questo sia chiarissimo. Lo dica al suo cliente.”

Blanche aveva chiesto al giudice di respingere la giurata a causa dei post. La donna aveva detto alla corte che voleva catturare un “momento celebrativo di New York City”, paragonando i festeggiamenti per la sconfitta di Trump agli applausi e alle celebrazioni notturne per gli operatori sanitari durante la pandemia di COVID-19. Ha insistito che avrebbe potuto rimanere imparziale durante il processo. Inizialmente il giudice ha affermato di aver fornito spiegazioni ragionevoli per entrambi gli incarichi, ma alla fine l’ha respinta. Ha anche bocciato un’altra persona che aveva pubblicato un post sul “blocco all’ingresso negli Stati Uniti” di Trump e aveva scritto “portatelo fuori e rinchiudetelo”.

Sostenitori di Trump a Collect Pond Park/Terry W Sanders

I sei giurati scelti sono un ex cameriere nato in Irlanda ma di cittadinanza americana che vive ad Harlem, un’infermiera di oncologia che vive nell’Upper East Side di Manhattan, un asiatico originario dell’Oregon, un pensionato originario di Porto Rico, una giovane insegnante di Harlem e una giovane ingegneria informatica che lavora per la Disney. “Questo – ha detto il giudice Juan Merchan, indicando l’ala destinata ai giurati – sarà il vostro posto per tutta la durata del processo”.

Inizialmente erano state previste due settimane per assemblare la giuria, ma il giudice ha fatto capire che le udienze potrebbero cominciare già la prossima settimana.

Secondo il New York Times quando nel 2018 venne fuori la vicenda tra Donald Trump e la pornostar Stormy Daniels, l’allora first lady Melania Trump era “furiosa”. Poi, con il passare del tempo l’inchiesta si è allargata e tra le vicende imbarazzanti per l’ex presidente c’è finita anche l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal che accusa l’ex presidente di averla abbindolata dopo avevano avuto una relazione quando Melania era incinta. Ora al processo il giudice Juan Merchan ha detto che l’ex first lady potrebbe essere chiamata a testimoniare.

Il National Enquirer, il giornale il cui editore David Pecker era legato all’ex presidente, contattato da Michael Cohen, l’ex avvocato fixer di Trump, aveva comprato i diritti della storia di Karen McDougal per 150 mila dollari per poi non pubblicarla. “Catch and kill” si chiama nel gergo quando si comprano in esclusiva i diritti di interviste potenzialmente pericolose per poi insabbiarle. E David Pecker sarà chiamato a testimoniare al processo. L’obiettivo dei procuratori è quello di convincere i giurati che Trump aveva organizzato un sistema di insabbiamento – falsificando poi la contabilità della sua azienda – non solo per evitare imbarazzi personali, ma anche evitare che lo scandalo gli facesse perdere le elezioni del 2016.

Donald Trump ha sempre negato di aver avuto queste relazioni, ma non ha mai detto perchè autorizzò Michael Cohen a versare 130 mila dollari e a rimborsare al National Enquirer i 150 mila dollari che erano stati dati dal giornale a Karen McDougal.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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