La Bibbia, “God Bless America” per Pasqua, dopo gli sneakers “Never Surrender” e il profumo “Victory 47”, ma ci sono anche le magliette e la tazza del caffè con l’immagine della foto segnaletica di Trump scattata nella procura distrettuale di Atlanta dopo la sua incriminazione. Il marketing dell’ex presidente è un po’ come la sua visione della politica: tutto va bene purché lui ne tragga benefici. E l’aiuto arriva sia con i voti, che con i dollari.
Ma la Bibbia a $59.99 ha forse toccato un tasto stonato tra i suoi elettori – commenta il Washington Post – perché gli evangelici non scherzano sulla religione e Trump, con la sua mossa, ha gettato un’ombra sinistra abbinando il Cristianesimo al nazionalismo.
L’idea di una Bibbia coperta dalla bandiera americana con la Costituzione, il Pledge of Allegiance, la dichiarazione di Indipendenza, così come la sua approvazione per un testo sacro, ha fatto sollevare le sopracciglia alla sua base elettorale religiosa che ora si interroga sui reali motivi dell’ex presidente. Nella Bibbia anche una foto dell’ex presidente con il cantante folk Lee Greenwood, famoso per “God Bless the USA”, una canzone con una bella melodia, ma se si ascoltano attentamente le parole, è un inno a un’America bianca, religiosa, militarista. C’è una ragione per cui Greenwood è stato invitato a cantarla alle inaugurazioni degli ultimi quattro presidenti repubblicani, Donald Trump incluso.
Le reazioni alla Bibbia pasquale di Trump sono state generalmente negative. I commenti più usati sono stati “sacrilegio”, “eresia” e “offese al limite dell’ingiuria” e in molti commenti vengono proprio citati passaggi della Sacra Scrittura che condannano come trarre vantaggio economico dalla fede debba essere condannato, o come l’ex presidente non abbia quelle doti morali necessarie per propagandare la Sacra scrittura. “È un cristianesimo in bancarotta quello che vede un demagogo cooptare la nostra religione e perfino le nostre sacre scritture per amore della sua ricerca del potere”, ha detto il Rev. Benjamin Cremer su X.
Jason Cornwall, un pastore della Carolina del Sud, ha detto che l’approvazione della Bibbia da parte di Trump è una violazione di uno dei Dieci Comandamenti del Testamento ebraico che vieta di nominare il nome di Dio invano.
Lo storico e autore Jemar Tisby afferma che l’intero progetto riecheggia i valori del nazionalismo cristiano – l’idea che l’America sia stata fondata come nazione cristiana e che il governo dovrebbe lavorare per sanzionare il cristianesimo su scala nazionale. Qui negli Stati Uniti i principi del nazionalismo cristiano sono storicamente legati al pregiudizio, al nativismo, allo schiavismo e alla supremazia bianca.
Per David Peters, un pastore anglicano a Pflugerville, in Texas, che è stato cappellano militare in Iraq con i Marines nel 2005 le note della canzone di Lee Greenwood hanno un effetto speciale. “Quando finiva la funzione religiosa al campo militare veniva messa God Bless the USA e cantavamo e piangevamo tutti. Era l’unica liberazione emotiva della settimana”. Secondo Peters la gamma di reazioni alla Bibbia patriottica di Trump mostra quanto possa essere diverso il cristianesimo americano, a seconda della denominazione o della comunità. “Penso che l’essenza della fede cristiana sia la compassione, quindi è difficile da conciliare come qualcuno possa dire di essere cristiano e appoggiare un ex presidente così insensibile al prossimo”.
Guthrie Graves-Fitzsimmons, direttore delle comunicazioni del Baptist Joint Committee for Religious Liberty, intervistato dalla CNN, ha detto che Trump è un politico che usa paure radicate nel razzismo e nel pregiudizio per promuovere la sua finta ideologia cristiana per prendere i voti degli evangelici. Un errore poi abbinarlo alla canzone di Lee Greenwood. “Quando ascolto ‘God Bless the USA’, sento le promesse nazionaliste cristiane secondo cui dovremmo ripristinare quel modello di cristianesimo in questo paese. E se l’autoritarismo dovesse arrivare negli Stati Uniti, è quasi garantito che sarà fatto in nome del cristianesimo evangelico. Il che è un pensiero davvero aberrante”.
“C’è una diversità all’interno del cristianesimo americano che viene trascurata ogni volta che politica e religione si intersecano”, ha aggiunto Graves-Fitzsimmons. “C’è questa falsa idea che la maggior parte dei cristiani americani stia spingendo per restrizioni contro l’aborto e contro la comunità LGBTQ, mentre in realtà è vero il contrario. I cristiani non evangelici sono quelli più preoccupati per gli effetti del nazionalismo e della strumentalizzazione politica della religione in questo Paese. Non possiamo giudicare la morale degli altri, ma non possiamo accettare che la morale degli evangelici sia imposta a tutti”.
Non è chiaro dove andranno a finire i proventi della vendita della Bibbia “God Bless the USA” proprio mentre l’ex presidente è al centro di diverse battaglie legali. Il sito web per vendere la Bibbia “God Bless America” chiarisce che il ricavato derivante dalle vendite sarà devoluto alla campagna presidenziale di Trump. Tuttavia, non viene menzionato se i proventi potrebbero essere destinati ai suoi problemi legali personali.