I repubblicani alla Camera non di danno per vinti. Nonostante non ci siano prove e il supertestimone che con le sue accuse a Biden padre e figlio si sia rivelato un agente dello spionaggio russo e per questo è stato incriminato, hanno invitato il presidente Joe Biden a testimoniare davanti alla Commissione di sorveglianza della Camera, come ultimo disperato tentativo di portare a termine l’inchiesta di impeachment per il presidente.
Il deputato repubblicano James Comer, presidente della Commissione, ha mandato una lettera alla Casa Bianca, invitando il presidente a prendere parte a un’udienza pubblica per “spiegare, sotto giuramento”, quale coinvolgimento aveva nelle imprese della famiglia Biden.
“Alla luce del crescente divario tra le dichiarazioni pubbliche e le prove raccolte dal Comitato, nonché dall’ostruzionismo della Casa Bianca, è nel miglior interesse del popolo americano che ci sia una risposta diretta del presidente alle domande dei membri del Congresso”, ha scritto Comer.
Anche se è altamente improbabile che Biden accetti di comparire davanti ai legislatori in un contesto del genere, Comer ha citato esempi precedenti di testimonianze di presidenti davanti al Congresso.
L’invito è stato fatto mentre l’inchiesta su Biden avviata subito dopo che i repubblicani hanno ottenuto la maggioranza alla Camera, non ha prodotto risultati. Uno smacco al quale Comer non si vuole arrendere e ora si trova ad affrontare una crescente pressione politica dal suo stesso partito che gli ha fatto capire che o ottiene dei risultati dopo mesi di lavoro e milioni di dollari spesi nelle indagini, o chiude l’inchiesta e se ne assume la responsabilità prima delle elezioni. Un distinguo per far capire agli elettori che le indagini sono state avviate da Comer e non dall’assemblea del partito.
La Casa Bianca ha ripetutamente definito l’inchiesta infondata, dicendo ai repubblicani di “andare avanti” e concentrarsi sulle “problemi reali” che gli americani vogliono affrontare.
James Comer ha affermato che i Biden hanno usato il nome di famiglia per forzare tangenti agli investitori. Accuse di corruzione alla base delle quali ci sarebbero alcune telefonate o cene tra Joe Biden, quando era vicepresidente o fuori carica, Hunter Biden e i suoi soci in affari.
Ma nonostante i repubblicani abbiano impiegato innumerevoli risorse e abbiano intervistato dozzine di testimoni, tra cui il figlio del presidente Hunter Biden e suo fratello James Biden, non è uscita fuori una sola prova che dimostri che Joe Biden fosse coinvolto o abbia beneficiato delle attività della sua famiglia mentre era vicepresidente di Barack Obama.
I democratici sono rimasti uniti contro l’inchiesta, con il deputato Jamie Raskin, il massimo democratico sulla supervisione, che ha chiesto alla sua controparte repubblicana di porre fine alle indagini in assenza di prove credibili.
“L’inchiesta sull’impeachment del GOP è stata un circo”, ha scritto il battagliero parlamentare democratico su X, “È ora di smontare la tenda.”
La richiesta fatta a Biden di testimoniare potrebbe essere in definitiva l’atto finale dell’inchiesta. Alla fine dell’anno scorso, i repubblicani avevano discusso in privato di tenere una votazione sugli articoli di impeachment nel nuovo anno, ma le crescenti critiche per la mancanza di prove o testimonianze hanno costretto un cambiamento di strategia. Ora, Comer nel tentativo di salvare la sua reputazione sta studiando potenziali deferimenti criminali della famiglia al Dipartimento di Giustizia, una mossa che sarà in gran parte simbolica perché le accuse, senza le prove, difficilmente verranno prese in considerazione dal dipartimento della Giustizia.