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Trump: trovati 460 milioni per presentare appello alla maxi-condanna

Su Truth Social, l'ex presidente contesta la sentenza e spara a zero contro la procuratrice James e il giudice Engoron

Marco GiustinianibyMarco Giustiniani

Former US President and Republican presidential candidate Donald Trump speaks during a 'Get Out The Vote Rally' campaign event at the Forum River Center in Rome, Georgia, USA, 09 March 2024 ANSA/EPA/ERIK S. LESSER

Time: 3 mins read

Donald Trump afferma di essere riuscito a mettere insieme quasi mezzo miliardo di dollari da usare come deposito cautelativo per presentare l’appello alla sentenza in cui è stato condannato a pagare 454 milioni di dollari allo Stato di New York per le frodi fatte dalle sue società. La multa aumenta di oltre 111.000 dollari al giorno a causa degli interessi aggiuntivi. I termini per presentare l’appello scadono lunedì.

“Grazie al duro lavoro, al talento e alla fortuna, ho attualmente quasi cinquecento milioni di dollari in contanti, una somma sostanziale dei quali intendevo utilizzare per la mia campagna presidenziale”, ha annunciato Trump in un post messo su Thuth Social.

E proprio sul social network dell’ex presidente oggi erano puntati gli occhi d Wall Street. L’ex presidente è tornato in borsa. Gli azionisti di Digital World Acquisition Corp., una società di comodo quotata al Nasdaq, hanno approvato un accordo per la fusione con il settore dei media dell’ex presidente. Ciò significa che Trump Media & Technology Group, il cui prodotto di punta è Truth Social, inizierà ad operare sul mercato azionario al posto di Digital World. La fusione ha avuto il via libera dalle autorità che regolano la borsa.  Trump che della società possiede 79 milioni di azioni pari a 3 miliardi di dollari, potrebbe dare una parte delle azioni come garanzia collaterale per ottenere un prestito. Non le può vendere, a causa di una disposizione “lock up” che impedisce agli azionisti di vendere le azioni di nuova emissione per 6 mesi.

Per ora comunque tutto è molto incerto. Tanto che l’Attorney General di New York Letitia James ha già messo in moto le azioni per iniziare a sequestrare i beni di Trump da lunedì, quando scadrà il termine per depositare la cauzione.

Nel corso della notte Trump ha lanciato una serie di furiosi post su Truth Social attaccando la sentenza, James, e il “GIUDICE CHE ODIA TRUMP”. Senza nominare il magistrato Arthur Engoron, Trump lo ha accusato di volersi “sbarazzare di lui”. “Non ho fatto nulla di sbagliato se non vincere un’elezione nel 2016 che non mi aspettavo di vincere, ho fatto ancora meglio nel 2020 e ora sono in vantaggio, di molto, nel 2024”, si è infuriato l’ex presidente. “QUESTO È IL COMUNISMO IN AMERICA!” per poi lanciarsi agli insulti all’Attorney General “La folle e radicale democratica Letitia James che vuole SEQUESTRARE le mie proprietà a New York. QUESTO INCLUDE L’ICONICA TRUMP TOWER!” c’è scritto nel messagio in cui invitaa i suoi sostenitori a fare una donazione.

Trump non contribuisce con i propri soldi alle sue campagne presidenziali dal 2016. Nel 2020 aveva dichiarato che avrebbe speso personalmente quanto necessario per vincere la rielezione, ma non lo ha fatto.

Fatto sta che lunedì l’ex presidente dovrà versare la cauzione per l’intero importo dovuto, altrimenti James potrà sequestrare qualsiasi conto bancario o proprietà di Trump, in qualsiasi stato. I suoi avvocati, che hanno presentato ricorso contro la sentenza, hanno affermato giovedì in una dichiarazione in tribunale che l’ex presidente non è in grado di versare il deposito cautelativo per fare l’appello.

Il giudice bersagliato dagli insulti di Trump ha chiesto agli avvocati di fornire maggiori dettagli sui tentativi fatti con diverse società specializzate per ottenere i soldi della cauzione. Engoron ha stabilito che non sarà lui a valutare la documentazione e ha affidato l’incarico al supervisore indipendente, l’ex giudice federale Barbara Jones, che poi dovrà riferire a lui le sue valutazioni. Non è chiaro perché Engoron abbia aspettato fino ad ora per chiedere queste informazioni, ma il suo ordine suggerisce che intende assicurare che la società di Trump, che lui ha condannato per “persistente frode” nel manipolare il valore dei propri beni, non abbia adottato le stesse tattiche per cui è stato condannato con le società specializzate nel versamento delle cauzioni. Appare chiaro che il magistrato abbia molti timori che Trump, le sue società e i suoi due figli, cerchino di nascondere o spostare i beni.

Ieri l’ex presidente che nelle settimane scorse ha cambiato i dirigenti del partito a lui contrari, ha raggiunto un accordo con il Comitato nazionale repubblicano per indirizzare le donazioni che raccoglie alla sua campagna e a un super comitato elettorale che paga le sue spese legali. Secondo quanto riportato dai media, il Pac Save America ha già pagato la cifra esorbitante di 76 milioni di dollari agli avvocati di Trump negli ultimi due anni. Trump ha invitato i grandi donatori repubblicani a Palm Beach, in Florida, per una raccolta fondi il 6 aprile, con l’obiettivo di recuperare terreno sul presidente Joe Biden, che può contare su più denaro in cassa. Nelle indicazioni dell’invito si afferma che le donazioni al Trump 47 Committee verranno prima utilizzate per destinare l’importo massimo consentito dalla legge federale alla campagna di Trump, poi al Save American Pac e quel che resta al Comitato Nazionale Repubblicano per la campagna elettorale degli altri candidati.

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Marco Giustiniani

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