Al Congresso la difficile soluzione del controllo dei confini e della regolamentazione del flusso immigratorio è nel caos dopo che la Camera ha cercato di colpevolizzare il ministro Alejandro Mayorkas, responsabile per la sicurezza Interna per le disfunzioni imponendo un voto per l’impeachment del ministro. La aproposta è stata clamorosamente bocciata. Un voto avvenuto dopo che il presidente Biden aveva invitato i repubblicani del Congresso a “mostrare un po’ di spina dorsale, di pensare al bene della Nazione e a resistere alle pressioni dell’ex presidente Donald Trump che vuole che la proposta venga bocciata per strumentalizzare questo problema in modo da poterlo usare come arma per poterlo attaccare nel corso della campagna elettorale.
L’accordo bipartisan che era stato raggiunto nei giorni scorsi al Senato porterebbe ampi cambiamenti al sistema di immigrazione e autorizzerebbe 118 miliardi di dollari a sostegno di Ucraina, Israele e Taiwan.
In un discorso televisivo dalla Casa Bianca, Biden ha detto che la legge sarebbe “una vittoria per l’America” perché combina i cambiamenti “più giusti e umani” alla legge sull’immigrazione.
“Ora tutte le indicazioni sono che questo disegno di legge non arriverà nemmeno all’aula del Senato per il voto”, ha detto Biden. “Perché? Un motivo semplice. Donald Trump. Perché Donald Trump pensa che l’accordo gli tolga un argomento con cui mi può attaccare”. Biden ha aggiunto: “l’ex presidente preferisce sfruttare la situazione per poterlo usare come un’arma” e sta facendo di tutto con i suoi alleati repubblicani per bloccarlo. “Sembra che stiano cedendo. Francamente, hanno il dovere nei confronti del popolo americano di mostrare un po’ di spina dorsale e di fare ciò che sanno sia la cosa giusta per il bene del Paese”. “Siamo una grande nazione, non possiamo agire in tal modo”, ha detto Biden, “spero, spero e prego che si troverà un modo di riconsiderare questa legge”.

Biden ha anche affermato che la storia giudicherà i repubblicani se decidessero di abbandonare l’Ucraina durante la guerra contro la Russia. “Non possiamo andarcene adesso”, ha detto. “Questo è ciò su cui Putin scommette. Sostenere questo disegno di legge significa tenere testa a Putin. Opporsi a questo disegno di legge è fare il suo gioco”.
“Se questo disegno di legge dovesse fallire farò tutto ciò che è in mio potere per far sapere agli americani perché l’accordo non è stato raggiunto.
In aiuto del presidente è scesa la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, che ha affermato che “Putin, vedendo l’immobilismo del Congresso, potrebbe poi attaccare un Paese Nato e gli Usa si troverebbero coinvolti in un conflitto per il loro impegno a difendere ogni centimetro quadrato dell’Alleanza”.
In effetti nelle ultime ore, sotto le pesanti pressioni di Donald Trump, i repubblicani del Senato si sono mostrati sfavorevoli all’avvio del dibattito e poi il voto dell’accordo bipartisan che era stato raggiunto nel weekend sulle misure di confine e fondi all’Ucraina, continuando così a bloccare i sempre più urgenti nuovi aiuti a Kiev e andando incontro alle speranze di Mosca. Trump ieri ha esortato i senatori a non votare per il pacchetto in cui ci sono i 60 miliardi per Kiev, 14 per Israele, 20 per il confine insieme a misure molto severe e restrittive su migranti ed asilo che i repubblicani chiedevano da tempo – affermando che solo “uno stupido o un estremista di sinistra democratico lo voterebbe”.

John Thune, il “minority whip” dei senatori repubblicani che tiene il conto dei voti, ha detto che è “improbabile” che la mozione abbia i voti per procedere, che ha bisogno della maggioranza qualificata di 60 voti per passare e c’è bisogno di più tempo per analizzare il pacchetto. Thune ha accusato il leader della maggioranza democratica Chuck Schumer di aver voluto “affrettare” il voto fissandolo per domani. Persino James Lankford, il repubblicano che ha negoziato l’accordo per quattro mesi, ha detto che non è sicuro se domani la proposta di legge verrà discussa in aula.
La Camera ha già detto che non ha assolutamente intenzione di mettere la proposta di legge ai voti e, lo speaker Mike Johnson, ha invece messo ai voti la richiesta di impeachment per il ministro Mayorkas e la richiesta è stata clamorosamente bocciata. Con 216 voti contrari e 214 favorevoli la richiesta è stata respinta. Quattro Repubblicani hanno votato contro la risoluzione avanzata dagli stessi conservatori per aprire la procedura per rimuovere Mayorkas dal suo incarico.
Una incredibile sconfitta politica per la leadership dello speaker Mike Johnson che caparbiamente ha voluto portare avanti il tentativo di incriminare il ministro del governo Biden, accusato di non aver voluto e saputo gestire l’emergenza migranti al confine sud con il Messico.