Repubblicani divisi al Congresso sulla crisi migratoria al confine con il Messico. Un dibattito che sta riscaldando gli animi e che ha messo in moto “L’Esercito di Dio”.
La soluzione al Congresso sarebbe stata trovata, ma l’ex presidente Donald Trump non vuole che la legge passi ora perché, secondo le sue previsioni, aiuterebbe Joe Biden e i democratici alle prossime elezioni. Il risultato è che il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell e il leader della maggioranza Gop alla Camera sono in rotta di collisione.
Dopo mesi di trattative un gruppo bipartisan del Senato sta dando gli ultimi ritocchi al testo di un disegno di legge che legherebbe le nuove restrizioni per entrare negli Stati Uniti agli aiuti all’Ucraina. Il leader della minoranza repubblicana al Senato McConnell sta cercando di convincere tutti i senatori del suo partito ad accettare la proposta, mentre lo speaker della Camera della Camera, stretto alleato dell’ex presidente, spinge per convincere i suoi compagni di partito a respingere l’accordo.
Johnson e McConnell si parlano regolarmente, e lo speaker della Camera ha detto ai senatori repubblicani che la sicurezza delle frontiere era la componente essenziale per concedere nuovi finanziamenti all’Ucraina. Ma secondo molti senatori repubblicani alleati di Mitch McConnell, Mike Johnson, ora che la proposta di legge per aumentare la sicurezza alle frontiere è quasi pronta, sta cercando altri argomenti per non approvarla. “Non sappiamo se Mike Johnson riuscirà a farla approvare dopo che noi che la faremo passare al Senato”, ha detto il senatore John Cornyn, un alleato di McConnell.
Il senatore J.D. Vance repubblicano dell’Ohio, stretto alleato di Trump e da tempo considerato come una delle possibili scelte dell’ex presidente per la vicepresidenza, è contrario agli aiuti all’Ucraina e sostiene che il Senato non dovesse approvare la proposta di legge sulla crisi migratoria perché altrimenti metterebbe la Camera in difficoltà danneggiando in questo modo il partito.

La deputata Marjorie Taylor Greene, e non è la sola, ha già minacciato Johnson che se la nuova proposta del Senato dovesse passare alla Camera chiederà il voto per rimuoverlo dalla leadership della Camera. Con lei si sono immediatamente coalizzati gli alleati di Trump alla Camera.
Ma la situazione non è così chiara. Alle prossime elezioni politiche tutta la Camera sarà rinnovata e tantissimi parlamentari, 41, non si ripresenteranno all’esame dell’elettorato. Molti altri sono in distretti “oscillanti”, quelli dove non c’è una base definita di elettori e i parlamentari sono eletti con i voti degli indipendenti, un bacino politico che rischierebbero di perdere se dovessero seguire la linea politica di Trump.
“Mike Johnson è nei guai”, ha detto il senatore repubblicano della Louisiana John Neely Kennedy. “Non ho idea di cosa farà, ma se al Senato la proposta passerà con 25, preferibilmente 30, voti repubblicani sarà molto difficile per lui non farla passare anche alla Camera”.
La difficile situazione politica non viene aiutata dalle prese di posizione del governatore repubblicano del Texas che, sfidando la recente decisione della Corte Suprema, ha ordinato alla polizia statale e alla Guardia Nazionale di continuare a mettere le barriere di filo spinato per bloccare l’ingresso degli immigrati, bloccando anche gli agenti federali che le volevano rimuovere.
In aiuto del governatore Abbott sta arrivando “l’Esercito di Dio”, un gruppo di camionisti suprematisti che si sta dirigendo in convoglio verso la frontiera sud per bloccare i “clandestini” che entrano dal Messico.

Il gruppo, secondo Media Matters, sarebbe formato teorici della cospirazione di QAnon, negazionisti elettorali e anti-vaxx. Prima di partire il gruppo ha anche raccolto più di 125.000 dollari dalle donazioni su una pagina GiveSendGo.
Gli organizzatori hanno lanciato un appello a qualsiasi esponente attivo o in pensione delle forze dell’ordine e dell’esercito, ai veterani, ai camionisti e ad altri “americani rispettosi della legge e amanti della libertà” ad unirsi alla carovana, che punta su Texas (Eagle Pass), Arizona (Yuma) e California (San Ysidro).
Il gruppo, che si sta organizzando sulla piattaforma Telegram, ha definito il convoglio e le manifestazioni di accompagnamento “assemblea pacifica e di preghiera”. Secondo il sito web del gruppo il convoglio ha lasciato questa mattina Virginia Beach. La prossima tappa sarà a Jacksonville, in Florida, prima di proseguire per Eagle Pass, in Texas. Sabato il convoglio si dividerà per i raduni in tre stati, uno vicino a Eagle Pass, un altro a Yuma, in Arizona, e un terzo a San Ysidro, in California.
Una marcia che ha suscitato fantasie di guerra civile nei forum usati dagli estremisti, così come nei social media dei legislatori repubblicani e dei commentatori politici di destra. Il ben informato The Daily Beast ha pubblicato il rendiconto del dibattito che si è tenuto tra il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt e il conduttore di Newsmax Carl Rigbie sulla possibilità che scoppi un conflitto armato tra il governo federale e la Guardia nazionale del Texas.