Il giorno dopo le primarie del New Hampshire che hanno visto la vittoria di Trump su Nikki Haley l’America si domanda se il rifiuto dell’ex governatrice della South Carolina di abbandonare la competizione elettorale abbia le giuste motivazioni e, soprattutto, se l’ex presidente abbia ragione a recriminare sul mancato ritiro della sua avversaria poiché ha già in tasca la nomina del partito per le presidenziali.
Donald Trump ha vinto ieri sera ottenendo il 55% dei voti. Nikki Haley ha preso il 44% dei consensi. Un margine di vittoria per Trump di 11 punti che di per sé non è impressionante ed è di gran lunga sotto le previsioni. Ma una vittoria è sempre una vittoria e secondo molti osservatori politici il New Hampshire era la migliore opportunità per Nikki Haley di vincere le primarie in uno stato. L’ex presidente sbuffa e grida che Niki Haley deve togliere il disturbo perché il candidato anti Biden è lui. Ma i sondaggi affermano il contrario: Biden e Trump, secondo i sondaggi di YouGov condotto per The Economist sono quasi alla pari: al 43% il presidente e 44% l’ex presidente, con un margine di errore più o meno 1%. Mentre in uno scontro tra Biden e Nikki Haley il presidente avrebbe il 5% in meno delle preferenze.
Alcuni miliardari di Wall Street tra cui Stanley Druckenmiller, Henry Kravis, Cliff Asness, tutti manager di edgefund, e con loro Ken Langone, il fondatore di Home Depot, sono dubbiosi che Trump riesca ad ottenere la nomina, non tanto per la selezione delle primarie, quanto per le possibili decisioni della magistratura. Se la Corte Suprema dovesse confermare la validità delle disposizioni decise in Colorado e i Maine di estromettere l’ex presidente dalle primarie, o se la Corte Suprema dovesse deliberare che l’ex presidente non godeva del privilegio presidenziale quando cercava di ribaltare il risultato elettorale della vittoria di Biden, si apriranno scenari impensabili per la politica americana. E per questo stanno preparando una raccolta fondi per la campagna presidenziale di Nikki Haley che si terrà il 30 gennaio a Manhattan. Dopo le primarie del 24 febbraio in South Carolina, lo stato dove è nata la candidata, Haley ha in programma di visitare Miami e Palm Beach, in Florida, per poi incontrare ricchi donatori in California e Texas nelle settimane successive.
Trump è in testa in tutti i sondaggi nazionali. A sei settimane dal SuperTuesday del 5 marzo ha un vantaggio incolmabile di quasi 50 punti percentuali su Haley tanto che potrebbe assicurarsi la nomina per quella data.

La presidente del Comitato nazionale del partito Repubblicano, Ronna McDaniel, è intervenuta ad un programma di Fox News e ha chiesto a Nikki Haley di rinunciare alla corsa alle primarie per lasciar spazio a Donald Trump come unico candidato del partito per la Casa Bianca. “Guardando ai numeri e alla situazione, non vedo speranze per Haley; credo abbia fatto un’ottima campagna ma il messaggio che arriva dagli elettori mi sembra chiaro: unitevi al nostro candidato finale che sarà Donald Trump” ha concluso McDaniel.
Ma dagli exit polls l’esame del voto ha mostrato un lato elettorale finora sconosciuto: i repubblicani contrari a Trump sono molti di più di quelli che finora si credeva. Haley ha preso più voti di Trump tra i laureati e i moderati. A differenza della maggior parte degli stati, l’élite politica del New Hampshire non si è coalizzata dietro l’ex presidente. Secondo gli exit poll, Haley ha ottenuto il consenso del 74% dei repubblicani moderati, insieme al 58% dei laureati e al 66% degli elettori che non erano repubblicani registrati.
Ma non è stato sufficiente. Haley ha perso perchè gli evanhelici conservatori, il popolo MAGA, hanno dato a Trump il 70% dei voti. Gli elettori meno istruiti hanno sostenuto in massa Trump e in New Hampshire gli Indipendenti possono votare sia per i democratici che per i repubblicani.
Che la corsa sia finita o meno, il risultato del New Hampshire mette Trump sulla strada della nomination.
Le sfide legali di Trump restano il grande interrogativo: se dovesse essere escluso dai ballottaggi o se venisse condannato per un crimine, potrebbe essere costretto a farsi da parte.
Il grande circo elettorale riparte il 3 febbraio con le primarie democratiche in South Carolina. È lo stato in cui nel 2020 il voto afroamericano fu decisivo per la vittoria di Biden. Le primarie del partito repubblicano si terranno in questo stato 21 giorni dopo. Per il GOP la prossima tappa delle primarie sarà il Nevada uno stato dove i repubblicani terranno sia i caucus che le elezioni. Nikki Haley ha scelto di partecipare alle primarie del 6 febbraio e non, come Trump, ai caucus che si terranno due giorni dopo.