Ha vinto Trump, ma ha vinto ai punti. Non c’è stato il colpo del KO come l’ex presidente sperava. Ha superato Nikki Haley con il 10 percento in più dei voti dopo che era stato contato il 60% delle schede elettorali. Una vittoria chiara anche se Nikki Haley è riuscita a ridurre i margini della sconfitta. Per Trump è stata la seconda vittoria consecutiva a queste primarie.
In casa democratica, invece ha vinto il presidente Joe Biden anche se non compariva sulle schede.
Dopo il voto in New Hampshire le primarie repubblicane sono più che mai una corsa elettorale a due. L’ex ambasciatrice delle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha fatto vedere che l’ex presidente Donald Trump non ha per ora la nomina del partito in tasca. Molto probabilmente la otterrà nelle prossime settimane, ma per ora si continua a fare campagna elettorale.
Per l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite ha pagato il tour de force di questa ultima settimana in New Hampshire, attraversando lo Stato in una frenetica campagna con a fianco il governatore repubblicano, Chris Sununu, sperando di convincere più elettori possibili. Un tour pieno di soste in ristoranti, scuole, sale da ballo di hotel, case di ricchi donatori. Mentre l’ex inquilino della Casa Bianca ha preferito puntare sui suoi fedelissimi MAGA.
La Haley ha ammesso la sconfitta e si è congratulata con Trump – “se lo è guadagnato”, ha detto – ma ha promesso di portare avanti la sua campagna nella Carolina del Sud, il suo stato d’origine, che terrà le elezioni primarie il 24 febbraio. “Il New Hampshire è il primo nella nazione”, ha detto ai sostenitori a Concord, “Non è l’ultimo nella nazione. Questa gara è lungi dall’essere finita. Ci sono dozzine di stati da percorrere”. E il prossimo è il mio dolce stato della Carolina del Sud”.
Probabilmente più che sui voti Nikki Haley pensa che se la magistratura dovesse fare lo sgambetto all’ex presidente lei sarebbe l’unica candidata qualificata a sostituirlo per le elezioni presidenziali.
Dal lato democratico, il presidente Biden ha trionfato nelle primarie presidenziali del suo partito, portato avanti dalla campagna di partecipazione dei suoi sostenitori dopo aver rifiutato di comparire nel ballottaggio statale a seguito di una disputa sulle primarie.
La fotografia scaturita dagli exit polls in queste primarie del New Hampshire è quella di un’America spaccata e infelice. L’economia e l’immigrazione sono le questioni che principalmente interessano gli elettori, che sono anche contrari a un divieto nazionale per l’aborto. Il 49 % dei repubblicani ritiene Biden un presidente illegittimo e un 49% ritiene che abbia vinto regolarmente. Un elettore su cinque ha preso una decisione su chi votare solo negli ultimi giorni. La maggior parte degli elettori aveva deciso da tempo a chi dare il voto.
Gli elettori hanno dichiarato di essere insoddisfatti del Paese e dell’economia e la loro visione della vita della prossima generazione è pessimistica: più della metà pensa che la qualità della vita per loro sarà inferiore a quella odierna. Il 50% dei repubblicani ritiene che Donald Trump dovrebbe continuare la corsa presidenziale anche se verrà condannato per un crimine, il 47% è contrario. Per il 3% degli elettori l’economia è eccellente, per il 27% buona, per 34% non buona, per il 34% è pessima.
Se l’economia è al primo posto delle decisioni per il voto, la sicurezza dei confini viene subito dopo e poi c’è la scelta delle donne sulla maternità. Il 27% degli intervistati si sono dichiarati favorevoli a rimandare oltre il confine quanti sono entrati illegalmente nel Paese. Il 67% è contrario al rimpatrio immediato e vuole che ci sia un esame più approfondito per quanti sono già o vogliono entrare negli Stati Uniti. Solo chi ha votato per Trump ritiene che il Paese debba chiudere le frontiere.
Otto anni fa, quando gli elettori delle primarie repubblicane si recarono alle urne per selezionare un candidato, le aspettative erano più rosee. Gran parte del pessimismo deriva dall’ansia economica. E mentre sei elettori su 10 affermano che le loro finanze familiari sono stabili, pochi ritengono che di sentirsi economicamente più sicuri di quattro anni fa.
Il New Hampshire si colloca al 31esimo posto tra i 50 Stati per crescita economica: il Pil ha registrato un tasso di crescita del 4,5% nel terzo trimestre sull’anno precedente, mentre a livello nazionale si è registrato un +4,9%. Un aiuto ai bilanci statali arriva anche dagli investimenti diretti esteri, attratti da basse aliquote fiscali. Il tasso di disoccupazione era al 2,3% in novembre, contro una media nazionale del 3,7%. Inoltre, la forza lavoro è altamente istruita, con il 41,3% degli abitanti dello Stato che possiede una laurea.
Tra i sostenitori di Trump anche l’ex congressman George Santos, il deputato repubblicano di New York espulso dalla Camera sia per bugie che per i numerosi rinvii a giudizio per le truffe elettorali. E’ andato nel quartier generale di Trump a Nashua per assistere al discorso di vittoria dell’ex presidente. «Sono repubblicano, sosterrò qualsiasi candidato ottenga la nomination. Mi piace Donald, mi piace Nikki», ha dichiarato rispondendo alle domande dei giornalisti. A chi gli chiedeva se si volesse candidare per il ruolo di vice presidente l’ex deputato ha risposto con un sorriso. “Io vice presidente? Ho solo 35 anni”.