288. Sono tanti i giorni che separano dalle elezioni presidenziali USA più in bilico degli ultimi 20 anni. Malgrado manchino poco meno di 10 mesi al voto, la macchina elettorale statunitense si è già ampiamente messa in moto: prima con i caucus (ufficiosi) dell’Iowa e, martedì, con il primo round di primarie ‘ufficiali’ in New Hampshire.
Dopo la semi-clamorosa uscita di scena di Ron DeSantis, il campo repubblicano si è ora ridotto a soli due contendenti, Nikki Haley e Donald Trump, mentre quello democratico conta ventuno candidati ma non il presidente in carica Joe Biden.
Le primarie del New Hampshire infatti sono “non conformi” alle nuove regole del Democratic National Committee, che ha modificato il calendario stabilendo che per prima doveva esserci la Carolina del Sud il 3 febbraio e, quindi, il New Hampshire il 6 insieme al Nevada. Lo Stato del Nord-est non ha tuttavia obbedito e ha deciso di tenerle comunque – anche se il nome di Biden non comparirà sulle schede, e il voto sarà giudicato dal DNC “privo di significato”.
Il vincitore domani cioè lo sarà perciò solo di nome, senza raccogliere delegati per la convention di agosto. Ma per Biden sarebbe imbarazzante se a vincere fosse Dean Phillips, il deputato del Minnesota che lo ha sfidato sostenendo che è troppo vecchio.
Due tra i principali sfidanti di Biden – oltre a Philips c’è anche l’attivista e scrittrice Marianne Williamson – hanno speso tempo e risorse in New Hampshire per incontrare gli elettori e ottenere un qualche vantaggio competitivo nei confronti del commander-in-chief. I sondaggi, tuttavia, indicano che questi sforzi non hanno prodotto molto slancio in vista del voto di martedì.
Un sondaggio dell’Università del New Hampshire del 9 gennaio ha rilevato che il 69% dei probabili elettori delle primarie democratiche ha dichiarato che scriverà il nome dell’assente Biden, mentre il 7% ha dichiarato di voler votare per Phillips e il 6% per Williamson.
La competizione è invece più alta nel campo repubblicano, dove, secondo gli ultimi sondaggi, Donald Trump incassa il sostegno del 39% dei probabili elettori delle primarie repubblicane rispetto al 32% di Nikki Haley. Sondaggi che, tuttavia, non tengono ancora conto della mossa di DeSantis e del suo endorsement verso il tycoon newyorkese.