Le schede elettorali delle primarie del New Hampshire che si svolgeranno martedì prossimo non avranno prestampato il nome di Joe Biden. Non ci saranno neanche quelli degli altri due candidati democratici Dean Phillips, e Marianne Williamson. Chi vuole votare per loro dovrà scrivere sulla scheda il loro nome.
E’ questo il risultato dei “dispetti” che si sono fatti il Comitato Democratico Nazionale, il Partito Democratico Statale e la legislatura statale del New Hampshire a maggioranza repubblicana.
Una serie di ripicche maturate l’estate scorsa sfociate in questa clamorosa decisione dopo che su richiesta di Biden il Comitato Nazionale Democratico aveva deciso che la South Carolina fosse il primo Stato dell’Unione a tenere le prime primarie del 2024, sostituendo il New Hampshire la cui data venne fissata lo stesso giorno che si sarebbero tenute le primarie del Nevada.
Una decisione caldeggiata dagli strateghi elettorali del presidente perché il New Hampshire è uno Stato molto omogeneo, poco rappresentativo delle differenze etniche e culturali che, secondo loro, avrebbe dato una immagine distorta della realtà politica del Paese. Ma soprattutto, anche se non lo hanno detto, perché Biden in questo stato prese una valanga di voti alle primarie democratiche e avrebbe preferito iniziare il suo tour elettorale con un risultato “forte”.
Questa imposizione della direzione del partito Democratico non è piaciuta al governatore repubblicano dello Stato e, oltretutto, si scontra con quanto stabilito dalla legge del New Hampshire in vigore dal 1920 che vuole che sia questo Stato a tenere le prime primarie.

Anche il partito democratico statale del New Hampshire ha respinto il piano – perchè avrebbe richiesto la modifica della legge che non sarebbe mai passata al parlamento statale – e ha deciso di andare avanti con le primarie del 2024 come previsto. Per tutta risposta il partito nazionale, l’estate scorsa, ha privato il New Hampshire dei suoi delegati alla convention democratica e in una lettera inviata a Ray Buckley, presidente del Partito Repubblicano dello Stato del New Hampshire ha definito le primarie del 23 gennaio “non vincolanti” e “prive di significato”.
Il risultato di questi dispetti oltre a non avere il nome dei candidati democratici prestampati sulle schede elettorali, non si sa quale sarà il destino dei 33 delegati che dovranno andare alla Convention democratica che si terrà a Chicago ad agosto. Il partito statale ha già detto che li coopterà e quello nazionale ha risposto che non li riconoscerà. Da dire che i delegati di questo Stato sono “no binding” il che significa che possono discrezionalmente cambiare il loro voto alla Convention.
Tutti gli analisti politici danno per scontata la vittoria di Biden, ma date le restrizioni sarà difficile fare i paragoni tra i voti che verranno dati ai candidati repubblicani e a quelli democratici.
Dopo la decisione del Comitano Democratico Nazionale il presidente Joe Biden non ha svolto campagna elettorale in New Hampshire anche se molti dei ministri del suo gabinetto hanno tenuto comizi in suo nome. Il ministro dell’Istruzione Miguel Cardona, il ministro dell’Energia Jennifer Granholm e il ministro dei trasporti Pete Buttigieg, hanno tutti preso parte ad eventi politici per l’elezione di Biden questo mese nel New Hampshire. La rappresentante commerciale degli Stati Uniti Katherine Tai è andata a Concord, capitale dello Stato, a dicembre.

La situazione ha costretto gli alleati di Biden nello stato a lanciare una campagna di sensibilizzazione affinché gli elettori scrivano il nome del presidente sulla scheda elettorale. Nonostante le circostanze insolite, gli addetti ai lavori democratici nel New Hampshire hanno affermato che Biden dovrebbe facilmente battere Dean Phillips e Marianne Williamson.
“È una primaria strana”, ha detto David Watters, senatore democratico dello stato e leader della campagna di Biden, ma “sono sicuro che il presidente sarà la scelta degli elettori democratici del New Hampshire”.
Le primarie del New Hampshire sono solo per quanti sono già iscritti al partito. Gli elettori indipendenti non possono votare nelle primarie e questa fascia di elettori è il maggiore serbatoio elettorale dello Stato. Gli elettori registrati sono circa 900 mila. Di questi 262 mila sono democratici, 267 mila quelli repubblicani e 370 mila indipendenti.
L’ex governatrice della Carolina del Sud, Nikki Haley, è a caccia dei loro voti nel tentativo di superare l’ex presidente Donald Trump nella competizione repubblicana e ha trascorso più tempo dei suoi avversari in New Hampshire con 49 comizi in 35 giorni nello stato. Dietro di lei c’è DeSantis che ha preso parte a 40 eventi elettorali in 18 giorni. Trump ha tenuto 12 incontri con gli elettori in 10 giorni nello stato.