Per lo stato dell’Iowa Donald Trump è il candidato repubblicano che a novembre sfiderà il presidente Joe Biden nelle presidenziali. I sondaggi che avevano previsto la sua vittoria sono stati rispettati. Il secondo posto se lo è aggiudicato il governatore della Florida Ron DeSantis che ha ottenuto circa 2 mila voti in più dell’ex governatrice della South Carolina, Nikki Haley. Al quarto posto Vivek Ramaswamy che dopo il deludente risultato ha detto che interrompe la corsa.
Donald Trump ha detto a Fox News di sentirsi “rinvigorito” e “grandemente onorato” per la vittoria ai caucus: “Mi sento molto bene e sono onorato da un annuncio di vittoria così anticipato“. “Dobbiamo riprenderci il nostro Paese”, ha aggiunto. Donald Trump Jr, figlio di Donald Trump: “Bene, è stato veloce. Ti ringrazio Iowa. Ora mettiamo fine a questa cosa senza senso e pensiamo alla follia che è oggi il Partito democratico. Adesso basta. E’ tempo di mettere l’America al primo posto per il cambiamento“.
Il primo appuntamento del grande circo elettorale delle primarie si è svolto sotto una brutale ondata di gelo spinta dall’Artico. Molti gradi sotto le zero con un forte vento dal nord. L’affluenza ai centri dove si sono svolti i caucus è stata modesta.
Tutti i sondaggi concordavano che il grande vincitore della serata sarebbe stato Donald Trump.
Alla vigilia di queste consultazioni la base elettorale di Trump si è compattata. I MAGA hanno fatto fronte comune. Per tutta risposta Kim Reynolds, la popolarissima governatrice dello Stato, ha riconfermato il suo appoggio politico a Ron DeSantis, mentre una trentina di parlamentari e senatori statali, oltre ai presidenti dell’Associazione degli Industriali dell’Iowa, della Camera di Commercio statale, hanno dato il loro appoggio politico a Nikki Haley.
Tutti concordano che Trump era il favorito per ottenere la nomina. Da mesi l’ex presidente è in testa nei sondaggi non solo in Iowa, ma in tutti gli Stati.
All’indomani dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 pochi avrebbero creduto che sarebbe stato ancora lui il candidato alla presidenza dopo che aveva istigato i suoi sostenitori ad interrompere la certificazione elettorale della vittoria di Joe Biden. Tre anni dopo ancora milioni di americani ritengono che con il ritorno di Trump alla Casa Bianca si compia la rivincita su un sistema “corrotto” che quattro anni fa, con i brogli elettorali, lo aveva estromesso dalla Casa Bianca. Una resa dei conti insomma in un’America profondamente divisa. In un sondaggio del Public Religion Research Institute, pubblicato lo scorso ottobre, il 25% degli americani concorda sul fatto che “i veri patrioti americani potrebbero dover ricorrere alla violenza per salvare il Paese”.

Ed ecco che queste presidenziali hanno un ingrediente aggiuntivo tra chi crede che nel 2021 ci sia stato un tentativo insurrezionale e chi ritiene sia stata una “bella giornata di patriottismo” contro chi aveva vinto “le elezioni imbrogliando”.
Dai prosssimi appuntamenti elettorali delle primarie, in New Hampshire si voterà il 23 gennaio, sarà più facile capire se Trump ha ancora una stretta presa sul partito.
Secondo quanto scrive il Des Moines Register, il maggior quotidiano dello Stato, un anno fa la domanda non sarebbe stata posta. Ma ora, dopo che Donald Trump non è riuscito a contribuire all’“ondata rossa” (il rosso è il colore dei repubblicani) nelle elezioni di Medio Termine del 2022, ha mostrato che i suoi appoggi politici sono fittizi. A questo – aggiunge il New York Times – le scorse settimane l’ex presidente ha suggerito di abolire la Costituzione, è stato fortemente criticato per aver organizzato a Mar A Lago una cena con Nick Fuentes, il noto suprematista bianco leader di un movimento che nega l’Olocausto, insieme al rapper Kanye West, che ampiamente denunciato per i suoi commenti antisemiti.
Una serie di controversie che hanno spinto i repubblicani moderati a prendere le distanze. In un sondaggio della Suffolk University/USA Today fatto alla fine di novembre scorso, il 61% degli elettori del partito dichiarò di sostenere ancora le politiche di Trump ma di volere “un diverso candidato repubblicano alla presidenza”. Ieri, nell’ultimo sondaggio condotto da NBC News – Des Moines Register – Mediacom Poll of Iowa, è stato messo in evidenza che l’ex presidente aveva il 48% delle preferenze.

Con i caucus in Iowa, le elezioni per la Casa Bianca sono entrate nel vivo. Il primo appuntamento ha riguardato il solo Partito repubblicano (i Democratici andranno a votare a inizio marzo). Erano quattro i repubblicani che si contendevano i delegati per la Convention del partito che si terrà Milwaukee la prossima estate.
In particolare, secondo gli osservatori, per il governatore della Florida l’appuntamento dell’Iowa era determinante: se DeSantis non si fosse piazzato al secondo posto, dopo aver visitato tutto le 99 contee dello Stato, speso una fortuna in pubblicità e ottenuto l’appoggio del governatore, è probabile che avrebbe dovuto decidere di lasciare o meno la corsa. Forse la decisione la prenderà dopo le primarie del New Hampshire del 23 gennaio se dovesse essere battuto da Nikki Haley.
Lui, Trump, continua a recitare il ruolo del “perseguitato politico” accusando giudici, inquirenti federali, funzionari governativi di corruzione, di aver usato tribunali e dipartimento della Giustizia come arma contro di lui. Da vedere se le sue accuse troveranno il numero sufficiente di elettori per rimandarlo alla Casa Bianca. La sfida vera è già cominciata.