La Casa Bianca lancia l’allarme, ma il Congresso è sordo. La fascia più estremista del partito repubblicano, quella vicina all’ex presidente Donald Trump, nuovamente rinnega l’accordo sulla spesa pubblica, e sui finanziamenti a Kiev, raggiunto dallo speaker Michael Jonson e lega i finanziamenti a nuove misure di sicurezza al confine col Messico e a finanziamenti per fronteggiare la crisi migratoria.
Lo speaker della Camera ha insistito di essere rimasto fedele all’accordo di spesa bipartisan siglato con gli altri leader del Congresso, ma non ha spiegato come riuscirà a superare l’opposizione da parte dei suoi stessi compagni di partito per evitare un parziale shutdown del governo la prossima settimana.
“Il nostro accordo di massima rimane – ha detto lo speaker – sto decidendo i prossimi passi e sto lavorando per un solido processo di stanziamenti”, ha affermato, non chiarendo però che passi intenda compiere, riproponendo lo stesso scenario politico che si è concluso con la defenestrazione di Kevin McCarthy.
Mentre alcuni repubblicani del Freedom Caucus sollevano nuovamente la minaccia di una mozione per estromettere lo speaker, altri repubblicani sono furiosi perché stanno iniziando il 2024 con gli stessi problemi che hanno messo in discussione la capacità di legiferare del partito di maggioranza in un anno in cui si rinnoverà l’intera camera.
Questa mattina, prima che Johnson facesse le sue dichiarazioni, lo speaker si era incontrato con circa 30 parlamentari del suo partito, la maggior parte dei quali centristi, che lo hanno esortato a mantenere l’accordo. Poco dopo è stato visto in una animata discussione con il presidente del Freedom Caucus, Bob Good, e con il deputato Chip Roy, che gli chiedevano di respingere l’accordo, con i suoi 1,66 trilioni di dollari di spesa per l’anno, e a prendere invece in considerazione una misura temporanea per mantenere aperto il governo imponendo tagli generali dell’1%. Inoltre Good e Roy insistevano affinché vengano incluse nuove politiche di immigrazione, che secondo loro fermerebbero il flusso record di migranti al confine tra Stati Uniti e Messico.
Alcuni hanno suggerito che Johnson dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di provare ad approvare una misura temporanea che finanzierebbe il governo per molte altre settimane, fino a marzo.
Biden aveva convertito in legge il quadro di spesa come parte di un accordo concluso con McCarthy, concordato dagli altri leader del Congresso di entrambi i partiti e approvato dalla Camera e dal Senato per aumentare il limite del debito nazionale per evitare il default federale. Da allora, i leader del Congresso hanno lavorato per definire i numeri di spesa più importanti. McCarthy non ha mai fornito i numeri finali prima che la minoranza del suo partito avviasse la mozione di sfiducia dopo che aveva accettato di approvare una misura temporanea per evitare lo shutdown federale.

Nelle settimane scorse Johnson e gli altri leader democratici e repubblicani alla Camera e al Senato hanno ripreso il negoziato dal punto in cui si era interrotto dopo la defenestrazione di Kevin McCarthy e alla fine era stato raggiunta una intesa di massima che lo speaker sta ora cercando di far approvare.
Ad infiammare ulteriormente i repubblicani anche il rapporto finanziario dell’Ispettorato generale del Dipartimento della Difesa che ha scoperto che non ci sono i riscontri contabili per più di 1 miliardo di dollari in armi ed equipaggiamenti militari forniti all’Ucraina. Mentre i funzionari dell’Amministrazione Biden hanno sottolineato che non ci sono prove che le armi siano state rubate, l’audit mette in discussione due anni di rassicurazioni da parte della Casa Bianca, secondo la quale un monitoraggio rigoroso avrebbe impedito questi inspiegabili “buchi” contabili sugli aiuti all’Ucraina.
Questo rapporto rende ancora più complicato il compito del presidente Joe Biden, ad ottenere l’approvazione del Congresso per ulteriori aiuti militari e finanziari a Kiev.
L’assistenza americana all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia “si è interrotta” ha detto questa mattina il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby dopo l’esaurimento dei fondi stanziati dal Congresso.
Gli intralci politici di Washington mettono in difficoltà i militari ucraini. Nonostante ciò a Kiev il presidente Zelensky si è detto ottimista sugli aiuti finanziari dagli Stati Uniti. “Sono ora più positivo rispetto a dicembre, penso che li otterremo” ha detto in una conferenza stampa nella capitale ucraina in occasione della visita del primo ministro britannico Rishi Sunak, il quale parlando subito dopo Zelensky ha detto che “l’esitazione sugli aiuti all’Ucraina incoraggia Vladimir Putin, la Corea del Nord e l’Iran. Dobbiamo fare di più. Le nostre azioni in questo momento determineranno il futuro della guerra”.
Sunak ha firmato un accordo di sicurezza con Zelensky annunciando un pacchetto di aiuti militari da 3 miliardi di dollari. “Il Regno Unito e il mondo libero continueranno a stare al fianco dell’Ucraina come abbiamo fatto fin dall’inizio di questa guerra” ha affermato il premier.
Durante la conferenza stampa il primo ministro britannico ha anche annunciato un nuovo accordo di sicurezza tra i due Paesi. L’accordo, del quale per ora non sono stati resi noti i dettagli, sarà valido fino all’adesione dell’Ucraina alla Nato.