Dietro l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 non ci fu nessun complotto dell’FBI. A dirlo, smentendo categoricamente le dichiarazioni di Donald Trump sul ruolo occulto della polizia federale, è stato domenica il suo ex vicepresidente Mike Pence in un intervista alla CNN.
Intervenendo a una puntata di State of the Union, Pence ha fatto chiarezza su quello che accadde in quelle ore concitate. “Ci è stato assicurato più volte” che l’FBI non c’entrasse nulla, ha dichiarato il politico repubblicano – entrato in decisa rotta di collisione con Trump proprio in seguito alla sedizione (Pence avrebbe poi partecipato alla cerimonia di giuramento di Biden, mentre Trump era in Florida).
“Devo solo dirti che, essendo stato lì quel giorno, vedere quelle persone che spaccavano letteralmente le finestre e mettevano a soqquadro il Campidoglio, mi ha fatto infuriare. Ricordo di aver pensato ‘non questo, non qui, non al Campidoglio degli Stati Uniti'”, ha detto.
Pence ha quindi aggiunto di essere “molto grato” per gli sforzi compiuti dall’FBI per arrestare coloro che “quel giorno hanno devastato il nostro Campidoglio e hanno compiuto violenze contro gli agenti di polizia”. Un attacco che, secondo Pence, “non sarebbe mai dovuto accadere”.
Secondo un sondaggio del Washington Post, circa un terzo degli elettori repubblicani ritiene che l’FBI abbia orchestrato l’assalto del 6 gennaio per poi darne la colpa a Trump – il quale ha qualche giorno fa si è detto convinto di essere stato vittima di un complotto da parte dei suoi rivali.
“Come ho già detto molte volte, le parole dell’ex presidente quel giorno sono state avventate. Credo che la storia giudicherà il suo ruolo in questa vicenda”, ha chiosato invece Pence.